Maggio 2015

Puarti cjase la passion dal signôr, la prime,  rimpinade a cjalâ di adalt la glerie. La puarti cjase a cjatâ la ghigne rumorose dal zessalmin lis razutis ombrosis inte ploie di tarde Vierte dulà che il flât al cjape  la vite pe man e la puarte pe

Abbi cura di me Lasciami andare.  Arrampicare  Sopra il muro dei gelsomini.  Farmi inchiodare  Gli occhi dai martelli  Della passiflora.  Lasciami qui  Non apportare modifiche.  La scelta non consigliata  Ti porterà da me Ma io non sarò lì Perché della pioggia di oggi Ho conservato il nome Di ogni goccia, anche di quelle Che senza

L'ombra di porcellana è un quarto Di luna Nel latte bollente. Cresce, vivacchia. Ondeggia La neve del pioppo nel letto Di vaporoso di maggio; Una preghiera Sull'erba e sotto l'ombra tremula Del fogliame. L'illusione attraversa correndo Tutti i nostri cortili Ridacchia Ci prendiamo per mano al mattino In piedi Nella fila degli imbarazzi.

Prendo un pezzo di notte e ne faccio cose. Lo prendo piccolo: meno di un'ora. Lo prendo buio e umido, forse piovoso. Ne faccio una camminata, zaino in spalla,  E dentro due costate da un chilo ognuna e salsicce in più. Porto con me una bandiera italiana, che

Ah, ma io vi conosco.  Ho mangiato nelle vostre cucine pietanze in forme buone Solo per una fotografia.  E sono stato io a bere prima Di voi le birre che avete  Millantato. Ho dormito nei vostri letti  Che non siete mai capaci di bagnare di lacrime. E nelle vostre culle

Hai appoggiato l'indolenza  Sulla vecchia credenza Che di rumore e lavori non possiamo Far senza.  Così chiedi e mi chiedi  Perché dormo poco, bevo tanto,  Preferisco il silenzio al pianto e alla risata  E preferisco sì La notte al giorno e il giorno alla serata.  Fosse anche un segno