Dicembre 2018

Fili Dal cemento. Pali distratti e non Abbastanza tesi. E le brezze, la pioggia,  La nebbia, la tramontana  Non si accorgono, non sanno suonare Quest'arpa sterminata Sconfinata Che accompagna le strade E stringe le case al petto Senza scintille, eppur corrente E velocissima. E tu puttana, tu Inquietudine I fili non guardi nemmeno Ché di notte Dici Tutto

C'è questa faccenda della morte. Questa faccenda con cui ci si confida Nelle notti lunghe. Lei ti dice cose, Nomi, Perché. Ti dice E' morta Elisa, senza fiato, col respiro di vernice. E' morta Gloria, fumando, e il fumo era ironia capitale E' morto Mario, senza dirlo a nessuno,

Allora? Cos'è questo Natale? Dove lo avete messo? Lo vedo, occhieggiare dalla tasca: E' una busta, un intruglio di auguri, Oppure lo avete chiuso A soffocare in una scatola Di cartoncino glitterato? E' lui che bussa? Di quale canzone batte il tempo? Cosa vi chiede? Da quanto non ne mandate una A

Dicono che serva il bianco Un bianco sconfinato, di un intero foglio; Un bianco di neve O matematico, d'insieme vuoto, O d'occhio di bimbo, Spalancato quanto la vocale Che lo chiude. Dicono così. L'ho sentito dire, a voce alta. Io invece zoppico e mi appoggio ai quadretti E all'angolo

Di tutte le strade, tu Hai scelto questa. Il tacco secco, sul marciapiede gelato, Un colpo di tosse L'attesa di un campanello Che non è suonato. Era bello scegliere la cena, Porgere un fiore al piatto, O al tovagliolo. Inventare un dono Farne sorpresa, abbraccio, rifugio, anfratto. Dare un senso altissimo

Rubo una rosa al giorno, a volte La strappo malamente, altre Ho le forbici, oppure Sono quelle cresciute male Sul lato del gambo Che si offrono Timidamente E spezzano il silenzio di un crac festoso. Rubo rose ogni giorno, a volte Seccano in macchina, altre Accompagnano fradicie  Un tergicristallo, oppure Finiscono senza

Porge rannicchiato il dorso Delle mani Incrociate in viso Il sole timoroso di dicembre. Noi non lo abbiamo guardato Veramente Incatenati alla cornice di buio. Siamo colpevoli Condannati Savi. Sul braciere di un tramonto, in nuce Cuciamo orizzonti immaginati. Siamo questi? Sono questi i tagli dell'abito Indossato e già liso? Non c'è scheggia, o brama,

S068 Accettazione e pagamenti. P090 S070 Letti e riletti e riletti e riletti. Ortottica si bea del suo mistero. E ancora S090 P072 Mi portano in Giappone Tra nigiri e uromaki Ricordo Midori In un sogno di Murakami Che si faceva abbracciare da un orso Per noi bambini sempre bruno. E il