L’ora dell’altrove
Se l’equilibrio È nel movimento, Se l’armonia È negli accordi con la dissonanza, Quando l’orizzonte si offrirà Dalle rive del cielo Come un martire Noi ci stenderemo Sulla sabbia fredda E nel tacere Diremo. Se il pensiero Ha una pessima calligrafia, Se il tempo va a capo Raramente E il sesso del passato Secca al soffio
Dove nasci tu
Tu sei nata nel baleno Dove il lembo Della nube s'attarda, Dove s'accosta alla mano Il viso E con un mulinello d'opale Abbacinato è il giorno. Sei nata Sul fiocco di neve Che dalla terra spicca E nel mormorio Esile Che ne placa il contorno. Sei nata femmina Comandamento Diniego Rada E sepolcro sfuggito Disadorno. Sei la zazzera d'argento Della
Zucche d’ottobre, rose di novembre
Rubo Ancora rose di novembre In dono Alle zucche vuote, Ché quella di ottobre Marcisce il davanzale Con l'eleganza delle scopate di maggio. E rubo Da quegli occhi Illuminati Pertugio di follie I miei coriandoli di zucchero Per i carnevali, Per le maschere, Per i white russian Rubati a tutto ciò che la luna Piena quasi,
Corpi stanchi
Dove sei? Dove tremi, adesso? Dove tremavi Quando tutto ciò che mancava Era con te Da qualche parte ancora? Dove raccoglievi I pensieri Quando i pensieri Erano la sola cosa da raccogliere? Ti piaceva disegnare Corpi stanchi, Declinare gli arti In vento e correnti. Ti piacevano gli smarrimenti. Ti piaceva Chi ti regalava Destinazioni Graffi e mutamenti. Tu che
Se noi
Se l'equilibrio è movimento
Se l'armonia è nel contrasto
Delle dissonanze
Se dalla riva
Piedi prigionieri
Viviamo con i piedi
Pesano più del capo
Della chioma
Del culo
Stammi vicino, non pioverà
Taci
Non farti domande
Il pane è caldo
Andiamo a nuotare
Non cercati
Ci sono questi grilli Cristalli sul buio Quando la notte è di mezzaluna Ed è un anello farcito D'insonnia e finestre Spalancate. Ci sei tu Che cresci le trote Nelle mie pozzanghere E parli le lingue Che parlo anch'io Quando non uso le parole. C'è qualcuno dall'altra parte Di un cerchio grigio Con una
Tachi e carti
Vodka tonic Per il mal di denti La tachi Per compagnia Voltaren, la malattia Occhi ciechi Zero carti A ogni passo Ma gioco l'asso di prima mano Altre tanto Non ce ne saranno E senza scarti Se faccio danno Poi Sulla rotta rompe l'onda Sull'onda Schiuma in scranno
Pioggia e Noir Désir
Incontrerai le streghe Il babau La grandine E asciugherai le dita Sudate e le mutande Asciugheranno E sul ponte Del fiume non incrocerai Che i riflessi Dal fiume Quelli di una luna preoccupata. Le mani sono come le labbra Ti dico adesso che le labbra sono labbra Sui desideri E le nostre sere Sono una canzone Sempre Una