"Un altro mare" di Claudio Magris
Le prostitute arrivano in quei giorni anche loro da tutto il paese, visto che per quarantott'ore le monete scorrono e traboccano fra le mani dei bovari come le more che nel bosco del San Valentin ci si metteva in bocca
Puarte
Puarti cjase la passion dal signôr, la prime, rimpinade a cjalâ di adalt la glerie. La puarti cjase a cjatâ la ghigne rumorose dal zessalmin lis razutis ombrosis inte ploie di tarde Vierte dulà che il flât al cjape la vite pe man e la puarte pe
Della pioggia di oggi
Abbi cura di me Lasciami andare. Arrampicare Sopra il muro dei gelsomini. Farmi inchiodare Gli occhi dai martelli Della passiflora. Lasciami qui Non apportare modifiche. La scelta non consigliata Ti porterà da me Ma io non sarò lì Perché della pioggia di oggi Ho conservato il nome Di ogni goccia, anche di quelle Che senza
Nel latte, la Luna
L'ombra di porcellana è un quarto Di luna Nel latte bollente. Cresce, vivacchia. Ondeggia La neve del pioppo nel letto Di vaporoso di maggio; Una preghiera Sull'erba e sotto l'ombra tremula Del fogliame. L'illusione attraversa correndo Tutti i nostri cortili Ridacchia Ci prendiamo per mano al mattino In piedi Nella fila degli imbarazzi.
"Lettori si cresce" di Giusi Marchetta**
Allora. Oggi sapete cosa farò? Rimetterò via tutti i settordici libri che ho cominciato a prendere in mano senza leggerli e ne prenderò uno nuovo, con l'idea di cominciare, seriamente, i miei progetti di lettura per quando la smetterò di fare
eeeeeeeeehhhh
Prendo un pezzo di notte e ne faccio cose. Lo prendo piccolo: meno di un'ora. Lo prendo buio e umido, forse piovoso. Ne faccio una camminata, zaino in spalla, E dentro due costate da un chilo ognuna e salsicce in più. Porto con me una bandiera italiana, che
"Una lacrima color turchese" di Mauro Corona**
Bruttina. Ma davvero bruttina e noiosa questa favola di natale. Eh sì, mi tocca dirlo, e con il cuore in mano, perché si sa, a me il buon Mauro, quello di Neve, quello delle idee, degli inserti fantastici e horror, ecco,
Jenfri Basandiele e Cjarpenêt, a çampe o drete
A son robis che a son come guselis e ti sbusin la memorie e une di chestis a son i papavars, che ducj, di lôr, di piçui, si visin. Lu saressin inmò di plui, forsit, lis barburicis, ma a son
Non avanzano
Ah, ma io vi conosco. Ho mangiato nelle vostre cucine pietanze in forme buone Solo per una fotografia. E sono stato io a bere prima Di voi le birre che avete Millantato. Ho dormito nei vostri letti Che non siete mai capaci di bagnare di lacrime. E nelle vostre culle
Il giorno, alla serata
Hai appoggiato l'indolenza Sulla vecchia credenza Che di rumore e lavori non possiamo Far senza. Così chiedi e mi chiedi Perché dormo poco, bevo tanto, Preferisco il silenzio al pianto e alla risata E preferisco sì La notte al giorno e il giorno alla serata. Fosse anche un segno