"Il gentiluomo decollato" di AAVV***
Ebbene sì, leggo anche le raccolte di racconti del mondo underground. Soprattutto se me la regalano e vi partecipo (O me le regalano perché vi partecipo, devo ancora capire). 🙂
No, dài, non è proprio così… ho ancora delle raccolte AAVV sullo scaffale in cui ci sono anche io e che ho bellamente abbandonato al marasma dei “libri che non sto leggendo”.
La verità è che questa mi ispirava assai. Per almeno un paio di motivi.
Uno era il tema. Non tanto il tema in sè – del cavaliere senza testa sapevo poco e un cats e quel poco lo sapevo per la maggior parte dal film di burton – quanto perché il tema c’è! E nelle raccolte di racconti, un filo rosso, un’amalgama, ci deve essere, soprattutto quando trattasi di declinare le storie i vari modi. Certo, è un’arma a doppio taglio, perché che legge sa già che la storia parla di quella cosa, ma vabbè, io penso che si possa scrivere belle storie anche se sappiamo già di cosa parlano. E qui ce ne sono alcune.
Infatti, un tema così circoscritto come il cavaliere senza testa mi aveva pigliato subito bene, e attenzione, ho ricevuto la proposta molto prima che le decapitazioni isis andassero tanto di moda nei flusso dei media. Aggiungete che è Il gentiluomo decollato appartiene a quella collana che, da quel che ho capito, la Del Miglio fa uscire per il 31 ottobre. E aggiungete alla fine che sapevo della partecipazioni di scrittori che mi piacciono. Insomma… ho deciso di leggerlo, pur sapendo i rischi di questi tipi di progetti.
E in effetti, i rischi li ho incontrati. Vi dico subito che non posso bocciare questo progetto, che è serio, ben gestito e gradevole, ma è anche vero che non tutti i racconti mi hanno entusiasmato, anche se poi, alla fine, si scopre sempre qualche nome di scrittore che non conosci, e che cominci ad apprezzare.
Di bello, comunque, ci sono i disegni... eh sì! Lo sapete già che io sono un sostenitore dei racconti con illustrazione. Così come un tema dato libera la fantasia nello scrivere, anziché limitarla, un racconto libera la fantasia nell’illustrare. O almeno, per me è così.
E infatti, benché non tutti siano dello stesso livello, tutti stanno bene dove stanno, ovvero a presentare il racconto, quasi fossero un biglietto da visita. Aspettate, che ve ne faccio vedere un paio.
Il mio, per dire, che mi piace… e rileggendolo mi piace anche il racconto, che è andato, nella logica complessiva della raccolta, a cercarsi la sua originalità.
E poi, anche, ci sono due refusi, bioparco, che non so come ma ci sono, e porcozio anche te emanuele, e beccali, no, che sono entrambi sulla prima pagina del racconto. 😀
Vabbè… tanto dovete solo guardarvi il disegno.
E poi ve ne scanno anche un altro, ma dopo, o domani, quando rivedo tutti i racconti per segnalarvi quali mi sono piaciuti di più… adesso mollatemi che ho da andare a lavorare.
Eccomi qua, e in effetti è domani, cioè oggi, che poi è primavera, che poi è la giornata mondiale della poesia, che poi è sabato, che poi è… ebbasta! e quante cose volete in un giorno! 🙂
Dicevo che volevo dirvi dei singoli racconti, ma poi vi devo anche dire, che mi ero dimenticato, che di buono c’è che questa è una raccolta ricca, nel senso che ci sono 28 racconti, e insomma, se proprio devo leggere un qualcosa dell’underground, dove so che troverò qualche racconto buono e qualcuno meno buono, be’, che almeno ci sia quantità, insomma. Troppe volte ho visto raccolte di giovani virgulti letterari con una diecina di racconti da due o tre pagiine e ottanta pagine scarse vendute a una diecina d’euro. Qui almeno le pagine sono 265, ci sono i disegni, con qualche racconto complesso e qualche pezzo breve e immediato (e sapete che a me, le cose corte e immediate, piacciono).
E poi, tanto per chiarire che il progetto mi è piaciuto, dico al buon Emanuele, “Oh, guarda che ci voglio essere anche il prossimo anno, se la fai!”
E veniamo ai racconti.
Molto buono quello di apertura, che siccome Arona Danilo inizia per A (i racconti sono in ordine alfabetico d’autore) fa corrispondere il pezzo dell’autore più quotato a quello di apertura. E non c’è niente di innovativo, nel pezzo di Danilo, ma è maledettamente professionale, e mostra come si possa scrivere un’ottima storia dell’orrore senza andarsi a cercare voli pindarici o che. Se siete in mezzo agli USA, e state per rimanere senza benzina, nelle zone dove dicono ci sia ancora lui, il cavaliere senza testa, quello di Sleepy hollow, e un benzinaio è tanto gentile da consigliarvi di non proseguire, di pernottare… be’ dategli ascolto. L’unica cosa che non mi piace è il titolo, Area di servizio sulla sleepy Hollow Road, ma resta che questo, assieme a un altro, è il pezzo che mi è rimasto di più.
L’altro è Perlesvaus, di Luca Malaguti, (che è uno di quelli di nero per nove, poi, quello che mi era già piaciuto tanto) che è anche un pelo migliore. Tratteggiato benissimo l’eroe, Lucio, ex poliziotto ora paraplegico, e descritta alla grande la Toscana degli agriturismi dove pernottare. Dopo poche righe ho pensato: Ecco, è cosi che si inizia un racconto d’orrore ambientato in Italia, mettendo l’italia e un italiano.
Non so il mio, se è a livello di questi due. A me sembrava un buon pezzo, magari difficile, ma poi boh, non saprei. Se qualcuno ha letto la raccolta sono contento se mi dà un’opinione.
Poi… fatemi sfogliare la raccolta… Ecco, questi pezzi mi sono comunque piaciuti, letti con piacere, intendo.
Mi è piaciuto la messa in narrativa della leggenda metropolitana di Simona Cremonini, da cui mi aspettavo un po’ di più, lo confesso, ma il racconto alla fine era gradevole. Avete presente di quello che ha avuto un incidente in moto e sembrava non essersi fatto niente e poi… Indimenticabile, il titolo.
Mi è piaciuto Finfarli, di Enrico Martini, scanzonato e originale, con un bell’inizio in media res. Che poi, si sa, trovarsi a sfigare un cavaliere verde gigante non è facile…
Leggibile anche Forbici amabili di Rossana Massa, per chi ama andare dal parrucchiere…
Il terzo racconto in ordine di gradimento, invece, è Il compagno di viaggio, di Elena Paroli. Questo è buono, una bella scrittura… perfezionabile, in qualche frangente, ma nel complesso un ottimo pezzo. Completa la terna dei miei tre preferiti parlando di un bel giallo storico, con tanto di ingiustizia e maledizione.
Poi anche Camaro, di Oreste Patrone, era gradevole: una classica storia di Halloween, americanissima.
E poi e poi… sì, ho letto volentieri L’ombra che cammina, simpatico, e Benthal Green Station, con una bella ambientazione.
Insomma, dài, alla fine nonn è stato un peso leggere questa raccoltona. Certo… poteva essere meglio e non può piacere tutto, come ogni raccolta AAVV che si rispetti, ma rivedendola adesso, direi che se l’è cavata. E’ tutto, per oggi, buon sabato e buona primavera.
Ah… ora vi metto qualche disegno, un paio di quelli che mi son piaciuti.