Mais a pagina tredici
Scrivo di cose che non so per giudizi che non avrò, È il terzo capitolo, E arranco, Mentre mi allungo ogni tre righe A mescolare un wok di verdure in cui A pagina tredici Butterò il mais. Le mandorle no, Me le sono già mangiate Tutte, Senza dirlo alla dieta. Il
Un gigante in cucina
C'è Alice qui, in catene, Che parla di stare dentro una buca. C'è il mio pollo Dentro ai peperoni Che ha rifiutato un chiodo Di garofano ma accetta tutti i semi Di papavero E le noci. A camminare scalzi Al buio Sull'asfalto Si consumano e sanguinano I piedi, ma resta il piacere delle
Non sono Morrison
Quasi le tre e non sono MorrisonBevo l'ultima della giornataLa prima del mese,Quasi le tre E mi addormenterò coi DaughterI capelli bagnatiLeggendo TavanLasciando la birra avanzata A scaldarsi a fianco dei sogni. Nel cellulareUna poesia dura un meseInterminataNei libri dura
Lupi con sei zampe
Nebbia galattica D'altri pianeti; S'intravedono lupi neri Con sei zampe Puntare il nulla e sputare Fuoco Arancione Immersi in un mare Color del piscio. Un idiota attraversa Fa in tempo a scampare un leone giallo, Schivato per pelo Ha sfiorato una domenica di morte E una da dimenticare. La prossima volta guarderà più lontano O
Segnalibro scimmione
Il portone si apre Non fa ancora troppo freddo Oche a destra Anatre a sinistra Loro non ne hanno mai Prendo la lampada ikea dimenticata Al sole di domani Ora ghiacciata. Di sopra Si scalda il latte Il libro delle poesie di Tavan decide che è l'ora Tardi ma solo un
Mancò la luce
Ho scaldato il latte, molto,Lavato i denti e portato a letto una brioche, di ieri,E terminato un libro, per bimbi,Con un animale strano e improbabile.Ho preparato la borsa,Per correreLa borsa per insegnareLa borsa per mettere le cose dimenticate,Ho pensato a mio padre, mia madre,
Sogninsonni
Fuori é ancora chiaro di luna o che, e intreccio sogni. Avevo uno scomparto della credenza smisurato, E resti di ratti filanti un po' ovunque, dal tetto al pavimento. C'era una festa d'angolo, nuotatori provetti nel mare di sterpi. I piatti erano sporchi e
Hic sunt
Venite a prendermi qui dove non avete regno perché non avete abbastanza bottiglie e lattine e bicchieri e piatti e modi di dire e voi nemmeno modi per morire. Venite a prendermi qui sopra le gambe lunghissime che hanno a volte
Troppi cuscini, troppo pochi
Non ho voglia di sentire la mia voce che parla come fosse un muso Di scimmia in faccia a questo telefono che non può - dice lui - accedere alla rete ora. Non soffro il letto grande quanto i troppi cuscini, o
Lampi dall’oblio
Sto fuori, fa freddo, mangio arachidi.Getto i gusci e il loro rumore Nel cestino del Comune, a far compagnia A rifiuti meno nobili.Non piove, bevo birra, ascolto Above.Il nero in cielo scimmiotta l'apocalisse. C'è un matrimonio, sotto un portone, da qualche parte.Entro