“L’ultima estate” di Barbara Garlaschelli****
Allora, sto leggendo un libro brutto e faticoso.
Colpa mia che me lo sono andato a cercare e sono stato ingannato. E per riuscire ad andare avanti ho deciso di liberare il comodino e leggere solo quello. Ma non ci riesco. E allora mi sono preso il ghiribizzo di leggermi altri, di questi corti.
Un progetto delle EL per “giovani adulti” che doveva avvicinare il giovani adulti alla lettura. Insomma… parliamo di una collana del 97-98 che non troverete mai in libreria e che per la maggior parte dei titoli è fuori catalogo.
Non se li incula nessuno, questi libri, per capirci.
Non dovrei nemmeno parlarne sul blog, visto che l’unico effetto che posso causare è quello di spaventare i lettori. Ma voi lo sapete, sono un anti blogger e faccio quel cats che mi pare e vi parlo di ciò che leggo. E ieri ho letto questo. In due puntate.
E vi dico subito che questo titolo, per ora, è il più adatto, bello e ben scritto che mi è capitato sotto mano. Forse solo Lucarelli, era all’altezza, ma questo è più mirato. Se io penso a un racconto di formazione, è proprio una cosa così che mi viene in mente. Uno di quei racconti dove si mira a un momento della vita e si scocca la freccia, colpendolo in pieno.
Il momento è l’ultima estate del titolo, chiaro.
E vi dico anche che ero molto curioso di leggerlo perchè pur seguendo la Garlaschelli qua e là in rete, e trovandola sempre piuttosto e piacevolmente schietta e intelligente, non avevo mai affrontato delle righe sue. Be’, sticazzi, è brava.
Brava perché scrive per ragazzi senza pensare che siano degli idioti e rispettandoli pienamente, pur buttandogliela giù facile, e pur, c’è un sacco di mestiere in questo, riuscendo a stare in equilibrio tra lessico, trama e riflessioni. C’è tutto di questo, ma non c’è troppo di niente. Insomma, è ideale per ogni tipo di adolescente, soprattutto di quell’età di cui parla, 14 anni, e anche se forse è un po’ più femmina-oriented, nelle parti in prima persona, direi che l’avventura a là goonies terrà attaccata con sapienza fino all’ultima pagina anche il meno interessato dei teppisti odiatori della lettura.
Direi, che se l’obiettivo della EL, all’epoca, era di avvicinare alla lettura una categoria di giovincelli molto poco avvicinabile, questo era il prodotto sulla strada giusta.
Di che parla.
Niente di che, ingredienti classici, ma ottimamente miscelati: una forte fortezza come ambientazione, sulla riviera ligure, una precisa descrizione delle estati in cui ancora non si ha niente da fare per due mesi, se non cazzeggiare con gli amichetti dell’estate, un’avventura plausibile, che non capita a tutti ma può capitare e che, alla fine, farà di questa estate l’ultima. Sì, perché lo sappiamo tutti, c’è un momento in cui si cresce, e per alcuni – i più fortunati, come me, per esempio – accade piano, e non te ne accorgi; per altri, accade in un istante solo.
E i passaggi più belli sono proprio nella prima persona che inframmezza la vicenda, fatta di riflessioni della bambina che non è più, e che malinconicamente si ricorda di com’era e cos’era e pensa al cosa sarà.
E poi c’è la sapienza di partire subito dicendo che qualcosa succederà, nel cunicolo in cui il gruppo di ragazzetti, di notte, si intrufola, per un’avventura, per disubbidire, per una delle tante “cazzate estive” che tutti abbiamo fatto, con i nostri amici.
Poi, volendo, per chi non ha 14 anni adesso, ci sarebbe tutto un discorso dietro, da fare, perché sì, questo racconto è ambientato nel ’79, se non ricordo male, ma pur rimanendo parecchio attuale alla lettura (mancano i cellulari, che sono l’oggetto che ha modificato completamente le geografie di libri e racconti, da dieci anni in qua) non è poi così scontatamente attuale adesso, in tempi dove questo tipo di disubbidienza, di avventura, di modo di passare la sera, temo sia raro, e sopravviva soprattutto nei paesi e nei borghi, quelli più lontani da città e modernità. Insomma… non sto facendo un discorso di bei tempi andati, dico solo che a riscriverlo adesso, probabilmente, ci sarebbe da fare tutta una serie di ragionamenti e finire per far creare ai ragazzini un evento privato su facebook al quale Luca, quello pauroso/sbadato che deve esserci sempre, avrebbe cliccato su “forse” partecipo. Insomma… ragionamenti miei.
Bene, è tutto, direi, o anche troppo, visto che questo è un racconto breve che si legge in meno di un’oretta e con estrema scorrevolezza. Libretto promosso in pieno, e inoltre, se volete sapere pure questa, l’ho finito ieri, cioè stanotte, dalle 4 alle 4.30, e mi è presa una malinconia bestia che non sono riuscito più ad addormentarmi fino alle sei di mattina e ho cominciato a pensare a un sacco di cose tristi sulla vita in generale e boh, insomma… è una nota di merito in più.
Se vi capita in mano in biblio, pigliatelo, se avete un ordine on line da fare, acquistatelo, ché tanto costa solo da uno a tre euri.
Ah, dimenticavo. Ho deciso che farò un post che raccoglie tutta questa inutile collana.
Non penso che sia una cosa che serve a qualcuno, ma me fotto, lo voglio fare e lo farò, e poi cercherò di leggerli tutti… e non sono facili da recuperare eh. Per nulla. 🙂
Riccardo Sartori
ok.
Anonimo
pare la riscrittura, al femminile, di Tempi memorabili ( C. Cassola, Einaudi), un bellissimo "corto" anche lui…
gelo stellato
orpo, allora me lo recupero!
Pingback: "Sirena (mezzo pesante in movimento)" di Barbara Garlaschelli**** – gelostellato