“La muffa” di Simone Tempia****
Mi piacciono tante cose di questo ebook di Simone Tempia. Mi piacciono tante cose e voglio convincervi a leggerlo.
Mi piace perché è un pdf, fiero di essere un pdf, ramingo e altero si aggira tra folle di epub e mobi, ma lui, della stirpe dei pdf, non ha da temere. Le gioie del pdf sono là, appena dietro il doppio clic.
Perchè io, che l’ho letto calibrato in epub, sul mio eReader nuovo, me lo sono goduto, sì, ma me lo sono goduto definitivamente solo con la confusione, commistione, collazione del pdf con l’imperfetto epub.
Perché?
Perché c’è la muffa, tanto per cominciare, che cresce in ogni pagina.
E perché la formattazione è curata, sempre.
E perché la copertina è bella, e va guardata colorata, così come l’ho catturata per voi qui (ah, Simone, se vuoi mandarmi un jpg la sostituisco, ma direi che va bene anche questa dai).
E anche l’introduzione, cosa breve e giusta, è piacevole.
Mi piace il racconto, corto, mainstream senza essere mainstream, potrei dire, che parla di muffa, sì, quella del muro, che non ci spaventerà più, alla fine, perché saremo troppo spaventati per altre cose.
Sono sette pagine, un corsivo a introdurre lei, la muffa, la protagonista, che poi si lascia raccontare dalla terza persona, scorrevole ed elegante di Simone.
Se avete letto Lo stage (ve ne parlai a maggio insieme ad altre mille cose), di cui si farà un cortometraggio, sapevatelo, e se Lo stage vi è piaciuto, allora vi piacerà anche questo, anche se perde l’elemento surreale, in favore di una inquietudine quotidiana.
E per altro, destino in agguato, io ora, qui, con accanto il mio Pampero liscio e nello stomaco le crepes a marinare, sto ascoltando un vecchio pezzo dei Marlene. Di quando erano bravi, di quando erano più vicini a quello che noi di allora siamo tuttora. L’abitudine, è il pezzo, il secondo, con quell’inizio sfolgorante. Ricordo che lo avevo selezionato come tono di avviso del mio vecchio mac, a scandire l’ora. Vabbè… non c’entra, pochi di voi possono capire, lo so.
Torniamo all’ebook.
Altre cose che mi piacciono.
Mi piace che i racconti di Simone Tempia, che conosco solo perchè conosco Silvia, eh, sia chiaro, sennò col cazz che lo incrociavo, dicevo, che i racconti suoi siano così distanti, nel tempo, e curati, lontani da quest’ansia di produrre, mettere insieme parole, raffazzonare, che causa imprecisione, approssimazione… Invece no, mi piace dire che non ci sono errori di battitura, nemmeno mi sentirei di muovere grandi pensieri a livello di editing, se dovessi vederlo così. Insomma… è un piccolo libro. Un piccolo libro di sette pagine, curato interamente come se fosse un libro.
E allora adesso voi che fate?
Voi aprite google o outlook e thunderbird o salcazzo come mandate voi le mail.
Scrivete una mail a contemporaneoindispensabile @ gmail.com (togliendo gli spazi, eh, sennò vi torna indietro come i peperoni a mezzanotte) e chiedete di farvi mandare il racconto La muffa, e magari, già che ci siete, anche Lo stage. Dite che ve lo ha detto gelo, se volete, ma non serve.
Io ho copiato da Simone, ma non solo da lui, la politica del diffondere attraverso richiesta.
Non è marketing, è che non ho coglioni di stargli dietro. Almeno per me. Per lui non so. Non è importante. L’importante è che mandiate questa mail, che leggiate il racconto – anche su monitor, sì, che è corto corto – e che stiate attenti, molto attenti alla muffa.
E’ tutto. E adesso forse è il caso che io molli i marlene, il rum, le crepes, e vada a dormire, perché ogni tanto, anche noi senza muffa, un po’ di muffa da sonno, ce la meritiamo.
Riccardo Sartori
Beh, ho inviato la richiesta ancor prima di sapere che erano sole sette pagine…
E lo leggerò per mera curiosità. Perché gratis non si rifiuta nulla.
gelo stellato
hai fatto bene, ti piacerà
Riccardo Sartori
Ma… è una figata! Altro che Svarowski!
Ugo Iacopino
Per chi fosse interessato c'è una sua intervista qui: http://peccatore.gqitalia.it/tag/simone-tempia/
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