Epifania
Ravvivo il fuoco,
Che spinge e sgambetta sulla ghisa
E sul fumo, le lingue,
Parlate stanotte, sono quelle dell’epifania
E della galaverna, già pronta a stendersi
Per aspettare l’alba.
Parlate stanotte, voi di Orione e Sirio,
Leggete nei fumi di chi governa le ceneri
E salutate le scintille pagane
I sassi delusi
Dalla pozzanghera gelata, i cirri
Che da tanti giorni trattengono
Pura la neve.
La birra gelata, qui, non ferisce il bicchiere, né
Offende il palmo, il silenzio
Non è muro ma finestra
Accostata, misurata dalle tende ricamate
Da mia madre.
Non guardatemi, quando rintoccherà la rosa
Sui bordi del bicchiere:
L’ho rubata, non potevo fare altrimenti.
Era l’ultima, era il cuneo che ha crepato
L’inverno.
La spaccatura avrà il profilo di un’amante,
Il naso scheggiato dal pianto.
L’uomo della pace cercata,
Mano nella mano, la porterà
In un deserto di appuntamenti
E aperitivi.