Quasi poesie

Rovescio un fiumeCercando di sgocciolare via le riveRovescio una maglia per fa cadereFuori le maniRovescio una pentolaUn piattoUna medagliaSolo per curiositàDabbenaggineO ignoranza.Rovescio anche gli occhiAll'ccorrenza.E a testa in giùCerco di guardarmi intorno per vedereChi mi ha rovesciato.

Quando il sole spacca gli alberiLi allinea in ciocchiMatasse su matasseCercando una chimerica perpendicolaritàE accontentandosi di un'accettabile scarsa pendenzaQuando il sole spacca gli alberiIn silenzio e senza fulminiLisciando come un corridoioDi cui le porte sono i margini.Mano sulla fronteTesaA partorire

Ha piovuto sui pratiSollevando effluvi di emozioni anticheCose che Ricordano a malapena di bambiniPoco dopo esserlo stati.Hanno pasteggiato con lacrimeLime e zucchero di canna.Baciare,Dicevano,E' una forma mentisUn vaso colmo di superbiaE buone intenzioni.

Ogni tanto i pensieri ti arrivano a centinaioLegati in gruppi di dieciO a dozzine.Si appoggiano uno a uno, in equilibrioSulle cigliaCome rondini irregolariMescolate a corviA tortoreA gazze unite a loro senza alcun desiderio di migrareSolo a far cagnara.Allora cerco di

Come se mi si aprissero fessure nelle gambee nelle braccia,e si aprissero nelle gambee nelle braccia di tuttifaticando a incrociarsifaticando e definire una verticalitàun inizio o fine.Senza mai essere letalisenza mai trascinare l'eternità per il baveroeppurea modo loroinsistentiper l'albero come