Digital tsunami

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Digital tsunami

Allora, è da un po’ che non rifletto a voce alta sul blog, vero?
E sarebbe bene che continuassi a farlo, dai, su, ditelo.
Ma diciamo che è colpa di Daniele e del suo penna blu, perché ha avuto la bella idea di farmi un’intervista come editor, e alla fine, dai commenti e dalle domande, si è finiti a riflettere sul futuro dell’editor, nel mondo dell’editoria che è in piena fase di stravolgimento per via dell’avvento del digitale.
Tra l’altro, anche se voi ritenete che non c’entri molto, invece io dico che c’entra molto, hanno appena abbassato (ancora) le soglie di vendita per i dischi d’oro, di platino e bla bla bla.
Questa è l’onda lunga del tornado mp3, chiamiamolo così.
Un tornado che ha travolto le case discografiche e chiunque – nel bene e nel male – se ne occupi. 
Ecco, questo succederà anche in Italia, e succederà anche con i libri.
C’è una diversità di fondo, con i libri. Forse due. Anzi tre.
1) il libro si legge una volta sola e non si ascolta in radio. Questo cambia gli impulsi allo scaricamento gratuito del file in epub/mobi pocket o quel diavolo che è.
2) i lettori sono pochi, più vecchi e tendenzialmente meno propensi a imbrogliare. E diciamo anche che hanno due vie, per non farlo: le biblioteche, o hanno potere di spesa maggiore dei consumatori di musica, quindi li comprano.
3) per il motivo due, e per una idiosincrasia fisiologica al cambiamento dovuta all’età o alle attitudini, sono più refrattari all’avvento della lettura in digitale, tanto da creare una ridicola frattura tra le due modalità di lettura che – essendo fondata sul mezzo, e non sul contenuto – non ha ragion d’essere per ciò che riguarda gli aspetti culturali. Fatto sta che si demonizza il digitale, in particolare da parte di chi non ha mai provato la tecnologia e-ink. 

Ecco. Queste tre cose sono più o meno diffuse o discutibili, ma non è su di esse che verte la mia riflessione. Sono solo degli ostacoli che rallentano. Alla fine il cambiamento è avviato ed essendo market-guided non si arresterà, quindi, per tutti quelli che verranno travolti (editori in primis, ma anche scrittori, librai, bibliotechi, e lettori) si tratta solo del come e del dove saranno travolti.

La mia riflessione invece parte da un altro fatto.
C’è una legge in via di approvazione, del nostro amato Governo, che vuole portare alla detrazione fiscale del 19% per l’acquisto di libri, debitamente certificato. Bella cosa, voi direte.
Lo dico anche io, e trovo che la cosa dovrebbe essere generale.
Tenete conto che io sono uno che voterei e vorrei chiunque proponesse e perseguisse il wi-fi gratis ovunque e per chiunque, perché offrire informazione, di qualunque tipo essa sia – dal gossip alla didattica – è sempre positivo, a prescindere. Il miglioramente è nel sapere, non nel non sapere. Sempre.
Tornando ai libri…
Libri significa tutti i libri, da Volo al manuale per riparare il tagliafragole, dai testi scolastici alla narrativa, dai libri per bambini a quelli comici… Giusto?
Ed ecco la prima questione.
Dai libri cartacei ai libri digitali, anche. Il mezzo non importa, giusto?
Anzi, visto che la lettura in digitale è crescente, soprattutto ai libri digitali. Non è così? Perché il provvedimento, il nostro caro governo, minuscolo governo, lo sta facendo per agevolare, incentivare, diffondere la cultura, vero? O no?
Ma aspettate… cosa sento, che la lettura digitale è completamente esclusa da questo provvedimento!
Perché? Diamine, PERCHE’?!!?

