Angustiamenti
Delle sciocche cose mi angustiano, a volte. Per esempio, adesso, invece di essere qui a chiacchierare di alcune sciocche cose che mi angustiano, dovrei scrivere tipo 3-5 riche di profilo, mio, per la gara di poesie di venerdì che verrà. A
Piccole cose prima di nanna
Arrivi Non è tardi, ma il sonno ti corre attorno come un nemico Ti si chiudevano gli occhi, poco prima, Soddisfatto di tutta la meraviglia cercata, E trovata, Eppure sempre in bilico, Il mare e la sabbia come un giaciglio festoso, Gli intorni attenti tutti, ad
Due mani e la fine del nocciolo carnoso
Stamattina ho deciso di andare sul fiume. Sul tagliamento, sì, proprio lì dove c'è quel tronco bruciacchiato laggiù, ché poi vicino c'era l'acqua più profonda - quella là che diventa più blu - e potevo farmi il bagno. Non c'era nessuno.
Stelle e gelsomini
Il gelsomino è bello. Sì, dico proprio la pianta, il fiore e quel suo attaccarsi per abbellire, magari soffocando, certo, ma per abbellire. Il profumo, poi, è di quelli che dà un senso alla parola "inebriante". Perché magari stai lì,
Questa lunga fila di vvvvvvvvvvvvvvvvvvv
C'era questa situazione assurda, oggi, poco fa, che ero poi a correre, qui dietro casa - che al parco non si va poi tanto, con quel che costa la benzina - e quindi poi, metti anche che non è che
Il papaveri sul mio divano, prima di vendere il mondo
Non sono meravigliosi? I papaveri, sì. C'è quella cosa degli haiku, quella cosa che sono un momento, un lampo, un istante, e la stagione, e l'osservazione della natura. Lo Yugen e il mistero, o la meraviglia. E quando ho visto questo
Piccole cose splendide, intorno.
Pensavo, ieri sera, di fronte a una distesa d'erba medica, munita di soffioni e un po' di pioggerella, appena dopo corso, in mezzo a campi che non conosco, fuori Sant Andrât, scelti a cazzo tanto per, mentre prima di toglier
Bolle
E il sangue bolle e brucia e scotta e cuoce la pelle e le ossa nere non hanno requie e non o lo spegne il fuoco, non la lama, non il profumo del tiglio e della mandragora questo sangue che bolle
Gatturni
I gatti baciano la primavera, Di notte, Sulle ciglia scure dei fossi, Le lingue ruvide intrecciate, Le vibrisse a graffiare il buio, Disegnando fiori di pesco E da voliera. Hanno unghie, Vite, Code, Illusioni; La beltà delle magnolie non li spaventa, E nemmeno la Luna, Inarrivabile, Ne sfiora i crucci
Di te, messa al mare
Ma sì. Vedo di camminare veloce. Vago. Schiamazzi e freddo. Il Palamostre sembra quasi un posto bello, Con la faccia di scivoli, scale e serrande. E mi scappa un pensiero, Mi chiedo di te messa al mare dopo il vino bianco, E dopo che per ogni bollicina scoppia