“Se mi lascia non Vale” di Valentina Stella (epub)****

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“Se mi lascia non Vale” di Valentina Stella (epub)****

Succede questo: da tanto, troppo, non leggo in epub… perché?
Due motivi. Non avevo più i due lavori nelle due biblio dove in macchina leggevo. Alla fine, anche se poche pagine per tragitto, in una settimana o due un epub lo leggevo.
Punto due, con gli altri lavori che mi tengono lontano dal cesso di casa per 12-13 ore al giorno ho cominciato a leggere libri, quelli classici, quelli che ho da millenni, magari nelle collane che regalavano coi giornali, e quindi, alla fine, leggo su carta, a scuola, o ai semafori, o addirittura a letto, e l’ereader resta lì, sul sedile, nell’astuccio con le caramelle comprato da Tiger.
Ma da 2-3 settimane ho ripreso il lavoro della strada dove leggevo e ho ripreso in mano anche il lettore, e ho cominciato leggendo qualche pagina. E qualche pagina di cosa?
Di questo!
Sì, perché mi sono già letto due delle guide della Zandegù, quella sul fallimento e l’abcdiario, ed entrambe mi sono piaciute.
Anche ripensandoci adesso me le ricordo bene e con piacere  e quindi ero abbastanza sicuro che anche questa l’avrei letta in poco tempo.
Anche perché mi sentivo terribilmente in colpa coi poverini della Zandegù che mi amano tanto, visto che mi scrivono ogni volta nonostante io impieghi tempi biblici a leggere le loro cose. Oddio… va detto che almeno le leggo col piglio di chi le vuole leggere e non deve farlo, ma poi, sapendo che faccio le recensione parlando soprattutto dei cazzi miei, beh… insomma. Mi sentivo in colpa lo stesso.
E comunque, a parte il senso di colpa, che nel mio caso funge da propellente quanto una carcassa di bufalo albino nel motore di una Panda, immagino che l’avrei letta in poco tempo lo stesso, questa guida, perché sono prodotti che hanno capito alla perfezione le necessità del lettore a cui si rivolgono.
(uno che legge in macchina, vuole cose simpatiche ma non stupide, curate, agili e non lunghe)
Ma poi è successa una cosa. ovvero, ho ricevuto una mail, che mi comunica che era in uscita un’altra guida. Una guida che mi interessa. E io mi sono sentito una merdaccia. E così ieri, che era una giornata di quelle no, mi sono messo a letto e ho letto 1/3 di guida, qualche pagina ieri sera che ne so, 1/7, e poi circa 2/5 stamattina, dopo colazione, cazzeggiando domenicalmente. Insomma.. l’ho finito e a grande richiesta della morosa ho dovuto anche rileggerle una categoria di lasciatori, quella dei puntuali, che le è piaciuta assai e l’ha fatta un po’ ridere, ma anche angosciata.
Sì, perché questa guida è stata per me un’illuminazione, e non molto piacevole.
Vi spiego… Valentina Stella, dall’alto della sua grande esperienza, che l’ha portata a essere lasciata settordici volte, nonché a conoscere altre lasciate, opera un tentativo di definire una tassonomia del lasciatore, suddividendoli in categorie, di cui una – quelli che non lasciano – è fatta di sottocategorie.
Ecco… io sono, più o meno, con pochissime eccezioni, tutti questi uomini.
Tutti i lasciatori in uno!
Dovrei fare mente locale, dovrei ricordarmi nomi e persone, ed è davvero impossibile, ma io, sono stato tutti questi lasciatori per davvero, e quasi mai la cosa è lusinghiera. Oddio… che io sia una pessima persona, lo so, da anni e lo dico sempre. E’ che le donne sono bestie strane, più gli dici “guarda che sono stronzo, guarda che sono un bastardo, guarda che io ho interesse solo per me stesso e mi basto…” e meno loro ti credono. Il dialogo tipo, ormai, da vent’anni a questa parte, è questo.
-Mi ami?
-No.
-Ti piaccio almeno?
-No.
-Se non ci fossi ti mancherei?
-Ma sei fuori?!
-Mi tradisci allora?
-Non ho tempo! Faccio tre lavori e il tempo libero preferisco leggere, scrivere o andare a correre, ti pare che lo sprecherei scopando altre?
-Ma sei proprio così stronzo?
-Eh, sì… te lo sto dicendo.
-Mmm…
-Mmm cosa
-Non è vero.
-Cosa non è vero?
-Tutto quello che hai detto.
Comunque… continuo dopo adesso mi colgo quest’ultima ora di sole per andare a fare una corsa per smaltire il pranzo e far posto alla cena.
