Facciamo facciamo che adesso

Facciamo facciamo che adesso

Facciamo facciamo che adesso 
Mi stendo e incrocio le mani 
Sul petto 
E per far posto alle mani 
Si spostano papaveri e fiordalisi
Che vanno a rubare il posto alle margherite
Che vanno a rubare il posto alle stucchevoli rose
Che non trovano di meglio che crescere sull’asfalto
Schiacciate così le spine come il profumo.
Facciamo facciamo che adesso
Apparecchio un tavolo di posate e prigioni
La sedia tessuto di bugie
I Piatti di paglia
Odorosa d’estate
Oppure terra
Secca e senza semi.
Facciamo facciamo che adesso
Porto a spasso l’appetito
Fino a dove cominciano le montagne
E lì lo abbandono
Come si fa con un bicchiere vuoto
Nell’osteria ubriaca del sabato sera.
E facciamo facciamo che adesso
Invece di tornare proseguo
Rincorro una formica
Un rigogolo
Un cirro
E tutto resta così
Riassegnato agli spettri.

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