Dicembre 2013

E a quest'ultimo giorno  Ho avuto il fegato di strappare il cuore:  Batteva vicino all'alba,  Al gallo che canta sempre  La sua canzone,  Agli alberi che del gioco  Di luci  Han fatto prigione,  Alle stelle sempre troppe,  Guardate sempre troppo poco.  Batte ancora,  Adesso,  Dietro la gabbia di costole lontane,  Che han venduto

Si para davanti, pari e patto, petto in fuori e aspetta patti fra putti che non gli spettano. Poi spiattella la patta o schietto schiatta ma non scotta. Scatta, piuttosto, spettinato e sfatto, Senza piatti i dispetti aspettano.

Aperta la bisaccia,  Allineato il bagaglio,  Sospiriamo arditi. Abbiamo  frutta e neve, entrambe assetate,  Memorie sazie,  Alberi senza radice alcuna. Abbiamo piccole statue senza un posto fisso,  Luci rampicanti,  Vampiri ciechi dietro al crocefisso. E nei biglietti comprati alle parole,  Per destinazioni sconosciute,Abbiamo mentito,  Come si conviene,  Alle menzogne mute.