I maestri del colore, 6: Van Gogh

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I maestri del colore, 6: Van Gogh

Devo dirla tutta: avrei voluto saltare questo numero dei Maestri del Colore.
Converrete con me che Van Gogh è il pittore più conosciuto e inflazionato al mondo.
Poi, capita che ascolto pure il nuovo Caparezza e uno tra i pezzi migliori è proprio “Mica Van Gogh” dove insomma, in modo come al solito suo, del Capa, intendo, ci ricorda che sì, certo, quel che alla fine il popolo conosce del VVG è tipo un millesimo di roba.
Qui trovate il testo per intero, qui per ascoltarvi la song, e qui sotto vi riporto qualche passaggio simpatico:

ma uno che alla tua età, libri di Emile Zola,
Shakespeare nelle corde, Dickens nelle corde;
tu leggi manuali di DVD Recorder,
Lui, trecento lettere letteratura fine,
Tu, centosessanta caratteri due faccine,

Oppure quest’altro che ci ricorda che:

Lui, paesane, modelle, prostitute,
Tu passi le notti nel letto con il computer,

lui esaltato per aver incontrato Gauguin,
tu esaltato per avere pippato cocaine,
lui assenzio e poesia,
tu senza poesia,

Ascoltatevela, la canzone, dai, non è male.
Insomma… alla fine, questo post sul Vince lo farò, anche se a malincuore. E intendiamoci, non perché non lo ami, ma perché lui è pop, è l’essenza del pop, e lo è perché ce lo hanno fatto diventare. Lo hanno svilito e masticato migliaia e migliaia di pannelli e poster negli uffici, decenni di ripetizione di quella ignobile storia dell’orecchio mozzato, milioni di sfondi per desktop pieni di notti stellate e campi di grano… Non se mi capite, io credo che molti sì, mi capiscano, e credo che insomma… magari potrebbero avere le mie stesse remore a parlar di lui, in questo mio percorso nei Maestri del colore.
Tra l’altro, io una storia su Vincent un tempo l’avevo già scritta, una storia che chissà, magari uscirà prima o poi, piena di uccelli neri (no, state buoni, intendo volatili, che avete capito!)
E allora, però, concedetemi di prendere questo post e di non mettervi dei quadri famosi, e anche di parlarvi di Vincent in modo naive, o accazz, che è lo stesso. Oppure, perché no, di non parlarvene affatto.
Cosa vi posso dire?
Che è nato il 30 marzo, per esempio, del 1853, ed è spirato il 27 luglio del ’90.
Che era devoto, che leggeva tantissimo, che aveva le crisi religiose.
Che ha lavorato anche in una libreria, e fatto corsi di predicazione, ed è stato, poi, predicatore.
Che è perennemente esaurito, ma mai domo, e che se non fosse per il fratello, di lui forse non avremmo nulla e parlo soprattutto per motivazioni economiche.
Che le prime esperienze pittoriche le compie nel 1881 e nove anni più tardi crepa, e quindi in nove anni ha messo se stesso negli occhi del mondo per l’eternità. Nove, miserissimi anni. Nove. Sono pochi.
Vi posso dire anche che una vicina di casa tenta d’ammazzarsi perché la famiglia non le ha permesso di sposarsi Van Gogh. E che anche se tutti, anche la pulce che abita sul cane della vostra vicina, sapete della conoscenza di Gauguin, lui incontra anche Toulouse-Lautrec, Pissarro, Signac, Seurat, e moltissimi altri… e insomma, voi nella vita non le incontrate tante persone così di talento, anzi, non le si cerca nemmeno.
Tutt’al più cerchiamo i ricchi e/o belli e/o famosi.
Basta, il resto non ve lo dico, perché è tutto su wiki o in internets.
E poi alla copia che ho qua, mancano tutte le pagine di critica, e quindi sono costretto a fermarmi qui.
E allora?
Vi metto i quadri, perché è per questo che siamo qui. Ma non aspettatevi i soliti, soliterrimi quadri di Vincent. Li avete visti e stravisti.
Vi metto quelli che reputo non riusciti tanto bene o perfino brutti, oppure quelli che non vedete mai, che uno li riconosce, sì, che è Van Gogh, ma magari anche no..
Li trovate tutti o quasi qui, volendo, in italiano, (il sito, non i quadri), anche se io consiglio sempre di andare sul sito olandese e vedersi non solo i quadri ma per dire, leggersi le lettere al fratello… Allora dunque… Pronti?
Via!

Allora?
Siete soddisfatti? Dai, ditemi che almeno metà non li avevate visti mai. Vi ho resi più colti? O meno qualunquisti riguardo a Van Gogh? E io quale quadro scelgo per fare il mio raccontino?
Ne ho trovato uno, che mi piace. I bevitori, e mentre vado a fare la doccia penso al racconto…
I bevitori, 1890, Olio su tela, 59,4 x 73,4 cm
(o Le quattro età dell’uomo)

L’Elisir
I Van Dick avevano lavorato nei campi per l’intera mattinata. Non bevevano dal ruscello, troppa la dissenteria celata dai gorghi, e al ritorno l’arsura frustava gola e labbra come un carceriere impazzito.
“Dunque questo Elisir non disseta?”
“Certo che disseta! Ma è a base di corno di drago, serve a dare vigore agli uomini che vogliono… sì, insomma, lorsignori hanno inteso. Altrimenti come potrei venderlo a cinque fiorini il bicchiere!”
“E invece io dico che lei è un ciarlatano e che per dieci centesimi ne darà non solo a me, ma anche a mio padre, mio fratello e al piccolo Vince”, replicò l’altro, minaccioso, indicando con un cenno la strada deserta.
L’uomo, riluttante, prese dalla carrozza due bottiglie e le versò in una brocca, poi li osservò, mentre vuotavano avidamente i bicchieri, aspettando che il veleno facesse effetto. Rubò loro vestiti, bisacce e attrezzi da lavoro. La scritta Elisir dei Forti brillava, mentre trascinava i cadaveri in mezzo ai tulipani.

Comments

  • 3 Maggio 2014

    non posso mandarli tutti in memoria e nemmeno passeggiarci sopra, così.
    per ora mi fa male il granchio.
    rovesciato.
    e no, non lo conoscevo.

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    • 3 Maggio 2014

      di buono c'è che basta girare il quadro, e tutto si sistema.

      reply

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