C’è questa faccenda
C’è questa faccenda della morte.
Questa faccenda con cui ci si confida
Nelle notti lunghe.
Lei ti dice cose,
Nomi,
Perché.
Ti dice
E’ morta Elisa, senza fiato, col respiro di vernice.
E’ morta Gloria, fumando, e il fumo era ironia capitale
E’ morto Mario, senza dirlo a nessuno, lasciando regali,
E’ morto Riccardo,
Romano,
Denis.
Tutti correndo.
E Fabio, senza prosecco e puttane.
E Bepi, da lontano, come le stelle.
E’ morta Giuliana, con tutta la tenerezza di cui era infetta
E poi Luciano, e Pierluigi, e Federico,
Di cui si parla sempre a sproposito.
E Maurizio? E’ vivo?
E Duilio?
E tutti quelli che ora non ricordo,
E non ricordano.
Loro? Come sono?
Perché c’è ancora questa faccenda della morte,
Che dirama dai corridoi
Dai cuscini, dai sedili,
Dal riassunto di una flebo,
Dall’eterno sgocciolare dei giorni.
Nadia
Molto toccante
Anonimo
D'inverno non ti puoi nascondere.