
"I vermi conquistatori" di Brian Keene****
Si rischia di vederlo (più) bello perchè si è aspettato tanto, e dev’esserlo per forza, o di vederlo (più) brutto perché lo si è aspettato tanto, e si voleva di più.
Un po’ come la gnocca quando ne hai troppa o troppo poca.
Ma qui non parliamo di patate, ma di vermi.
Ed è prorpio per “I vermi conquistatori” di Brian Keene, che abbiamo aspettato tanto. E’ passato un anno da quando Edizioni XII ha dato la notizia della futura pubblicazione di The conqueror worms e a fine febbraio il libro è uscito.
Vi ho già spiegato perché dovreste comprarlo, voi là fuori.
Aquistare questo libro è un qualcosa di simbolico, è un modo di dimostrare che non siamo carne da cannone per vampiri emo e fantasy cuoreamore, per dire che sappiamo riconoscere chi ci prova, a portare qualcosa di diverso, in questo Paese alla deriva (editoriale, of course).
Però un libro lo si compra soprattutto perché è bello, e non è detto che se il libro ha vinto premi a destra e a manca, negli States, debba per forza essere un libro figo.
E questo libro?
Ero indeciso, all’inizio, tra tre o quattro stelline. Ma poi ho pensato due cose.
Cosa numero uno, che il lavoro fatto da Luigi Musolino, in traduzione, è molto buono. Sto leggiucchiando qualche pagina della versione english, prima di restituirla a Scemente, e il libro funziona veramente bene, anche in italiano.
Ha mantenuto intatte velocità e fluidità, le caratteristiche che avevo notato subito, iniziando le prime pagine anglosassoniche.
La cosa numero due è più semplice. Me lo sono divorato. Non sono un lettore che divora i libri, in questo periodo. Nei weekend estivi sì, lo faccio, ma adesso no. Leggo ai semafori, in bagno, mentre parcheggio, mentre aspetto le donne… ma non ho mai tempo per dedicarmi a oltranza alla lettura. Con i vermi conquistatori, invece, me lo sono ritagliato, perché, come per ogni cosa bella: volevo sapere come va a finire! E quindi gliel’ha dò, quella quarta stellina, anche se qualche pecca, al romanzo, gliela posso trovare.
Ma parliamo del libro, prima, soprattutto per voi, che magari siete capitati qui per caso, attratti dal Fun cool!, e molti riferimenti di cui sopra non li avete colti. Ve la faccio corta, anzi, cortissima.
Questo è un horror apocalittico. Ma un horror d’azione, senza tante menate, in cui una prima persona ci racconta la fine del mondo as we know it. Viene la pioggia e non smette più. Punto. Il mondo è sommerso e Ted Garnett, un vecchietto sugli Appalachi, ancora non sommersi, si trova ad affrontare questi vermoni che strisciano fuori dalle profondità della terra. Vermoni… fossero solo quelli! Garrett ci racconta la sua storia e le storie che altri gli raccontano, tanto per darci l’idea che i mostri non sono solo sottoterra, ma il mare ne è farcito come un piatto di spaghetti allo scoglio.
Insomma, è un’Apocalisse bagnata e caciarona, questa, in cui i superstiti devono cavarsela e tirare fuori il loro istinto di sopravvivenza. Come al solita la natura umana non ne vuol sentire, di rassegnarsi, e se da un lato si distorce in comportamenti folli e antisociali, dall’altro cerca di raccapezzarsi e ricostruire brandelli di un mondo che non c’è, e non ci sarà più.
E intanto continua a piovere…
E in mezzo a questo ci sono i mostri, si, i vermoni e non solo, che non si sa come, non si sa perchè, sono venuti sulla terra a far avverare le profezie bibliche. Con un trucchetto, invero piuttosto banale, Keene non ci mostra solo la situazione a casa di Garnett, ma ci fa volare con un elicottero per vedere come se la passano alcuni altri sulle cime dei grattacieli di Baltimora, ancora non preda delle acque.
