"Racconti abissali" di Àngel Olgoso****

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"Racconti abissali" di Àngel Olgoso****

Sapete… io mi sento in difficoltà quando mi propongono recensioni di ebook e mi tocca dire di no, oppure dire di sì ma non so quando riuscirò a leggere.
Però ho scoperto che ci sono difficoltà anche a dire sì e a leggerle dopo un giorno solo dall’aver detto sì. Cioè… sì, non vorrei che quelli della Siska editore pensassero che me la tiravo per chissà quale motivo. 🙂
E c’è anche un’altra cosa che ogni tanto mi mette in difficoltà. Cioè… io mi faccio questa domanda: Ma veramente questi qua vogliono che io recensisca (racconti, sarebbe più adatto) del loro libro qui, sul blog di gelo?
Cioè… voi che mi leggete sempre, amici di blog, lo sapete già che qui non trovate le solite recensioni con le analisi narratologiche, le parole chiave, il link giusti al dove si compra, quante pagine ha, vediamo il book trailer… Qua funziona che magari vi parlo per mezzora di cazzi miei e poi del libro, se vi va bene.
[Avviso: se vi interessano solo i racconti, e non i dintorni, saltate direttamente a metà post]

Comunque, vi dicevo, succede che ieri, dico ieri, ho ricevuto via mail l’epub di questi Racconti abissali, di Àngel Olgoso, e oggi, dico stamattina, mentre aspettavo il papi che stava facendo la scintigrafia (o come diavolo si scrive), me li sono letti e anche di gusto. Perché?
Be’… torniamo un passo indietro.
Sono racconti brevi(ssimi) di genere fantastico.
Sì, avete capito bene, quella roba che scrivo anche io, o meglio, che scrivevo un tempo.
Racconti e temi per gente che ama Borges e Cortazar, i racconti di Durrenmatt, alcuni echi Ballardiani, e Calvino, certo, e Kafka e Buzzati. Ecco perché l’altro ieri, quando ho risposto alla proposta di recensione, ho risposto senza nemmeno guardare tutti i link che mi avevano dato tipo scheda libro o dintorni vari. Racconti brevissimi fantastici? In regalo per me? MIEI!!!
Ed ecco perché ieri notte, addirittura, ingaggiando una sanguinosa guerra con i miei R.E.M. (no, che avete capito, non parlo della band, ma proprio del sonno che avevo addosso) sono riuscito a trasferire nel mio ereader il file. Eh, sì, perché se volete anche un’altra notizia, vi dico che da una settimana a questa parte ho fatto pace con il digitale e ho ripreso in mano il mio cybook.
Okay… come dite? Vi devo parlare dei racconti di Olgoso? Sì, sì… un attimo dai. Fatemi dire ancora una cosa. Sulla Siska editore, sulla paginetta di “buona lettura Raffaele” della mia copia da recensire e sull mission della casa editrice stessa che, riporto dal sito, “Attraverso i propri ebook. Siska Editore intende promuovere la passione per la lettura e per la cultura, per la scrittura e per ogni forma di creatività. Siska ama la lettura e i libri cartacei, talmente tanto che questa sua passione è sconfinata nel digitale: c’è molto che i libri cartacei possono imparare dai cugini digitali e viceversa.
Nei suoi ebook, Siska si avvarrà non solo di illustrazioni e di immagini fotografiche, ma anche di contenuti multimediali.”
Ecco, perché, in un momento in cui è molto calda la polemica sulla delirante posizione anti-ebook di alcuni, (qui da MrGiobbin e qui da Redrum per una rispo) (e qui da Angelo per la censura de Il fatto quotidiano”), ecco che mi fa parecchio piacere raccontarvi di cose che mi paiono buone e di gente che mi pare guardare avanti con le giuste prospettive, nel giusto modo e aprendosi alle nuove possibilità. Certo, non tutto può funzionare, ma è questa la via, e quindi, un punto e una cioccorana per la casa di Siska editore!
Anche perché, vi starete chiedendo, chi diavolo è ‘sto Olgoso? E non lo so, vi dico, però è un spagnolo, di Granada, classe ’61, che naviga da sempre, pare, nel mare del fantastico e della narrativa breve, raccogliendo e rielaborando in modo proprio le tematiche, gli stili e la classe di Borges e le visioni e le capovolte di Cortazar, prima di tutto. (E non lo dico perché c’è una citazione di Cortazar e un racconto su Borges, si capirebbe dai molti richiami, a volte forse anche troppo vicini all’originale).
Quindi, il primo merito di questo brevissimo ebook (58 pagine da ADE, ma di cui solo una trentina dedicata ai 24 racconti) è proprio quello di averci portato qualcosa di non italico e non proprio convenzionale, rubato alla spagna. Con tanto, e qui va sottolineata una piccola questione, di tavole dedicate e colonna sonora per alcuni racconti. Ecco… questa cosa è ottima. Lo sostengo spesso, sia l’idea di immagine che dipinge le parole, sia quella di musica che le accompagna. E qui ci sono. Una tavola la vedete in copertina, ma vi dico subito che, per chi usa lettori spartani come me, non a colori e con meno pollici di una squadra di pallavolo, le tavole non ve le godete. Dovete per forza guardarvele al Pc, e ne vale la pena. Sono 5 tavole che contengono idee... Più ci sono tre consigli musicali.
Ma… ehi. Vi devo parlare dei racconti!
Facciamo così, metto un avviso per saltare direttamente a questo punto.
Dunque, racconti di poche righe, raramente poche pagine. In comune hanno quasi sempre il “ribaltamento”, che per chi scrive, già sapete essere un qualcosa di pericoloso, quando è reiterato. Qui però il pericolo viene sfuggito. Non è una questione di “non me l’aspettavo” ma una questione di “non me l’aspettavo così”. Olgoso, infatti, ha una prosa molto secca, armonica anche quando allunga le frasi, e si vede che c’è del mestieri, in queste righe. Anche quando c’è un ribaltamento da ultima riga, o ultima parola, quindi, non si soffre del classico “senso di presa per il cool” in cui incorrono molti esordienti. Ci sono altri perché, vuoi allegorici, o soprattutto ironici, che portano le righe a dirti altro e che non ti lasciano insoddisfatto. Magari verrò qui a editare questo post a mente fredda, ma devo dire che non c’è nes
sun raccontino, anche quello prevedibile, che mi ha lasciato insoddisfatto. Mi sono piaciuti tutti.
Vi faccio un esempio (voi potete scaricarvi l’estratto dal sito della Siska, dove trovate tre racconti) e vi riporto il racconto più breve e più rischioso, che si intitola Coniugazione:

