Febbraio 2024

Dio bestemmia spesso E ha il vizio Del sonno, delle bugie Dell'infilare inverni Nelle primavere. Satana ha carne Stoppacciosa, di nervi Poco inclini alla tenerezza, Ha sempre da parte Una carezza. Non si conoscono, non sanno Dell'esistenza uno Dell'altro E dell'altrove. Abitano in una vecchia casa Colonica, la stessa. I ragazzi hanno segnato I muri con le

Brumâl [1] Tu vegnis ancjemò cidin daûr de schene a dîmi che o ai plantât mâl un claut, un racli, une furducje e intai lavris une brucje tes sachetis la cridade un lupiament intes pipinis e sot de plete dai bregons une tacule di smîr. Pai jo sblancjavi lis aìnis mi inrabiavi

Sono qui. Non sono qui. Intinto il pennello Nel gin tonic e nell'acqua ragia Traccio un segno curvo Sulla schiena di un buio rettangolare. Si adagia Sul bianco che si professa colore: Arancio, ciano, amaranto, Cerco le sfumature dal nulla e dal pianto E respirando Il vento delle direzioni Masticando dal ventre