Dante in digitale vale meno che su carta? La divina commedia è brutta, in digitale (con tante note, illustrazioni, collegamenti, informazioni in più…)? Un libro di storia, in digitale, dove magari posso avere collegamenti web, vedere immagini, file, filmati, leggere i discorsi dei politici e dei generali, comprare/leggere altri libri o articoli, informarmi meglio, ecco, questo libro è meno di cultura di quello cartaceo? Devo pensare questo?
Devo pensare che non si vuole che il ministero dell’istruzione promuova l’avvento del digitale nel mercato dei libri di istruzione permettendo alla famiglie con un irrisorio investimento in un e-reader ad hoc, magari integrato al banco, di risparmiare sui costi assurdi di libri magari promuovendo una selezione naturale dei testi un la possibilità di edizioni naturale fatte dai docenti stessi e quindi addirittura gratuite se fornite dal Ministero?
Ma certo, io non posso pensare che il Ministero dell’istruzione, qualunque esso sia, non voglia un avvento simile con così tanti miglioramenti. Certo che lo vuole! O sbaglio? No perché se il digitale per la lettura di narrativa è un tornado, per la didattica è uno tsunami… non lo dico io e non serve un grande cervello per arrivarci.
Altrimenti mi verrebbe da pensare che, essendo il mercato editoriale italiano guidato da tre grandi gruppi, uno su tutti, il leader distrugge librerie, legato anche a un personaggio politico molto influente, si voglia rallentare – se non bloccare – la morte di un certo tipo di cartaceo che purtroppo nel nostro Paese pare essere ancora molto in voga e non volerne sapere di svecchiarsi. No, dai, non posso pensare questo. Anche perché un provvedimento così dà vigore agli acquisto soprattutto di un certo tipo di libri… Per dire, quelli che si regalano, e non si regala Oe, Kirino, Yan o che diamine ne so, altri sconosciuti. Si regala Volo e Potter, Brown e Hosseini eccetera… E okay, per quelli scolastici è comunque un vantaggio, ma resta che non capisco o diciamo che ho forti dubbi sul perché non estendere al digitale. Come dite? Più difficili da controllare? Ma non diciamo cazzate, in cassa puoi battere matite colorate per libri, ma sul web no, anzi, sarebbe addirittura più facile, volendo, distinguere tra i codici per dare ai libri uno status (che ne so, il libro di Volo detrazione del 5%, quello di Eco 19%… no dai, okay, si scherza)
Insomma, io, in …

E vengo alla riflessione.
Come sarà il libro cartaceo del futuro, dopo che il mondo editoriale sarà spazzato dalla digitalità? Sarà diverso. Ci sono due tipi di qualità e i libri, con l’avvento della carta, dovranno evolvere in tal senso, così come hanno fatto o stanno tentando di fare i dischi.
Ecco. La direzione è quella.
Carta dovrà significare qualità del prodotto nella sua tangibilità, nel senso che dovrà essere bella la copertina, dovrà esserci qualità dell’oggetto, dovranno essere curati gli spazi, gli “a capo”, i contenuti in più, le immagini…. Prendete esempi come i libri che non possono avere un equivalente digitale.

Prendete la Divina illustrata dal Dorè, piuttosto che la vecchia edizione della Storia infinita, quella blu e rossa. Eccola la strada. Questi sono libri che è bello avere in carta. Mi vengono in mente esempi come gli Harry Potter, o libri simili. Per assurdo, vi dico, la copia digitale potrà essere venduta, per quanto mi riguarda, con allegata la copia digitale, magari con un sovraprezzo. Che ne so, la mia copia del Signore degli Anelli la tengo a casa, ne
llo scaffale, la leggo sul tavolo quando posso, ma se ho la digitale da battaglia è quella che leggerò in treno, su e giù dal lavoro, o nel letto. Ecco che io editore ti offro il libro di questo genere, in carta, se poi tu sei interessato al puro e semplice contenuto io devo, e dico devo, offrirti solo quello, in digitale, a prezzi bassi.
Perché fin che ti offro carta a prezzi che sfiorano i 20 euro, senza editing, con copertine fatte col paint, senza promozione, senza contenuti speciali, senza un cavolaccio di niente che abbia un valore, allora solo un povero deficiente spenderà quei soldi. Adesso. Tra qualche anno i poveri deficienti non ci saranno più.
Ecco perché c’è questo muro delle case editrici, e di molti scrittori, ahimè, contro il digitale. Ecco perché al muro stanno aggiungendo mattoni anche le amministrazioni pubbliche.

In questo futuro io vedo anche nuovi spazi.
Nuovi spazi, si diceva nella riflessione, per gli editor, quelli freelance, perché serve la capacità di affrontare un mercato che permette di non avere alle spalle un editore, ma è un mercato in cui si è pulviscolo, nel mare disordinato delle pubblicazioni, e soprattutto in cui un imperfetto approccio qualitativo porta al suicidio dell’autore emergente. Ecco che agenzie o singoli editor possono avere questo compito, questo spazio, e già sta succedendo, mi pare. Nel senso che uno scrittore può bypassare l’editore quando ha le spalle scoperte, ma il fianco no. Un editor allargato, quindi, che si occupa anche di come e dove proporre un romanzo, oltre che renderlo presentabile.
E poi c’è il settore disegnatori/grafici, perché secondo me anche lì ci sarà spazio. Serviranno sia alla carta, sia ai byte, ma serviranno.
E io mi fermo qui. Non so, mi andava di ampliare la riflessione. Ma siccome non voglio che vi perdiate a leggere, ché il nostro tempo è prezioso, né voglio scatenare diatribe, e acidi livorosi, diciamo che uso il post per diffondere bei disegni. 
Sono i disegni di Rebecca Dautremer, disegnatrice francese di cui vi ho già parlato in Pollicino, e di cui vi consiglio di sbirciare, in libreria, il Teatrino di Rebecca.
Forse non c’entra niente, con le mie riflessioni. Ma forse, un po’, c’entra.