Io imploravo. Tu torturavi. Egli rideva. Noi moriremo. Voi invecchierete. Essi scorderanno.

Un’ideauzza, vero? Che vi già di già sentito, lo so. Anche a me, subito. Però poi l’ho riletto e mi son detto, be’.. però è ben costruito, ha un significato o più d’uno e mi ha fatto piacere pensarci. Ecco, questa cosa del “piacere a pensarci” la ritrovate anche in molti degli altri brani. Anche nel primo, per dire, molto simbolico, che potete leggere sempre nell’estratto. 
Vi faccio un altro esempio, di salvataggio in corner. Il racconto circolare. Sì, ovviamente non vi dico qual è, ma c’è un racconto circolare. Di quelli che iniziano come finiscono imitando una sorta di moto perpetuo narrativo che dopo la terza volta che ne incontri uno vuoi un mitra e alcune bombe a mano. Nel pezzo di Olgoso, invece, questo non succede perché sei troppo rapito dal modo in cui si sviluppa il brano che, con brevi immagini che si fondono una all’altra e frasi molto eleganti ti ammalia e alla fine ti va bene, che ti faccia lo scherzetto della circolarità. Tanto, il racconto è altrove, è bello per altri motivi. 
Ecco. Queste tutte note positive. Poi? Ah, non aspettatevi un fantastico che inquieta sempre, eh. L’inquietudine c’è, ma a volte; almeno una buona metà dei racconti, lascia il passo a ironia e/o riflessione. E’ un bene, ve lo dico subito, perché è proprio qui che gli echi degli scrittori di cui lo spagnolo è buon epigono si sentono di meno. 
Già, perché una buona parte dei racconti – e qui gli scritti prestano il fianco a critiche – avrà da voi valutazioni diverse a seconda di che tipo di lettori siete. Siete gente che si è letta i due sudamericani citati e stravedete, più o meno, per quel tipo di fantastico? Sì? Bene, voi e Olgoso andate molto d’accordo, stravedete per le stesse cose, ma quando leggerete alcuni passaggi rassegnatevi: penserete che quel passaggio è molto simile a, o vi ricorda quel. Non succede spesso, ma a me in 2-3 passi è successo e ovviamente viene meno la compenente d’originalità olgosiana. Pace, non è un danno, no, anche perché stiamo parlando di veri e propri omaggi, quindi è così che li ho colti. Anzi, mi hanno fatto voglia di riprendere in mano i due autori omaggiati.
Ma.-.. da dire solo un’ultima cosa. Il prezzo. L’ebook costa 4.99euri e già vi sento: Cosa? 4.99 euri per un file con dentro 30 pagine effettive? Sì, purtroppo è la componente negativa della digitalizzazione. 5euro sembrano tanti a noi lettori di ebook. Diventano giusti se ragionate sui contenuti, che diversi e multimediali (illustrazioni, traduzione) danno più o meno quel valore all’ebook, ma se valutate solo “le righe”, ovviamente vi fa dire che “dovevano mettercene di più, di racconti!“.
L’ho pensato anche io, quando sono arrivato all’ultimo e mancavano ancora una dozzina di “pagine” riempite da una post-fazione che non ho proprio digerito (inutile ri-raccontare i racconti: se li ho letti, li so, se non li ho letti, è spoiler totale) e da note varie sul libro e su altri prodotti. Però direi che lasciarti con l’acquolina in bocca, è un qualcosa di decisamente apprezzabile, per dei racconti brevi, e di un genere che forse, dalle nostre parti, non riesce ancora a trovare l’attenzione che merita.
Quindi, insomma... epub promosso, e con buoni voti.

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