Certo, se uno è una pigna in culo si chiede come mai il livello delle acque sommerga le montagne ma non i grattacieli, o come mai i tempi della parte centrale sembrino diversi da quelli del resto del romanzo (dubito che dopo 40giorni di pioggia uno ha già deciso di tirar su il proprio orticello e crescano già i primi tuberi).
Ma sono quisquiglie che ai fini della trama scivolano via senza che il lettore rapito se ne accorga. Non ti importa la verosimiglianza di alcune situazioni: sei dentro, c’è un verme gigante che sta per mangiarti, e vuoi solo trovare il modo di uscirne, per restare vivo ancora un po’.
E’ un libro che piacerà agli amanti di Lansdale, più che a quelli di King, comunque, perchè io ci ho trovato diversi punti di contatto, nello scrivere Keeniano, rispetto al buon Joe R.: da qualche metafora colorita, ai dialoghi realistici e rapidi, dalle descrizioni semplici e poco elaborate al modo di dipingere alcuni personaggi. Lo scopo di Keene, non nascosto, è quello di descriverci l’uomo, durante l’Apocalisse, e non solo quest’ultima. Ho trovato bellissima, a questo proposito, la dipendenza di Garrett dal tabacco, resa in modo così realistico che se qualcuno ha qualche vizio, interrompe la lettura per dedicarsi a esso – non si sa mai di venirne privati di lì a poco.
E ho trovato altrettanto riuscita, la pazzia del vicino di casa di Garnett, che già era pazzo prima che arrivasse il diluvio, e lo è altrettanto dopo, tanto da essere lui la causa di un sacco di guai. Altro che i lombriconi…
Insomma, le costruzioni dei personaggi sono tra le migliori frecce all’arco di Keene, perchè in un romanzo come questo – dove il nucleo di fondo è dato dal “solito” manipolo di sopravvissuti a una catastrofe che devono sopravvivere ancora – si rischiava veramente di essere stereotipati, nelle descrizioni umane.
Invece no, Keene è bravo, usa molta azione per far muovere le sue pedine, riuscendo a descrivercele piuttosto bene, e senza rinunciare, ogni tanto, a qualche stoccata molto american way riguardo proprio al suo Paese.
Poi che altro volete che vi dica?
Non ho amato molto la concessione alla classica, seconda puntata, lasciata nel finale, ma temo fosse un elemento irrinunciabile per un romanzo dove il narratore ti dice già, dopo poche righe, di essere solo e di essere spacciato. Per contro mi sono gasato una cifra nel rumble finale, fatto di un susseguirsi di azio
ni e reazioni, forse anche troppo ardite per un ottantenne, seppur in buona salute, ma a cui non pensi, durante la lettura, perché godi troppo a vedere se e come questi novelli Tremors sfidano i nostri bravi esseri umani.
ni e reazioni, forse anche troppo ardite per un ottantenne, seppur in buona salute, ma a cui non pensi, durante la lettura, perché godi troppo a vedere se e come questi novelli Tremors sfidano i nostri bravi esseri umani.
Insomma… la chiudo qui, perché non voglio rovinarvi il piacere di un sano, sanissimo, romanzo horror adrenalinico e d’evasione.
Riassumendo, eccovi, alcuni buoni motivi per comprare i Vermi Conquistatori di Brian Keene:
- condividete le mie idee di questo post;
- vi piacciono i mostri grossi, e soprattutto quando sono i mostri che mangiano gli umani;
- siete di quelli che ogni volta che passano Tremors, alla TV, lo riguardate;
- Ogni tanto avete proprio bisogno di un romanzo dove ci sia poco da pensare e succedano un sacco di cose fighe;
- volete un romanzo dove, per una volta, gli adoratori di Satana hanno ragione e i bigotti chiesaioli, torto marcio e se la passano piuttosto male;
- vi piace bullarvi con il prossimo dicendo che è il primo libro che esce in Italia di Keene, fingendo di conoscerlo da anni, millantando di aver letto il libro in lingua originale e di essere sempre un passo avanti, possedendo già questo libro, invero molto figo.
