“Gyo – odore di morte” di Junji Ito****

“Gyo – odore di morte” di Junji Ito****

Ma la volete sapere una cosa? Questo manga di Junji Ito non è pubblicato dalla J-pop, come tutti gli altri, ma dalla Star Comics. Ora… è talmente uguale che non me ne ero accorto e me ne sono accorto solo ora, cercando il link per Gyo – odore di morte. Non che io sappia che casa editrice sia una o l’altra eh, magari son lo stesso soggetto economico, ma così, era per dirvelo. Che poi, questo qua, me l’ha trovate gjate in Amazonia, per il regalo di Luca, a cui regalo sempre comics (I famosi Luca Comics) e non so se si terrà questo o quello di cui vi ho parlato tipo un paio di giorni fa.

Anyway… lo liquido subito, anche questo. Anche perché l’ho dato già via e non ce l’ho nemmeno sottomano, e se Luca si sceglie questo forse non lo vedrò mai più. E forse ammetto che mi dispiace più dell’altro, non so. Vi dico subito di cosa parla e che tipo di manga è, così vi sapete regolare. Allora… è una storia unica, fatta di miniepisodi legati e non slegabili. I capitoli, diciamo, sono più un espediente per gestire una storia lunga e che cambia direzione spesso, pur restando sullo stesso binario. Vi dico senza mezzi termini che è una figata eh. 

L’idea è questa. Si comincia con un protagonista, come si rivelerà poi, e la sua fidanzata dall’olfatto sensibile. Il loro rapporto emotivo è piuttosto mal gestito, a dire il vero. Cioè… non si capisce cosa ci stiano a fare insieme, visto che bisticciano di continuo. Ma la scintilla che fa cominciare tutto è un pesce che gli sale in barca e che puzza, puzza terribilmente. Lo scopriranno solo per caso che è un pesce, perché il pesce… ha delle zampe. Zampe metalliche. E in pratica puzza di… okay, avete letto il titolo.

Da qui succede il delirio. I pesci, tutti i pesci, compresi gli squali, escono dal mare, sulle loro zampette di ferro. I due erano a Okinawa, vanno a Tokio, ma i pesci arrivano fino là. Arrivano ovunque. Ma poi entra in gioco il classico scienziato pazzo, parente del ragazzo, e poi i pesci sono contagiosi, e poi si scopre che i pesci non hanno volontà. E poi e poi… e poi niente, diventa una post apocalisse dove l’odore di morte è ovunque e queste strutture metalliche che sono zampe si moltiplicano.

E il gas diventa protagonista. Gas ovunque. E insomma… basta spoiler. Vi dico solo che Kaori, la ragazza, farà una brutta fine. Anzi… tutti faranno una brutta fine. E l’inspiegabile rimarrà inspiegato, e va bene così. I capitoli si susseguono tra fughe e scoperte, tra momenti di disperazione in scenari post-apocalittici e momenti quasi comici, compreso un circo che usa i cadaveri con le zampe come attrazioni. La copertina alternativa che ho trovato in rete, in effetti, è migliore, a livello di horror, ma ti porta già a metà libro e preferisco il pesce, con quelle zampette orrende. Alla fin fine siamo di fronte a un’invasione di cyborg venuti dalle profondità del mare, che con l’aiuto di un batterio vivono e si muovono.

 

Poi vediamo… alla fine perfetto non posso dire che sia, ma a me è piaciuto molto anche quando sembra stroppiare un po’, con dei passaggi che ti viene da dire “Oh, Junji, anche meno, dai…” Ma credo, almeno boh, ho quell’impressione, che si sia proprio voluto divertire, e pace se dall’idea di partenza, pur senza allontanarsi, ha buttato dentro di tutto. Che ne so. Lo squalo, per dire, ‘sto squalo bianco con le zampe che si muove agile per le scale delle case, sale scende, mangia la gente… cioè, dicevo appunto… Anche meno dai. Eppure, forse, ci devo pensare, fa parte del fascino di questa storia, di entrare e uscire dalla credibilità. 

Direi basta così, dai. Sono curioso di sapere se LucaComic sceglierà questo o quell’altro.

Io vi metto qualche immagine va, che sennò, di che parliamo quando parliamo di manga.

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