Fatto. C’era anche un bel tramonto, e mi sono ascoltato due dischi dei PJ, il secondo e terzo. E poi ho fatto una supercacca e poi niente, la doccia e via, pronto per nuove avventure, tipo finire questo post. Ma vi stavo parlando di questa guida. Allora… dunque. E’ una guida per donne, nel senso di quello che vuole insegnare, ma servirebbe molto più agli uomini, per ciò che potrebbe prevenire.
E’ fatta di una prima metà decisamente riuscita. Effervescente, fresca, spassosa, eppure a modo suo molto vera, molto seria, e non solo perché racconto con uno stile frizzante cose che bene o male sono capitate a tutti, ma perché è proprio buona l’idea, e ben gestita. Riesce a entrare in rapport col lettore quasi subito, andando a toccare corde che abbiamo sentito vibrare, nel nostro passato amoroso.
Poi, la parte finale, finisce per appesantirsi, perdendo di ironia e diventando un po’ troppo manualistica, (oddio, direte voi, e che cazzo t’aspetti, è un manuale) ma forse diciamo pure che è la parte che noi lasciatori, a cui è dedicato questo libro, sopportiamo di meno, perché si dà la ricetta per il dopo (ironia, amici, passione, piangere… cose così).
Però io lo so cosa volete voi, là fuori. Volete che vi sveli le categorie di lasciatori e che vi dimostri che io sono tutti loro… Perché siete curiosi e pettegoli. Non so se è possibile. Io ho la memoria dei pesci, e tendo a cancellare, quindi molte cose non le ricordo. Inoltre rischierei vari linciaggi e ritorsioni a ogni cosa raccontata. Ma vediamo… Allora, la nostra guida dice che i lasciatori si suddividono in:
I traditori.
E okay… devo dire che? Ho tradito tutto e tutti sempre. Sono peggio della canzone dei Litfiba, Non saprei però dire quando ho tradito e lasciato, cioè… non me lo ricordo. Oh poco… Forse ero piccolo, credo, una volta che mi ricordo, di più, con una rossa che era la terza di tre sorelle rosse e che credo mi diede solo un’occhiataccia che tutto diceva, mentre mi scoprì a baciare un’altra tizia mentre il suo moroso la teneva per mano e parlava ignaro con un suo amico. Robe dell’altro millennio insomma… 
I sinceri
quelli che cioè ogni tanto sarebbe meglio una bugia di comodo, che la verità. Tipo non so… ti lascio perché sei vuota come una zucca secca non capisci niente di arte libri musica sport tramonti mare bellezza e boh… tutte le cose che amo. Hai solo due belle tette, ma mi son stufato anche di quelle. Okay… okay, mi avete scoperto. Ho fatto follie per le belle tette, perdonatemelo.
i puntuali
quelli che scelgono il momento meno opportuno per. Ecco… so di averlo sicuramente fatto, so di essere un puntuale, ma non mi ricordo con chi e con cosa. Forse boh, prima di san valentino, perché mi rompeva enormemente il cats fare i regali. A me i regali piace solo riceverli. 🙂
i pausisti.
Ah, questi son famosi, quelli che si prendono una pausa, e poi vediamo. Non so… questa cosa non credo di averla fatta. O meglio, l’ho fatta, ma non l’ho comunicata alla controparte. Non chiedetemi perché… a volte non so i miei perché.
i viaggiatori leggeri
ovvero quelli così straimpegnati che non vogliono e riescono ad avere una relazione. Questo sono io, inutile. E’ così sempre, da tutta la vita. Faccio cose, continuamente, a tutte le ore, sempre, e ne trovo sempre di nuove, continuamente… e niente. finisco che non ho tempo per la donna. o meglio, lo trovo… certo, finché lo trovo, vuol dire che va bene. Certo… è anche un bene, per quanto mi riguarda. Ricordo che una volta, una tizia, mi lasciò perché le dissi che preferivo stare a casa a scrivere un racconto che avevo in testa che uscire con lei. Lo prese come un’offesa enorme… pensò che avessi un’altra. Da quella volta ho imparato che quando voglio stare a scrivere devo sempre mentire e dire che esco con un’altra o con gli amici, poi sto a casa a scrivere. 
i paninari
che è ingannatrice, come definizione, ma diciamo che sono quelli che tornano con la ex, che alla fine, dentro al cuore, ex non è mai stata. Eh sì, io sono a rischio anche di questo. Amo un sacco io, per sempre. Ne ho almeno una cinquina che potrebbero tornare in ogni momento e riprendermi. Ovviamente per sperimentare un altro modo di essere lasciate, certo, tant’è.
Gli allergici (al matrimonio)
Se non sono sposato ci sarà un perché, giusto? Sì, c’è. Io.
Ai confini della realtà
Ecco… questo è forse la parte più spassosa. E io, per farvi capire, vi regalo un estratto. E fatevele due risate, suvvia.


