“Il coccodrillo” di F. Dostoevskij e M. Marinangeli****(*)
Il primo dell’anno di solito vado al mare a passeggiare leggendo un libro. Quest’anno no. Sono stato al mare, ho passeggiato, ma non ho letto un libro. Ho fatto una foto a un pezzo di legno che sembrava un cobra, al faro, ho mangiato il panino al panino… cose così. E non c’è un libro del primo dell’anno. Né ci sarà.
Sto leggendo dei racconti di Buzzati. Non quelli famosi. Roba che non si trova in giro. Sono belli. Meno belli, forse, ma meno convenzionali, e questa cosa è bella.
Ma ieri. Ieri che era l’ultimo dell’anno, ho letto un libro. Un libro che viene da Sàrmede, dove c’è la mostra sulla fantasia. Un libro di quelli che se vedi i disegni da vivo, i disegni sono meglio del libro. Un libro edito dalla Orecchio acerbo, che credo sia la mia casa editrice preferita per libri illustrati, anche perché pubblica esattamente le cose che vorrei leggere, con i disegni che vorrei vedere, dove inquietudine, meraviglia e fantasia – tre parole del mio pantheon delle divine parole – si mescolano sovrapponendosi, in una grande ammucchiata in cui ogni volta che giri pagina è orgasmo.
(se io diventassi ricco, ma tanto ricco, ecco, io andrei da quelli della orecchio acerbo e direi, uè ciccipucci [ricco così da poter chiamare impunemente la gente ciccipucci] adesso voi ogni volta che esce un libro dei vostri mi spedite un paio di copie, ma diciamo anche tre, che sicuramente è un bellissimo oggetto da regalare).
Ecco. Allora, con calma, visto che quest’anno non ci saranno né i pensieri di fine anno, né i buoni propositi, vi parlo – e vi mostro – questo libro illustrato, che illustra, lo avete già letto, un racconto di Dostoevskij. Ma un racconto fuori di testa, di quelli che insomma… uno si chiede, ma vabbè, allora se le hai già scritte tu, nel 1865, checazzocistiamoafarenoi adesso, nel 2019, che ‘ste cose non riusciamo nemmeno a pensarle. Anyway, il racconto ovviamente è adattato, nel senso che esiste una novella, di Dosto, ché quella volta fare le cose corte ti bruciavano sul rogo, e la trovate qui, volendo. (c’è anche raccontata sul tubo, ma mi piaceva di più a leggerla, devo dire) Non è lunga, ma non è corta. Ho leggiucchiato qua e là e sì, si son tagliate delle cose, ma diciamo pure che se Fedor avesse scritto il pezzo corto come quello riportato nel libro della orecchio acerbo io sarei stato felicissimo lo stesso, e lui anche.
Ma ora fatemi fare una cosa. La doccia, tipo. E intanto che faccio la doccia mi riempio le chiavette dell’autoradio, che è il primo dell’anno e bisogna fare pulizia. Chiavetta nera, ci metto tutta la robe dal 90 al 99. Chiavetta rossa, dal 00 al 09, Viola dal 10 al 18 e tutta la musica nuova, per ora zero roba, in quella verde acido. Ma sì, non vi frega un cats di tutto ciò, vi interessano i coccodrilli. E allora guardate, cosa combina il coccodrillo della storia illustrata.
E vi assicuro che i disegni di Marco Marinangeli, dal vivo, sono davvero top.
Comunque… doccia fatta. E vi dico che potete scaricarvi il pdf-anteprima del libro, così curiosate anche gli altri disegni. E magari, come faccio io, curiosate i cazzi del disegnatore, che è un uomo che corre ignudo, probabilmente nelle campagne marchigiane.
E un giretto tra i suoi disegni fatevelo, dai. Che poi, lì da lui, li potete vedere tutti tutti, i disegni del libro.
Comunque… cosa vi stavo dicendo? Ah, sì. Prima cosa: la novella di Dosto.
Allora… io non ho letto un cats, di Dostoevskij. Cominciai, eoni fa, il delitto e castigo, ma arrivai al delitto e bum, mi annoiavo, ho smesso. So di aver letto dei racconti, so che mi sono piaciuti. E ho capito una cosa: i russi che scrivono fantastico, da Dostoevskij a Pelevin, passando per Bulgakov, sono dei geni favolosi. Hanno quella cosa del surreale per fare critica politica, usando ironia e non-senso che ti lasciano basito. Qui, a parte l’ìlarità nella scelta di far raccontare la vicenda da un amico di famiglia, che dà un punto di vista esterno che permette di commentare i protagonisti, ma permette a noi di commentare tutti, ecco, dicevo, a parte questo, è un po’ tutta la vicenda dialogata che fa da sfondo al fatto (coccodrillo inghiotte uomo) che fa ridere (e anche inquieta).
Vi dico solo una cosa.
I coccodrilli sono vuoti. Sono un involucro.
Anzi, ve ne dico un’altra. Se il coccodrillo è pieno, allora è pasciuto, e per osmosi si pasce anche l’uomo che è stato ingoiato. Sapevatelo!
Insomma… la novella è di per sé geniale. Non la conoscevo. E forse, magarinonso, non era difficilissima da tagliuzzare per ridurla a testo da illustrare, però è stato fatto bene, e magistrali, per stile adatto e colori, sono le illustrazioni di Filicio (Si firma così, eh, non me lo sono inventato). Perché hanno quei grigi e quei marroni, e quelle proporzioni leggermente sballate di mani e facce, e insomma… non so, sono adatte. Se leggete il libro capite.
Bene. Spero di beccare qualche altra mostra di/con Marinangeli, che è davvero uno stile che fa per me.
Che altro vi devo dire? Ah, sì, sono vivo. Non felice, questo no, ma di questo me ne frego io come voi. Ho tolto telegram, cancellato tutti gli amici da fb e ho imparato a non leggere più nessun messaggio su wapp. Per insta e twitta ci sto lavorando. Diciamo che di voi tutti in questo periodo non me ne frega niente (okay… lo ammetto, non me ne è mai fregato molto, ma fino a qualche giorno fa facevo finta.) Poi? Che altro? Domani forse vado a go con serena, ma dovrei riaccendere il telefono va, che forse sarebbe meglio dirle l’ora. Ah, ma lo sapete che dentro al faro c’è una stanza in cui ci si può sposare? Io no. Ora lo sapete.
Direi basta. Questo libro, tra l’altro, dovrebbe andare nel blog del mostro sul comodino, ma lo metto qui, perché sta bene anche qui, e almeno aggiorno il blog.
E buon anno a tutti. Tranne a quelli che imbrogliano facendo del male al prossimo. Loro possono anche morire. Si, dico a voi. Siete meglio morti, è una questione matematica. E io adoro le verità matematiche. Ah, vi metto un altro disegno, così, tanto per.