Flor di Elena Vesnaver***
Io adoro i regalini per posta. Sappiatelo. Ogni volta mi rendono molto felice. 🙂 Di recente ne ho ricevuti due. Un libro da leggere (grazie Carla) e un altro librettino piccolo piccolo, che è quello che vedete di fianco e che invece è la nuova (mini) pubblicazione della già presente su questa pagine Elena Vesnaver (grazie Elena) 😀
Il librettino è davvero mini, e contiene un raccontino da tredici pagine e tre per descrivere i tags che danno il nome alla collana. Se vi ricordate i librettini a mille lire che si compravano sul banconi delle librerie quando si era in cassa (e avevano la stessa attrattività dei tic tac al supermercato), beh, ecco, la logica qui è più o meno la stessa, con la differenza che i tempi sono cambiati e ora un librettino così costa due euri e risponde a un’idea di una piccola casa editrice di Palermo (Porticello, per la precisione). L’idea è quella, come c’è scritto sull’homepage del loro blog, “di valorizzare scrittori esordienti e non, attraverso la pubblicazione di racconti particolari, capaci di lasciare un segno nella memoria di chi li legge“.
Inoltre specificano chiaramente di non essere una casa editrice a pagamento. Insomma, dai, lodevoli. Un progetto simpatico. Ah, si chiama 18.30 edizioni, l’editore e questo è il settimo numero di questa collana.
Il raccontino in questione sviluppa questi tre tags: Carte, Senza tetto, Morte di un clochard. Dirvi questo è già un modo per farvi capire qual è il tema principale del libretto. Non vi dico molto di più, ovviamente. Tutt’al più accontentatevi di sapere che è una storia d’amore, in qualche modo spruzzata di quella vena nerastra e sognante che contraddistingue tutti i lavori della Vesnaver.
Non vi dico che è un capolavoro, perché non lo è, ma non vi dico che lo si legge senza che lasci il segno perché non è vero. E’ una lettura rapida e gradevole. Credo sia in tema pieno con gli obiettivi della 18.30 edizioni, quello di lasciare un segno su questi tre argomenti.
Ok, è tutto. Non c’è molto altro da dire, ma siccome il libretto era curioso e piacevole, mi andava di parlarne.