"Breve storia della demagogia" di Claudio Pira**(*)

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"Breve storia della demagogia" di Claudio Pira**(*)

Sapete cosa ho fatto giovedì che avevo festa? Ho deciso di sprecare la giornata facendo cose di casa e cose di internet e ne ho fatte pochissime. Però una l’ho fatta, che è stata quella di sistemare i libri da leggere, visto che ho ricominciato a leggere. Almeno un po’, dico. 
E a leggere, intendo su carta, perché il lettore, ora che è estate, non so perché ma non lo riesco a gestire. Perché sì, ora l’onda si è fermata, visto che non aggiornavo più il blog, ma le cose che mi sono state proposte in digitale da leggere erano parecchie, e quella cartellina non l’ho quasi toccata, da mesi. Però tra le varie cose a cui ho detto sì e che pensavo avrei cestinato c’era un pdf.
Non so quando me lo ha dato, forse anche un anno, boh… fatto sta che tipo a gennaio, prima di cambiare lavoro, credo di avergli dato una stampa, così, perché in cartaceo, magari, può essere che l’avrei letto. Alla fine saranno una 40ina di pagine in interlinea 1.5 e condite da qualche immagine, quindi si sta poco. 
A parte io, che l’ho leggiucchiato mentre facevo colazione, 2-3 pagine ogni tanto, nell’ultimo mese.
Mi interessava, questo argomento, per quello gli ho detto sì. E il saggio, che non credo abbia alcuna pretesa di esaustività né di approfondimento, è una sorta di introduzione storica a un discorso che forse sarà il nodo futuro da sbrogliare per la sociologia e la politica, se vogliono contribuire a mantenere in vita alcuni valori come la democrazia, la libertà, la capacità critica di giudizio.
Ho le mie idee, sull’epoca attuale, sulle derive emotive che va prendendo e su come il populismo e la demagogia siano diventate altro, modificate e modificanti dal/la collettività dei social in generale.
Fb ha cambiato il mondo, è un dato di fatto, e lo ha cambiato in peggio, pur avendo alcun potenzialità per poterlo migliorare. Il problema è che non è Fb, il problema, perché quello è solo uno strumento. Uno strumento che ha dato corpo ad alcuni difetti potenziali umani che si sono autoalimentati. Insomma… siamo nella merda. L’analfabetismo funzionale, la voglia di credere al falso, la rabbia latente, la mancanza di stimoli buoni… non so, c’è molto da dire. E qui, in questo molto, ecco arrivare la demagogia e la manipolazione da parte delle istituzioni pubbliche, che oramai questa cosa la sanno bene, e la sfrutteranno completamente. 
Tutto questo mi fa paura. Ma non è di questo che parla il saggino di Pira.
Che è un po’ acerbo, come stile e come realizzazione (intendo cose come le d eufoniche gli accenti sostituiti da apostrofi gli in tutto e per tutto e qualche frase fatta di troppo, cose così) ma getta le basi per un’idea che è comunque interessante. Dare un’occhiata al da dove viene la demagogia e come si è evoluta, in giro per il mondo, potrebbe, se ripresa con un lavoro approfondito, gettare qualche luce sull’oggi. Siamo freschi di stragi usate come armi di persuasione politiche per raccattare voti e consensi, le bufale sono il male del terzo millennio e lo saranno sempre più, e insomma… diciamo che la demagogia è, col crescere della stupidità e cecità, la via che apre le porte al successo e soprattutto quella che le tiene aperte.
Del lavoro in sé che dire. Diciamo che vi lascia una serie di imput per andare ad approfondire la storia. Alcuni sono cose che si sanno (la demagogia dei regimi, il caso Kennedy-Nixon, Obama primo re dei social…) ma altre, come le posizioni di Pirandello, o Cleone dell’antica Grecia, o Freud e il suo gestore post accuse naziste, ecco, non le conoscevo, e quindi le ho imparate volentieri.
Alla fine un saggio deve lasciarti più colto di prima e un pochino lo sono, quindi, va bene.
Non so dove si piglia scarica o che. E se devo fare una critica, oltre a quella precedente, è sul fatto di non aver dato un livello di approfondimento maggiore, pur rimanendo nella generalità del testo. Nel senso… qualche capitoletto in più, breve, qualche esempio in più e qualche caso politico nella storia della civiltà forse sono stati lasciati fuori, lasciando spazio e quegli eventi e quelle figure (Orwell, per dire) che sono più conosciuti e più celebri.
Per il resto, dai, potete leggerne quasi metà qui su gooooogle, e io ora provvedo a fare altre due cosucce e andare a fare una corsa, che dopo questi tre giorni, tra attentati e golpe, direi che con la demagogia ho fatto il pieno.

Ah, sapete cosa vi regalo? La fotografia dei miei libri da leggere con le etichette che ho dovuto mettere per cominciare a fare ordine (meglio non dire che ce n’è molti altri tra quelli della libreria generale). Pensate voi come sono ridotto… Ma ora li leggo eh, vedrete che pian piano, un po’ vuoterò questo armadietto.

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