Gennaio 2019

Siamo qui per aspettare. I rumori della vite che stringe La vita alla caffettiera; Della porta Che libera il latte dal frigo: Né cigolio, né soffio. Il sospiro del rubinetto, Il crocchiare disorganico del fuoco Premuto dalla ghisa. Aspettiamo questo. E sincera, frivola, gretta, La nostra sfinge inginocchiata Non sa le risposte,

  Dulà setu? Dulà atu poiât lis mês scarpis?   La plete stuarte dal jet jevât Mi inçopede lis zornadis Discolç L.ôr de scudiele Sbecât scunît scjassât dal lat                                      [cjalt Al sbrove

La pagina ride di  Come Ho messo le parole  In fila. Un sorriso privo di denti Tra i quadretti feriti dall'inchiostro e l'inchiostro disseccato e sterile. Un canto è anche quello della portiera dell'auto del padre, nel cortile buio. Un canto è lo sputo bollente

Ravvivo il fuoco, Che spinge e sgambetta sulla ghisa E sul fumo, le lingue, Parlate stanotte, sono quelle dell'epifania E della galaverna, già pronta a stendersi Per aspettare l'alba. Parlate stanotte, voi di Orione e Sirio, Leggete nei fumi di chi governa le ceneri E salutate le scintille