"Graffiti dog" di Eleanor Nilsson***
Son le tre passate da un quarto, è santa Caterina, stan passando un brano bello bellissimo di But for lushes (horse and I) e io ho la luce ikea solare da comodino ancora là fuori, sul tavolo del giradino, e la devo andare a prendere, se voglio leggere il vecchio numero di Dylan Dog che ho pigliato. Ma, perché nelle storie della notte c’è sempre un ma, ma ho le pantofole ai piedi e fuori l’umidità è in agguato e la dovrei affrontare.
Oh, certo, potrei mettere un paio di scarpe, ma per farlo dovrei affrontare la pigrizia, e mentre io decido quale dei due nemici preferisco vi parto di questo ennesimo librettino dei Corti della EL, racconti brevi che fingono di essere libri, dedicati ai ragazzioni di età medie o poco più.
Vi ho parlato l’altro giorno, della Nilsson, o meglio, di quel suo libretto che mi son letto al volo e che non c’era la copertina e io vi ho messo un Picasso. Questo com’è?
Carino.
Carino e australiano.
Della seconda cosa te ne accorgi per un fatto, a un certo punto, ovvero che Derek, il ragazzetto protagonista, deve andare col cane dal veterinario, e la mamma ce lo manda a piedi, Va’, gli dice, ché tanto è vicino, e invece quasi ci schiatta, la bestiola, e non sta meglio il bambin, perché son chilometri mica da ridere. E a me è venuta in mente quella puntata dei Simpson dove Bart vuole scoprire se è vero che l’acqua dello sciacquone gira al contrario nell’altro emisfero e allora telefona accazzo in Australia e manda un Derek qualunque a vedere dal vicino di casa. Peccato il vicino di casa disti qualche ora di cammino. 🙂 (puntata bellissima, tra l’altro)
Vabbè, ma vediamo di mollare i cazzi miei e di parlarvi del libro.
Questo era carino, sì.
Ed era veramente uno di quei libri da adolescenti che non nascondono le cose, nel senso che non mostrano il mondo in bianco e nero, ma mostrano che tutte le cose hanno del bianco e hanno del nero. Vi spiego. Derek è un ragazzetto e gira gira, in prima persona, ci racconta di lui, che vive solo con sua madre, che lo smerdano un po’, anche se non troppo, perché il padre se n’è andato con un’altra e lui insomma, sta con la mamma, che è okay, ma lavora, e nel tempo perso che un ragazzetto aveva ai tempi del non internet e del non facebook beh… può starci che si metta ad andare in giro con una ghenga di writers mezzi delinquenti.
E magari trova anche un cane, che va qua e là.
E Derek, alla fine, ha bisogno di punti di riferimento, ed è strano che essi possano diventare un cane, se lo chiede lui stesso, che però sa, almeno, che dovrebbe star lontano dai tre poco di buono bravi con gli spray. Insomma… le cose si possono mettere anche male, non niente di tragico, ci mancherebbe, ma magari ci sta che se la piglino col cane, forse.
Ecco.
Di bello c’è proprio questo, un senso di ansia e paura che tiene viva la lettura, che anche se comincia con una sorta di lunga analessi, non lascia tranquilli, sulla prima parte. Il graffiti dog del titolo ci sta simpatico, e Derek non ci sta antipatico. E certo, non stiamo dalla parte dei tre writer, ma va detto che almeno, non parteggiamo nemmeno per Derek, che anzi, ci piace vedere come ne esce e magari come ne esce il cane. Perché insomma… alla fine devi scegliere, e qualche certezza devi averla, ma non è che serve sia proprio quella che direbbe il buon senso. A volte può essere un cane, a volte no.
E quindi dai, questo mi è piaciuto, è un raccontino semplice, ma ben costruito.
Roba giusta, per ragazzini, che magari chissà, riesci a far leggere pure i writer caproni. 🙂
Ah, dimenticavo, adesso volo a pigliare la luce e mi finisco il Dylan Dog, che è sicuramente meglio del Graffiti, là nella sua casa infestata, zeppa di citazioni shininghiane.
E mi bagnerò i piedi.
Riccardo Sartori
Ora sarai raffreddato. Come sta l'umidità? Salutamela tanto! 😀
Se una notte d'inverno un lettore...
Come "racconti brevi che fingono di essere libri"? Questa collana non la conosco, ma i libri piccoli sono i più simpatici… Ora sono alla riscoperta delle novelle di Stefan Zweig.
gelo stellato
stefan Zweig? mmm non lo conosco. Mi informerò 🙂 Grazie!
Anonimo
Porco dio