Lo ammetto, sono i miei preferiti. Non credo ci sia bisogno di un commento, basta elencarne alcuni, uno dopo l’altro.Filippo usciva con Caterina da due anni.«Pronto, ciao amore!»«Ciao».«Cos’hai? Ti sento triste».«Eh…»«Dimmi, amore: cosa c’è?»«Sai, Cate, quando i cavalli da corsa stanno molto male si fanno due cose: o si portano dal veterinario o si uccidono con una pistola. Non si mandano mai al macello. Lo fanno perché meritano una morte immediata. Ecco, io con te ho deciso di non portarti dal macellaio.»E dopo una pausa aggiunse: «Mi dispiace, ma lo faccio perché ti rispetto».Stefano e Anna, fidanzati da un anno. Era inverno, loro lavoravano nello stesso ufficio e lui un giorno disse: «Amore, stasera vieni a cena da me? Ti faccio il roastbeef al sale».Lui era strano, aveva un’aria furbetta e lei, tornando al computer, scrisse un’email alla sua migliore amica.Mi ha invitata a cena, sembra quasi che abbia qualcosa da dirmi. Se mi dà l’anello, l’addio al nubilato lo facciamo a Parigi ☺Si presentò bellissima, e appena entrata in casa di Stefano avvertì nell’aria l’elettricità dei cambiamenti.«Siediti, amore. Ecco qua un bicchiere di vino. È il Negramaro che abbiamo bevuto in Salento, te lo ricordi?»«Come potrei dimenticarlo?» rispose lei sorridendo, con il cuore aggrappato alla gola.«E tieni anche una sigaretta».«Ste, ma cosa succede? Mi devi dire qualcosa?» chiese Anna con trepidazione.Ci fu un attimo di silenzio, e lui abbassò gli occhi verso il pavimento. Poi tirò fuori dal pacchetto un’altra sigaretta, la accese e tornò a guardarla.Per Anna fu un arcobaleno velocissimo di emozioni: prima speranza, poi allegria, poi batticuore, e poi, all’ultimo, con i suoi occhi di nuovo addosso, disperazione.«Sì. Ti devo parlare. Ti ricordi di Rebecca? Quella ragazza con la quale ho avuto una piccola storia prima di te?»«Sì. Cioè no, so solo che c’è stata, ma non me ne hai mai parlato molto».«Ci siamo rivisti. Qualche mese dopo che ci siamo messi insieme noi. Tu eri al mare con Vale, ricordi?»«Sì. Ma è stato tanto tempo fa».«È stata solo una sera, solo una cazzata».«Stefano…»«No, aspetta, devo dirti un’altra cosa. Rebecca è incinta. Di sette mesi. Io non posso proprio più stare con te».Anna gli lasciò dire ancora qualche frase sconnessa, lottò contro il desiderio di riempirlo di insulti, poi gli buttò addosso tutto il tuo Negramaro del cazzo e scappò a casa sua.Per anni si è chiesta come fosse potuto succedere, come avesse potuto lui, così dolce, gentile e attento, farle questo, come si fosse svolto tutto (avevano cominciato subito dopo quella notte e quindi lui l’aveva tradita per mesi? Non avevano mai smesso di uscire insieme e quindi forse era stata lei l’amante?), ma soprattutto si è fatta una domanda migliaia di volte e non ha mai avuto nessuna risposta: ma perché, perché, perché proprio il roastbeef al sale?

