
I Maestri del Colore, 13: Raffaello (II)
Qui, per esempio, troviamo rappresentati: la Giustizia, la Poesia, la Filosofia, la Teologia…
Insomma, per dire che sono lavori grandi e profondi anche nel significato, queste stanze. E non ve la sto a menare con tutte le descrizioni delle qualità delle opere di Raffaello. Da padrone, ovviamente, la fanno l’armonia delle misure e la distribuzione simmetrica rispetto al centro; la fusione del disegno e del colorito…
Insomma… era talmente perfetto che si parla di “perfezione classica” .
E insomma… è parecchio e molto specifico, la parte in cui si descrive l’arte di Raffaello, anche troppo specifica, per rompervi qua. Quello che lasciano, queste righe, è una totale dedizione del buon Sanzio a questo lavoro, soprattutto perché nella Cappella Sistina c’erano altri capolavori di artisti da lui venerati ed è evidente che voleva fare un lavoro unico..
Io preferisco invece lasciar perdere. le parole generiche, e concludere questa seconda puntatato guardando quadri, affreschi e dettagli, che forse è meglio. Fino ad arrivare a quello del raccontino.
Quasi gli avesse rubato i pensieri…
Aveva modificato il volto, rendendolo pietoso; la postura del drago, meno aggressiva, volta alla difesa, alla fuga; e aveva attenuato la violenza del gesto: ora azione rassegnata e incerta, senza rabbia o foga. Aveva permesso alla cavalcature di voltare la testa in uno sguardo interrogativo, quasi compassionevole. Persino la sognante preghiera della principessa, sullo sfondo, che pareva sorridere, lo infastidiva. C’era qualcosa di cattivo, in quell’opera, una morte ingiusta che poco si addiceva alla sua idea di santità, lui che di quella aveva avuto segnata la vita, dalla nascita ai natali.
Decise che avrebbe consegnato il secondo: il peggiore, artisticamente, ma il più sopportabile, nei labirinti complessi della sua percezione. Senza alcun motivo razionale, crebbe in lui l’odio per quell’incolpevole committente… prese la tavolozza, rabbioso, e tracciò una cresta sull’elmo del Santo, sotto l’aureola: una cresta di drago! Chi era dunque, la bestia?