“Una storia semplice” di Leonardo Sciascia****
Dati quegli ordini, e continuando a dire all’agente che era rimasto con lui di non toccar nulla, il brigadiere cominciò a fare il suo lavoro di osservazione, in funzione del rapporto scritto che gli toccava poi fare: compito piuttosto ingrato sempre, i suoi anni di scuola e le sue non frequenti letture non bastando a metterlo in confidenza con l’italiano. Ma, curiosamente, il fatto di dover scrivere delle cose che vedeva, la preoccupazione, l’angoscia quasi, dava alla sua mente una capacità di selezione, di scelta, di essenzialità per cui sensato ed acuto finiva con l’essere quel che poi nella rete dello scrivere restava. Così è forse degli scrittori italiani del meridione, siciliani in specie: nonostante il liceo, l’università e le tante letture. Immediata, l’impressione era che l’uomo si fosse suicidato. La pistola era a terra, a destra della poltrona su cui era rimasto seduto: vecchia arma da guerra ’15-’18, tedesca, uno di quei souvenir che i reduci si portavano a casa. Ma c’era, a cancellare nel brigadiere l’immediata impressione del suicidio, un particolare: la mano destra del morto, che avrebbe dovuto penzolare a filo della pistola caduta, stava invece sul piano della scrivania, a fermare un foglio su cui si leggeva: “Ho trovato.”.
Ebbene… che altro dire: che c’è anche un film, che la storia si snoda con altri cadaveri, ché quando ci si deve salvare il cul, non si bada a spese, nelle associazioni mafiose, e i testimoni, quei testimoni che dichiarerebbero la madre vergine, pur di non dire che qualcosa videro, ecco, il testimone che non ha nemmeno un nome, uomo della Volvo, che diventa involontariamente il secondo protagonista, stavolta negativo. Eppure… è giustificato il fastidio per la sua omertà? No.
Lo capisci col finale.
E chiudo, dicendovi che adesso è mattina, che mi sono addormentato qui davanti e quindi non ho finito ieri, che la seconda birra scarta, comunque, me la sono bevuta, che ho finito di leggere il vangelo di Biff che era 500 e passa pagine, che sto leggendo Levi, Primo, ed è pemmissimo, e che boh, oggi è sabato, che sia un sabato vero, l’estate della settimana, che la primavera per me non esiste quasi più, e l’autunno è brevissimo, e su questo pensiero ci scriverò un pensiero di gelo.
Vi saluto lasciandovi il quadro, la cosa del libro, da vedere, che lo sapete che i quadri mi piacciono.
Unknown
Bene, mi hai incuriosito. Questa tua incursione nel mondo degli scrittori italiani del secono scorso mi affascina, diventa quasi un dovere leggerli. Tu l'hai letto Fosca di Igino Ugo Tarchetti? Scrittore italiano meno noto, ma molto interessante.
Grazie!
gelostellato
Tarchetti! messo in memoria fissa. Un titolo di un libro corto, che lo cerco? Grazie comunque per la dritta, me felice, e sì, leggi uno dei tre Sciascia, questo te lo leggi davvero in poco, da biblio o scroccato alla feltri o mi pare di aver visto anche il pdf in giro per la rete. Il migliore resta A ciascuno il suo, per me.