Dita umide
E poi arriva la notte: Dormiamo Cercando un cane Un corpo Un cuscino Con la mano titubante E sporca di sogni. Sappiamo solo infilare Il pollice nelle vite degli altri O lasciarci intrattenere Dai giullari O ai loro illegittimi figli. Inteneriti Divertiti Affievoliti Perdiamo carezze Sui seni dell'età E con l'indice Umido Indichiamo le bugie, Le stelle cadenti Le chiavi del
Primavera
Baciami Come una rima Con le dita intrecciate al vento sulla nuca Baciami in bocca Fanne pertugio Fanne l'arma che uccide l'indugio. E come una rima Disprezza e scosta assonanze Scostami e avanza Scuotimi e danza Petto nel petto Dimentica e tenera Asprezza lontana. Così baciami ancora Senza una rima Metà in saliva Metà primavera.
Occhi di stelle
Quanti occhi hanno le stelle, I fiumi, le viole? Quanti ne abbiamo contati Prima di inciampare In una narrazione? Fuori, il freddo Incastra cattedrali di buio Dalle persiane di casa nostra Ai tramonti, E noi rimaniamo Accontentati e teneri Disegnati a matita Agli angoli delle giornate. E intanto Sono cadute tutte le stelle Distratte Come noi
L’ora dell’altrove
Se l’equilibrio È nel movimento, Se l’armonia È negli accordi con la dissonanza, Quando l’orizzonte si offrirà Dalle rive del cielo Come un martire Noi ci stenderemo Sulla sabbia fredda E nel tacere Diremo. Se il pensiero Ha una pessima calligrafia, Se il tempo va a capo Raramente E il sesso del passato Secca al soffio
Dove nasci tu
Tu sei nata nel baleno Dove il lembo Della nube s'attarda, Dove s'accosta alla mano Il viso E con un mulinello d'opale Abbacinato è il giorno. Sei nata Sul fiocco di neve Che dalla terra spicca E nel mormorio Esile Che ne placa il contorno. Sei nata femmina Comandamento Diniego Rada E sepolcro sfuggito Disadorno. Sei la zazzera d'argento Della
Zucche d’ottobre, rose di novembre
Rubo Ancora rose di novembre In dono Alle zucche vuote, Ché quella di ottobre Marcisce il davanzale Con l'eleganza delle scopate di maggio. E rubo Da quegli occhi Illuminati Pertugio di follie I miei coriandoli di zucchero Per i carnevali, Per le maschere, Per i white russian Rubati a tutto ciò che la luna Piena quasi,
Corpi stanchi
Dove sei? Dove tremi, adesso? Dove tremavi Quando tutto ciò che mancava Era con te Da qualche parte ancora? Dove raccoglievi I pensieri Quando i pensieri Erano la sola cosa da raccogliere? Ti piaceva disegnare Corpi stanchi, Declinare gli arti In vento e correnti. Ti piacevano gli smarrimenti. Ti piaceva Chi ti regalava Destinazioni Graffi e mutamenti. Tu che
Se noi
Se l'equilibrio è movimento
Se l'armonia è nel contrasto
Delle dissonanze
Se dalla riva
Piedi prigionieri
Viviamo con i piedi
Pesano più del capo
Della chioma
Del culo
Stammi vicino, non pioverà
Taci
Non farti domande
Il pane è caldo
Andiamo a nuotare