Dicembre 2013

Il mio panettone si fa crescere gli occhi,  Datteri conficcati nella arance,  Vigila,  Sentinella della vacuità,  Sulle lettere e sui regali,  Sulle luci e sugli scampanellii.  Li ha fatti entrare tutti,  A tutti ha concesso udienza.  Io per vendetta  Gli ho mangiato le pupille,  Sputato i noccioli nel focolare.  Gli ho

L'umidità indossa i panni della nebbia, Di nascosto, S'infila nelle tasche strade e campi, Cammina via, Non saluta nessuno.   Dalle poche foglie tenaci, Lacrima,  E stringe e bacia ossequiosa, La mano ai camini Degli insonni.   Sul quadrante, si rincorrono lupi, Gufi e

Voi la chiamate nebbia.  Io immagino come la mano di un fantasma:Dita distese da città a città Unghie come ombrelli a riparare La veglia dei dormienti,Carezza umida che scurisce l'asfalto. Degli spettri hai la strafottenza,  Ma non  l'ardire di passarci  Attraverso.E questa mano tesa e guardinga Si

E venerdì.  È primavera.  Sbocciano i sorpassi,  Germogliano le cazzate,  Sgorgano i caffè.  Prima di sera,  L'esercito degli aperitivi  Avrà varcato le mura dei locali,  Preso d'assalto stomaci e bicchieri.  La spada cava degli auguri  Trafiggerà migliaia di frasi.  Del cadavere della sincerità  I corvi  Si nutriranno per giorni.

C'è quella palla, di nuovo, Come il mese scorso.  O forse è un soldo,FormaggioUna mongolfiera.  C'è, vuole esserci, non se ne va.  Punge cuscini e finestre serrate  Come uno scorpione,Rotola lenta, Nane e divi si scostano e ritiran le vesti,Per non farsele calpestare. Lei pare