Ve le siete fatte?
Figo dai… Ma poi ci sono ancora i lasciatori che non lasciano. E lì mi ci sono ritrovato appieno.
Tipo… Gli illusionisti, quelli che spariscono, non si sa dove, come, perché… Cioè, io il dove come perché lo so, ma non son cose che si possono dire, e allora amen, sai che ti perdi delle cose, amicizie, persone, lavoro, bellezza… ma è un prezzo da pagare. bisogna sparire, a volte. 
Gli indifferenti sono quelli che se ne fregano, diciamo, come se nulla fosse accaduto. 
I timidi, che lasciano per interposta persona
Gli innocenti, cioè quelli che si fanno lasciare, tirandosi addosso le peggio cose, persino inventandosele. E forse questa è la categoria che più mi si addice. In ogni caso, solo gli indifferenti non sono molto il mio tipo. 
E per ogni categoria, in ogni caso, trovate cose spassose e fintamente easy. Si, dico finte easy perché un paio di cose le capisci, dell’autrice. Che ha mestiere, tanto per cominciare. Si vede non solo dalla scrittura catchy al punto giusto, ma da un modo di fornire e abbellire gli aneddoti senza mai essere pesante e restando sempre in bilico tra serietà e leggerezza. 
Seconda cosa, e chiudo il post, che doveva essere corto e invece è venuto lunghissimo… pensavo, che devi comunque avere un vantaggio competitivo, per vedere il mondo così.
Nel senso… essere lasciati e farsi una doccia, un pianto e poi uscire con gli amici e ricominciare e trovare in meno di tre mesi un’altro figo è una cosa che non è per tutti…
Cioè, devi essere una cosa e averne un’altra.
La cosa da essere è figa, o comunque abbastanza quaglia da non essere schifata dal mondo maschile.
La cosa da avere è gli amici, e non è cosa poi tanto ovvia. Io non ne ho, per esempio.
E insomma… facile dare consigli quando sei quaglia e piena di amici e stai sorseggiando vino da una mansarda sopra i tetti di torino… Non so se valgono anche per una racchia che ha avuto un solo uomo nella vita e l’ha perso e sa che è cessa quanto il bisonte albino di prima dopo essere uscito dal motore e non ha amici e al massimo può sorseggiare una birra del discount tipo una Karpakye guardando un carro di letame che passa per il borgo di Culonia. 🙂
Comunque io sono uno che di una così potrei facilmente invaghirmi… ma se mi accadesse, le regalerò subito questo ebook, così può scegliersi il modo di essere lasciata 🙂
Bene. E’ tutto. Vado a mettere tutto on line. 
Ah, dimenticavo, un altro motivo per comprarlo sono i disegni, uno per ogni lasciatore, ottimamente interpretati da Ilaria Urbinati. E il titolo, il gioco di parole, è una figata, un applauso per chi ha avuto l’idea.
Ah, seconda cosa. Queste guide mi fanno voglia di scriverne una pure io. Me ne fate scrivere una? Dai dai dai dai dai… ho già in mente l’argomento!

Comments

  • 23 Febbraio 2015

    Ehi, grazie!!! Questa tua recensione mi è piaciuta tantissimo! E sono d'accordo: dovresti scrivere un manuale anche tu!!! 🙂

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