Maestri del Colore, 9: Modigliani
Ma che razza di sibille,
parlate troppo presto e siete senza pupille,
come i volti del maestro,
Pazzi!
Sostenete il contrario del vero
Quindi passi che le vostre carte
siano state battute da sassi.
E io mai avrei pensato ci potesse aver lasciato così tante cose belle in così poco tempo.
Poi che dire.
Quando comincia, da maestri fattoriani, poco si parla di Simbolismo, divisionismo, decadentismo, ma le notizie e le correnti arrivano, e quindi, all’orizzonte, il giovane Amedeo le coglie. Da parte di madre ha famiglia colta e un po’ razzista al contrario, che ci teneva a essere tanto ebrea e colta da farsi risalire genealogicamente a Spinoza, e distinguersi per raffinatezza e aristocrazia, con ideali di giustizia ma anche di anarchia. E se le piglia tutte, ‘ste cose, il nostro.
Alla fine, insomma, studia materie come filosofia, poesia antica e moderna, politica, lingue e naturalmente storia dell’arte, sempre sotto la guida della madre, essendo spesso convalescente. Ed è interessante sapere che impara a memoria tantissimi versi, in modo caotico, di tutto un po’, sempre pronto a stupire e citare. Dante, Petrarca, Leopardi, Bakunin, Carducci, Verlaine, Wilde, Baudelaire, Nietsche, D’Annunzio… insomma, è colmo di poesia letta ed esaltata. Ha sete di figura emblematica, e non cerca il naturalismo.
E io dico, anche se qui non lo dice, che nelle figure umane, nei ritratti, ce la vedi tutta questa poesia. Questi visi, queste espressioni, sembrano declamartele, e sono quasi sempre tristi, melanconiche.
Tutto questo all’inizio, poi arriva parigi e arriva l’Impressionismo, e potete immaginare coi cosa può portare in uno spirito così predisposto vedere realizzate le proprie idee a quel modo.
Ve ne metto alcune, va, e poi altri quadri, e poi vedo di scriverci il raccontino, su questo qua, famoso. Voi potete guardarvi tante tante cose belle su questo sito.