Jar of Bones – "A Red Stain"

Jar of Bones – "A Red Stain"

Avete presente quando venite a sapere che il vostro vicino di casa è capace di volare o di mangiare le noci senza rompere il guscio?
Beh, magari non proprio cose di questo genere, ma il concetto è più o meno questo, vi accorgete che non molto lontano da voi c’è qualcuno bravo, o che comunque magari non lo è ancora del tutto, bravo, ma che lo può diventare e si meriterebbe di.
Ecco, nel mio caso sono i Jar of Bones.
Ora, io non so che senso possa avere parlare di un disco rock in quest’epoca di muli e di orecchie che non ascoltano, o che ascoltano troppo.
Non so che senso possa avere parlare un gruppo che è finalmente arrivato al primo vero disco, prodotto con criterio, con una certa coerenza, che ha abbandonato la maggior parte delle ingenuità e dei mali che affliggono le band emergenti che non emergeranno.
Quindi non aspettatevi da queste righe il solito, ridicolo, articolo-marchettone pro gruppetto di casa, perché non lo sarà. E non aspettatevi nemmeno la recensione che dice “comprate questo disco perché è bello” perché non stiamo qui a raccontarcela, non sarò certo io a farvi comprare un disco, in quest’epoca in cui non lo fa più nessuno.
Io ve la metto in modo diverso.
Siete forse voi dei figli del grunge anni novanta che ha copulato selvaggiamente con il metal dei metallica e dei suoi blackdiscendenti? Bene, a voi il disco piacerà e il concerto vi piacerà molto.
Siete voi per caso dei giovanotti che ascoltano cose tipo i soad o gli alter bridge o i velvet revolver senza magari avere una minima idea (tranquilli, non è obbligatorio) sul background di questo genere di gruppi?
Bene, a voi questo disco piacerà ancora di più e il concerto vi gaserà come una cocacola squassata con  10 menthos dentro.
Siete voi di quelli che un buon concerto rock lo ascoltate con piacere purché vi trasmetta energia? Ottimo, anche per voi il disco e il concerto dei Jar è consigliato.
Siete voi di quelli che ascoltano Virgin radio pur consci che spesso spacciano il pop per rock ma è sempre meglio che lady gaga e mika? Ottimo, anche a voi interessa questo disco.
Il fatto è che molte volte il confine fra l’essere conosciuti e il rimanere sconosciuti è labile e spesso ingiusto.
Volete fare un esperimento assieme a me?
Dai facciamolo.
Fatto?
Ora ascoltatevi Damned Flies, Faith e My magdalene.
Poi tornate qui a leggere.
Avete ascoltato? Dai non fate i coglioni, cliccate e ascoltate…
Ok.
Al primo impatto potreste pensare che sono derivativi, è probabile. Ma più che probabile è ovvio, visto che l’ispirazione è già tutta nel nome del gruppo e non ne hanno mai fatto mistero. A qualcuno ricorderanno gli Staind (soprattutto per vocalità), e direi che la cosa non è un male.
Comunque non era questo l’esperimento.
L’esperimento è un altro.
Ora immaginate di essere nella classifica rock di virgin radio, avete presente?
Bene.
Immaginate che annuncino una nuova entrata e passino una qualunque di queste tre canzoni e provate a riascoltarla.
Dai, confessate: se accadesse voi pensereste immediamente che questa canzone E’ FIGA!
Avete capito cosa intendo quando i confini sono labili? Basterebbe veramente un niente perché i Jar of Bones passassero da 10 a 1000 persone sotto il palco, e vi assicuro che, soprattutto dal vivo, se le meriterebbero tutte.
Quindi okay, tutto questo post per dirvi due cose.
Il 27, ovvero SABATO PROSSIMO, c’è il concerto di presentazione ufficiale del disco al Matisse (sì, avete capito bene, è un locale con le donnine nude che portano a spasso la patata). Se potete, dovete esserci. Io ci sarò.
Per quelli invece che non ci saranno il 27, per motivi di distanza, magari, beh, segnatevi il nome e se vi capita di sentire che sono nei paraggi… beh cazzo, andateli a sentire! Come dicono loro… fans make stars.
Aggiungo anche altre due cose. Opinioni personali. A red stain è probabilmente il disco che ho ascoltato di più in questo inizio 2010, anche perché va benissimo per correre. In aggiunta, avendoli sentiti dal vivo qualche volta, credo sia anche un disco che è già lontano dalla direzione che stanno prendendo. Alcuni pezzi più recenti, che non sono nel disco, trovo che siano diversi, con più personalità e carattere. Con più maturità, com’è giusto che sia. Un motivo in più per ascoltarli adesso, per poter dire, fra qualche anno, io li conoscevo già.
E’ tutto amici di blogghe.
ah… dimenticavo: FUUUUUUUUUCCCCKKKKK!!!

Post a Comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.