Giugno 2012

Il tempo è come una fune tesa, immota, Senza padroni. Tu arriverai,  Le tue carezze avranno abiti leggeri, L'animo dell'edera e del mughetto. Cingerai di pelle la pelle, Le penombre dilateranno il buio Caldo del contatto; Sbiadirà l'affresco, muto, Graffiato alla buona sui muri sottili Della tua ingenuità. Disegneremo un animale

Tienimi le mani, Ché nessuna ombra di pelle vada Sprecata, Intrecciale, Come faresti con una borsa, Che trabocca di minute Meraviglie, Ma senza segnarti le dita. Poggiami delicata, Sulle infinite mensole pulite, Tra un pensiero e l'altro, Ché non si graffino, Né offendano, Né sfuggano, Lontani, Feriti o confusi, Ma restino intatti E sereni. Tienimi al caldo

Chiedimi sottovoce Se ho trovato parcheggio Vicino alla Luna,  O se ho dovuto camminare Nel fumo vomitato dalle stelle Troppo stanche per brillare. Ti dirò che ho una valigia di conchiglie, Gonfiata di maniglie e lampadine, Che ho staccato alle prigioni Dove ho rinchiuso i miei giacigli. Ti dirò che

Foto non mia ma di Jessica Z. :) Ho voglia di anafore, Di un mare da tenere in mano Mentre le linee del palmo generano burrasche. Ho voglia di anafore e di preghiere, Con le parolacce e i gemiti, Da recitare alle stelle per vederle applaudire. Ho

Io premuto contro il futuro, I suoi denti di vetro, Le malattie, L'argento a distrarre gli occhiali. Ché ho coltivato sempre, Dicevano, Il solo nella compagnia, Il ruvido nella melodia, Il sano nella follia.  Ché ho cresciuto me Come si cresce un albero, Bagnato di sguardi e screziato Delle cattiverie che riserviamo Alla