"L'unico al mondo" di Gabriele Romagnoli***

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"L'unico al mondo" di Gabriele Romagnoli***

Ecco, alla fine giovedì scorso sono andato a prendere del Sole, poco, e ho tentato di portarmi da leggere, i soliti vecchi Dylan Dog, e altre cose.
Tra le altre cose questo libro piccolo, di quelli che ho là sullo scaffale ma non fanno parte della lista famosa che è ferma.
Mi chiedo, in effetti, se mai la muoverò, visto che oramai non leggo più.
Vabbè… questo però l’ho letto, anche perché era scritto tipo in times new roman 16 e le 87 pagine erano praticamente 30 scarse.
Mi è piaciuto, devo dire, anche se è davvero sempliciotto, come idea e nell’approccio, e un pochetto tirato per i capelli per quel che riguarda la concatenazione di eventi che accadono al protagonista (perché certo, nella fantasia tutto precipita in un momento, ma nella realtà non è proprio così che vanno le cose, ovvero, è solo nei film che quando hai soldi compri “azioni” di un tipo e poi crollano in un secondo e resti povero; nella realtà se hai soldi, ma soldi davvero, compri uno o più consulenti finanziari che ti comprano tante azione e fanno strategie bull and bear e comunque diversificano e alla fine, povero, non lo diventi mai).
Però lo si legge veramente con rapidità, grazie a una ottima scorrevolezza e a una scrittura che è sì una elegante terza persona al remoto, ma no ha spocchia, e dà qualche spunto di riflessione pur non essendo banale. Insomma… mentre ero lì a cercare un po’ di silenzio tentando di capire se l’ipod che ho messo in lavatrice funzionava ancora (non come prima, è la risposta), ho liquidato questo n° 7 della collezione dei Corti di Carta, che non finirò mai, probabilmente. Credo siano davvero introvabili (e non è che muoio, intendiamoci, anzi, frega zero, è giusto tanto per).

Di buono, questo corto, ha che parla di Calcutta e una piccola idea dell’India la dà, anche se temo sia piuttosto stereotipata, visto che è la mia idea. Anche di NY, parla, ma lì si gioca più facile. 
I momenti belli, a salvare il tutto, sono quello in cui l’indiano ha la scatola con dentro la mano della giovane moglia, mozzata di netto per rubarle dei soldi, al mercato. La figlia, bellissima, fa subito gola al nostro protagonista, Larry Maiello (e daje con la figura dell’italo americano delinquente) che però, un po’ smonato da questa cosa della mano, non la compra (la figlia, non la mano).

Poi tutto gira bene, alla fine, ma arriva il momento in cui qualcuno ti chiederà una piccola cosa. Sarai così generoso da? Sì? No? Non lo sappiamo, ma l’insegnamento che alla fine il libro ti dà è di non fare mai un cazzo per nessuno e che la sfiga, quando arriva, non ci puoi fare niente. Insomma… non proprio così, ma è ciò che penso io.
Ah, tra i momenti belli anche la cosa (stereotipo da barzelletta pure quello) del budini senza denti in carcere. (sì, ho scritto budini, ma intendo altro) non tanto per l’inverosimiltà delle modalità di levatura dei denti, quanto per la cruenta non-descrizione della cosa. Mi è piaciuto il come, più che il cosa.
Poi? No, niente, dai, vi posso dire che io non avevo la più pallida idea di chi fosse Gabriele Romagnoli, e non è che ora ce l’ho, ma almeno so che ha scritto dei libri, lavora per Repubblica, e credo ami la narrativa breve, avendo pubblicato dei microracconti.
E siccome questi post sono solitamente inutili, e li devo arricchire con cose belle, aggiungo le seguenti cose:
– Potete guardarvi il gol di Ronaldo che ieri, all’ultimo secondo o quasi, ha dato la vittoria al Real. Ora… si fa un gran parlare di non calcio, ma queste cose sono quelle per cui vale la pena, credo, e in ogni caso, mai pallone d’oro fu più meritato.
– potete scoprire che la Silene, erba che da me è povera (slow food, se siete radical chic) prende il suo nome, pare, da Sileno, compagno di merende di Bacco, con la panza, come la semenza della Silene, sclopit, da me, o sgrisolò, vuoi perché fate scoppiare il bocciolo, vuoi perché fa venire i brividi se strofinata. Ma voi, ed era quello che vi volevo dire, fatevici la pastasciutta, is the best!
– il prossimo Maestro del Colore è Rubens. No, non parlo di Barrichello, intendo il pittore.
– Vi saluto con un’opera di una disegnatrice, Ana Bagayan, rubata a cazz dal suo sito, Non so se è ispirata a Peter pan, ma potrebbe essere. mi piaceva. E alla prossima!  

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