Comments

  • 25 Dicembre 2013

    Molto interessante, e vero, credo. Il cambiamento è inarrestabile, ma lavorando sui grandi numeri, un rallentamento anche di poco significa un vantaggio economico enorme per chi specula, anziché guadagnare solamente, sui libri.
    C'è da dire che l'età dei lettori non è necessariamente più alta rispetto ai consumatori di MP3, direi che è solamente più ampia. Questo significa che i molti ragazzi che leggono sono una forza importante, e con il digitale saranno sempre di più, sia per ragioni economiche che per l'affinità con la tecnologia.
    Riguardo alla scuola, non so più che cosa sia stato di questa circolare del 2012 del Ministero della pubblica istruzione: http://www.pubblicaamministrazione.net/file/whitepaper/000181.pdf
    In cui al punto 1 si legge "Le adozioni […] a valere per il 2012/2013, presentano una novità di assoluto rilievo, in quanto, come è noto, i libri di testo devono essere redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale) ovvero debbono essere interamente scaricabili da internet. Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei."

    Continuo a pensare che la situazione si sbloccherebbe in modo grandioso se si trovasse un modo per le librerie tradizionali di trarre profitto dalla vendita di eBook. Tutti i librai con cui ho parlato, comprensibilmente, vedono gli eBook come un pericolo. Se si trovasse un valore aggiunto che possono fornire solo le librerie, e quindi la gente acquistasse eBook in libreria e non solo da Internet, la diffusione aumenterebbe, le case editrici rivaluterebbero il prodotto, e i libri che vengono realizzati in formati scadenti sarebbero semplicemente reindirizzati in elettronico, lasciando più risorse per realizzare libri cartacei di qualità buona o ottima. Oltre a questo, l'acquisto di eBook libreria diminuirebbe anche la sensazione di freddezza che lamenta chi vuole a tutti i costi leggere su carta. Sono convinta che trovare un'idea del genere cambierebbe tutto radicalmente nel giro di pochissimo.

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    • 25 Dicembre 2013

      tutto vero, sì. ed è vero che quel rallentamento permette di lucrare. e da quando sto dietro il bancone di una biblio tu non hai idea di quel che sento su "leggere sul computer" perché è questo che è ancora la visione generale dell'ottante e passa per cento, forse di più degli utenti. Eppure, qui in regione, c'è già la biblio 24/24, fatto con gli ebook. Ti iscrivi, chiedi, scarichi, dura un mese, poi fine. Come un libro normale. La differenza? che se sei nel letto alle tre di mattina e non sai che cazzo leggere e dici, e vabbè, prendo a prestito Dan Brown per vedere come cazzo scrive non devi aspettare la mattina e andare in biblio, non devi sentirti dire "no guardi, glielo prenoto, ma sa, sono già in venti e quindi c'è da aspettare." e soprattutto non devi spendere 20-25 per un libro che poi non sai che cazzo fartene e che poi, pure, non è granchè (già ce li stanno donando, quelli che li hanno comprati )
      ho presente la circolare, quella del ministero
      ma tra il dire e il fare…
      comunque ci sono già scuole, da queste parti, che sono avanti in tal senso. è una valanga: spostarsi, surfare o farsi travolgere. 😀

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  • 28 Dicembre 2013

    Non sapevo di questa cosa della detrazione fiscale e dell'esclusione dei libri digitali.
    Ma non mi stupisce, è l'ennesimo tentativo di affossare un mercato che presto o tardi travolgerà il sistema editoriale classico.
    Gli editori che vogliono sopravvivere abbracciano già il cambiamento, gli altri impongono misure per affossare il digitale (ebook a prezzi pari al cartaceo, ad esempio).

    E sta già cambiando il modo di proporre i lavori, con il digitale. Persone con competenze diverse collaborano per creare un libro: l'autore, un editor, un grafico e un impaginatore, le stesse personalità presenti dentro una casa editrice, ma senza il marchio appiccicato sopra, per proporre roba di qualità. Alla fine è solo quella che conta.

    Bellissimi i disegni, complimenti all'autrice. 😀

    Ciao,
    Gianluca

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