Corìn fantate!
Corìn fantate! Dispetenìn lis frascjis E peçs, e danis. *** Corriamo ragazza! Spettiniamo le frasche E gli abeti rossi, e quelli bianchi.
The Arpist
Fili Dal cemento. Pali distratti e non Abbastanza tesi. E le brezze, la pioggia, La nebbia, la tramontana Non si accorgono, non sanno suonare Quest'arpa sterminata Sconfinata Che accompagna le strade E stringe le case al petto Senza scintille, eppur corrente E velocissima. E tu puttana, tu Inquietudine I fili non guardi nemmeno Ché di notte Dici Tutto
C’è questa faccenda
C'è questa faccenda della morte. Questa faccenda con cui ci si confida Nelle notti lunghe. Lei ti dice cose, Nomi, Perché. Ti dice E' morta Elisa, senza fiato, col respiro di vernice. E' morta Gloria, fumando, e il fumo era ironia capitale E' morto Mario, senza dirlo a nessuno,
I puntini che non dovevamo
Quello che ci lasciano Le giornate di festa, d'ozio Sono una macchia d'acqua [d'acqua? Chissà
xmas tree
Allora? Cos'è questo Natale? Dove lo avete messo? Lo vedo, occhieggiare dalla tasca: E' una busta, un intruglio di auguri, Oppure lo avete chiuso A soffocare in una scatola Di cartoncino glitterato? E' lui che bussa? Di quale canzone batte il tempo? Cosa vi chiede? Da quanto non ne mandate una A
Vetrerie
Dicono che serva il bianco Un bianco sconfinato, di un intero foglio; Un bianco di neve O matematico, d'insieme vuoto, O d'occhio di bimbo, Spalancato quanto la vocale Che lo chiude. Dicono così. L'ho sentito dire, a voce alta. Io invece zoppico e mi appoggio ai quadretti E all'angolo
Sei tu, eri tu, sei tu
Di tutte le strade, tu Hai scelto questa. Il tacco secco, sul marciapiede gelato, Un colpo di tosse L'attesa di un campanello Che non è suonato. Era bello scegliere la cena, Porgere un fiore al piatto, O al tovagliolo. Inventare un dono Farne sorpresa, abbraccio, rifugio, anfratto. Dare un senso altissimo
Rubo rose
Rubo una rosa al giorno, a volte La strappo malamente, altre Ho le forbici, oppure Sono quelle cresciute male Sul lato del gambo Che si offrono Timidamente E spezzano il silenzio di un crac festoso. Rubo rose ogni giorno, a volte Seccano in macchina, altre Accompagnano fradicie Un tergicristallo, oppure Finiscono senza
L’inverno dei giorni
Porge rannicchiato il dorso Delle mani Incrociate in viso Il sole timoroso di dicembre. Noi non lo abbiamo guardato Veramente Incatenati alla cornice di buio. Siamo colpevoli Condannati Savi. Sul braciere di un tramonto, in nuce Cuciamo orizzonti immaginati. Siamo questi? Sono questi i tagli dell'abito Indossato e già liso? Non c'è scheggia, o brama,
S068
S068 Accettazione e pagamenti. P090 S070 Letti e riletti e riletti e riletti. Ortottica si bea del suo mistero. E ancora S090 P072 Mi portano in Giappone Tra nigiri e uromaki Ricordo Midori In un sogno di Murakami Che si faceva abbracciare da un orso Per noi bambini sempre bruno. E il