Io, per esempio, ricado in tutte queste categorie. 🙂
Chiudo dicendovi che se siete pigri, per l’acquisto, mandatemi una mail all’indirizzo lassù, in altro a destra, e vi faccio tutto io.
Bene, è tutto… e adesso andiamo a sistemare gli ultimi Fun cool! 🙂
Nick
Insomma fai proprio venire voglia di leggerlo.
Ed intanto qui in Italia altri editori non fanno altro che puntare su Welligton ed i Vampiri ghei.
gelostellato
ma tu te lo avebbi pur prenotato, tu non devi leggere questi post 🙂
e comunque
morte ai vampiri ghei! :[
Alessio
Ma quanto son belle le copertine delle edizioni XII? In ogni caso qui mi sembra un sacco bella anche la trama, e da amante di Lansdale domani mi fionderò in libreria a ordinarlo. Non vedo l'ora di leggerlo!! Bellissima recensione 😀
Anonymous
Luigi Musolino è quello che ha vinto il RiLL l'anno scorso, giusto?
gelostellato
@Alessio
e fai bene!
@anoniman
sì, è quello che l'anno scorso ha vinto un po' tutto, quel malefico di gigidrasca!
Ylenia
Chiedo venia, l'anonimo di sopra c'est moi e anche la Yle con l'account di Google, solo che il più delle volte mi secco a loggarmi.
gelostellato
figurati!
su questo blog c'è totale libertà 🙂
gli anonimi valgono quanto ogni altro 😉
Luigi Musolino
Gran recensione, Gelo! Hai toccato quelli che anch'io considero i punti di forza del romanzo, ed è bello sapere che qualcuno va a pescarsi il volume originale per dare un'occhiata alla qualità della traduzione! 😉
Sulla leggibilità del romanzo di Keene… be', non si discute, bisogna coinvolgere Ferru e fargli scrivere un post del tipo "Il libro più veloce del mondo", o qualcosa di simile.
E sì, quel vecchio pazzo di Earl è uno dei personaggi migliori! ciau
Piscu
naturalmente si parla solo del PRIMO tremors, vero?
gelostellato
assolutamente sì
tutti noi amiamo la scena del vermone che si schiatta contro il cemento… che figata
gli altri nemmeno so che esistono
mai visti, credo. 🙂
Alessio
Bene, una libreria (qui a Torino) mi ha detto che i libri delle Edizioni XII si comprano solo online, e che così c'è scritto sul sito (quando persino io ho letto che non è così), alla FNAC che ci vuole un mese-un mese e mezzo per farlo arrivare…lo compro online 😐
gelostellato
@Alessio
E fai bene, ché tanto questo sarà il futuro
E aggiungerei anche libreria vergognosa, da boicottare!
Comunque ben ti sta, visto che ha rifiutato la mia offerta di assistenza all'acquisto 😛
Ah, una curiosità… ma il tuo blog si chiama pipkin in omaggio al libro di bradbury che a me non è piaciuto per nulla? significa che ti è piaciuto? (L'albero di halloween)
Fab
Sembra incredibile, ma molte librerie si sbattono un sacco per non vendere libri che non hanno esposti.
Poi si lamentano che c'è crisi e non si vende…
Tra l'altro non è neanche la prima volta che una FNAC di Torino dà questa risposta a un acquirente di titoli di Edizioni XII.
Alessio
Ahah ma pensavo l'assistenza fosse per persone a te vicine :O Come funziona? Cioè, come fai ad ordinarlo per me ma facendolo pagare a me? :O
Comunque sì, ci hai preso sul personaggio! Anche a me il libro non è piaciuto per nulla, mi piace solo l'idea dei bambini che si mettono alla ricerca di 'sto fantomatico Pipkin (e soprattutto mi piaceva il nome =))
gelostellato
le vie di gelo sono infime… no cioè, volevo dire infinite, dontuorri 🙂
sì, pipkin in effetti era simpatico
questo è vero. 🙂