Attesa luna
Siamo qui per aspettare. I rumori della vite che stringe La vita alla caffettiera; Della porta Che libera il latte dal frigo: Né cigolio, né soffio. Il sospiro del rubinetto, Il crocchiare disorganico del fuoco Premuto dalla ghisa. Aspettiamo questo. E sincera, frivola, gretta, La nostra sfinge inginocchiata Non sa le risposte,
Scjapinele
Dulà setu? Dulà atu poiât lis mês scarpis? La plete stuarte dal jet jevât Mi inçopede lis zornadis Discolç L.ôr de scudiele Sbecât scunît scjassât dal lat [cjalt Al sbrove
“Le notti difficili” di Dino Buzzati***(*)
Ieri c'era la luna. Quella grande, piena, pure con l'eclissi in nuce, ma che fino alle 9, 9 e qualcosa, quando ancora le nuvole non avevano cominciato a ballare il valzer, era bellissima. Poche cose, pensavo, come la luna piena, il plenilunio,
Polvere malinconica
Cancelliamo con gesti ripetuti Le vergogne a cui abbiamo dato il corpo [di un gesto. Il nero dell'ombra,
Soldati
La pagina ride di Come Ho messo le parole In fila. Un sorriso privo di denti Tra i quadretti feriti dall'inchiostro e l'inchiostro disseccato e sterile. Un canto è anche quello della portiera dell'auto del padre, nel cortile buio. Un canto è lo sputo bollente
Epifania
Ravvivo il fuoco, Che spinge e sgambetta sulla ghisa E sul fumo, le lingue, Parlate stanotte, sono quelle dell'epifania E della galaverna, già pronta a stendersi Per aspettare l'alba. Parlate stanotte, voi di Orione e Sirio, Leggete nei fumi di chi governa le ceneri E salutate le scintille
“Il coccodrillo” di F. Dostoevskij e M. Marinangeli****(*)
Il primo dell'anno di solito vado al mare a passeggiare leggendo un libro. Quest'anno no. Sono stato al mare, ho passeggiato, ma non ho letto un libro. Ho fatto una foto a un pezzo di legno che sembrava un cobra,