"Scala C" di Piero Colaprico**
Ma prima di mettere via il libercolo assieme agli altri vi lascio un po’ delle prime righe, tanto per.
Sulla poltrona di vimini, nella casa londinese del figlio Umberto, nella zona di Bloomsbury, l’ex maresciallo Pietro Binda staccò gli occhi dal computer. .
«Nonno, che cos’è il destino?» Quel suo nipotino, el Palmer, com’el ciamaveni, era un portento. Una volta, a sette .nini, gli aveva chiesto: «Nonno, cos’è davvero importante? Avere una bella vita o essere ricordato in un modo speciale?», lui aveva risposto qualcosa a proposito della conoscenza di se stessi e del tentare di fare le cose che ci rendono felici: «O, se non felici, tranquilli».
«Senti, ma tranquillo come il mare, che anclie se è calmo ha sempre le onde? O come una montagna, che non si preoccupa delle nuvole anche quando portano pioggia e neve? Che dici, nonno Peder?» aveva chiesto il nipotino.
«Ciumbia, che domandone… Meglio essere tranquillo come uno scoglio, che sa che il mare lo bagna, ma poi esce il sole e lo asciuga. Non c’è nessuna vita dove tutto filerà liscio, caro el me neudin.»
Adesso, a nove anni, Palmer gli parlava di destino. Chissà, magari sarebbe diventato uno scienziato, un bambino così curioso e introspettivo. O forse, come tanti nonni, anche lui immaginava un’immensa fortuna per il nipote di un semplice maresciallo, per il figlio di quel suo figlio che era stato più in gamba di lui e aveva lasciato Milano, l’Italia, la sua lingua per fare fortuna a Londra, con i computer. Peder un po’ diffidava di quei nuovi mezzi, ma l’Umberto era stato inesorabile: «Alla tua età, sei andato a rischiare la pelle per mettere in galera una banda di albanesi e sei vivo per miracolo. Il medico è stato chiaro, papa. Se vuoi tornare in forma, devi usare il cervello come fai nelle indagini. Anche perché, finché non guarisci del tutto, non ti lascio partire per le tue Grigne, no no, te ne stai qua con noi. E. se hai nostalgia di casa, ti spiego come superarla grazie a questo schermo ultrapiatto che stiamo brevettando…».