“War” di Dario Tonani (epub)****

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“War” di Dario Tonani (epub)****

Ma lo sapete che a quest’ora gli uccellini cantano tantissimo? O sono solo i miei? Comunque cantano più loro del gallo, quello, il mio, per lo meno, canta tipo verso le tre, o giù di lì.
E tanto per dirvi un’altra cosa che non sapevate, il caffè al gingseng, mescolato con la nutella, non è per nulla male.
E cosa c’entra tutto ciò con WAR, di Dario Tonani?
Assolutamente niente!
E vedrò di metterci poco, anche, a scrivere questo post, che ho intenzione di impiegare l’alba a raccogliere sclopit, che poi, come si dice, in italiano, sclopit?
Aspettate che cerco… ah, ecco, la silene, o erba del cucco. Ottimerrima, se ci fate la pasta… anche se, sento or ora, sta arrivando il temporale… mah… comunque dai, il temporale è più adatto, a parlarvi di questi due racconti, di Dario Tonani, contenuti in WAR, un ebook, il primo, edito dalla giovanissima creatura editoriale digitale di Alessandro Manzetti, con il contributo di un bel po’ di nomi dell’underground letterario di genere e di valore: Mezzotints. 
Trovate tutto, credo, guardate voi, sul sito di Mezzotints, comprese le informazione su questo WAR, che non sta, come pensate voi, sprovveduti, per un semplice “guerra”, ma sta per Weapons, Androids, Robots… e vi lascia già capire di cosa si parlerà, più o meno.
Mi sono piaciuti, ve lo dico subito, e li ho letti per gentile omaggio di Alessandro, che quando si mette, è un amabile cagacazzi. Per dire, siccome, se ben ricordate, WAR fu messo in palio come premio al fun cool, quando venne l’ora della consegna, o non ricordo quando, si verificò un dialogo di questo genere:

AM – Ehi, gelo
gelo – Sì?
AM – Vuoi leggere Marolla?
gelo – Sì, sì, tra un po’ lo voglio comprare
AM – No, guarda, te lo do in omaggio
gelo – No, non lo voglio, me lo voglio comprare, più avanti
AM – Ma te lo do volentieri
gelo – Ma non lo voglio!
AM – sgrunt
gelo – Gnegnegne
AM – E allora ti becchi WAR!
gelo – ma..
AM – Eccotelo in allegato!
gelo – Okay, grazie (bastardaccio)

E allora ecco come ho avuto WAR. Solo che non l’ho letto, subito, e sapete perché?
Perché Fabrizio, un altro grande cagacazzi, anche se gli voglio bene, mi aveva mandato, poco prima, le prime righe del secondo racconto, e io “Ma no, guarda che non ho tempo, Fab, su… mollami“. “Leggi, ti ho detto! è buono! ed è breve, leggi!” 
Okay, gli faccio, e ho letto qualche riga a caso, ovvero queste:

«Sta’ calmo, bimbo. Buono, okay?» Misha gli dondolò dolcemente la testa accarezzandogli i capelli bruciacchiati. Lo sentiva singhiozzare nell’incavo del braccio.
Karlo aveva metà del corpo coperto di ustioni di II e III grado e non sarebbe durato ancora a lungo in quel maledetto buco di merda. Aveva urlato la sua frustrazione, che doveva essere già al calor bianco, e aveva minacciato più di una volta di compiere un gesto estremo.

E mi son detto, e che diamine, io non so nemmeno come sono, le ustioni, e questo qui sa distinguerle tra secondo e terzo grado, a occhio? Bah! E lo riposi, mentalmente… Soprattutto perché sapevo che l’editing lo stava facendo David (Riva) e secondo me, quella cosa, del II e III grado era veramente bruttina e stavo pensando se David si era rammollito (realizzo ora che lui sì, le sa riconoscere, le ustioni, ma questo è un altro discorso). 
Invece, ora che li ho letti, vi dico subito che la scrittura di Dario è maledettamente buona, e adatta a questo genere. Buona perché incisiva, senza essere troppo magra, pur restando colorata e con molte sfumature, e buona perché è l’unico, ma dico l’unico, appunto che è saltato all’occhio, quelle delle ustione. Il resto: perfetto.
Ma di cosa parlano, i due racconti.
Sono due buoni pezzi, già editi su carta, in passato, ma che non avete letto di certo e che in ogni caso sono stati ambiamenti editati e rivisti. 
Sono due racconti di fantascienza, che parlano, appunto, di androidi in un mondo dove gli androidi non sono ancora di casa ma lo diventeranno, sembra, presto. Molto robocop-style, il primo, che avvince e sorprende senza imbrogliare il lettore e in modo molto onesto. Molto nichilista e ben gestito il secondo, che vi dico subito è il mio preferito dei due.
Non sono pezzi lunghi… in un’oretta vi leggete tutto, e di gusto, compresa l’intro di Nerozzi.
Per un’idea della trama andate a leggervele sul sito, io vi posso dire due cose che mi sono piaciute, una per racconto.
Del primo mi è piaciuta l’idea di fondo, non nuova, certo, ma molto ben costruita, che introduce degli androidi che si riassemblano con parti umane e tecnologia avanzatissima, rianimandosi continuamente (una sorta di frankenstein robot dotato di autonomia ricreativa, i militech) e che sembrano coinvolti in alcuni conflitti, a partire dalla Seconda guerra mondiale. Una bella idea!
In Poliarmoidi, invece, ci sono dei robot da guerra (a forma di palla) programmati per uccidere e punto. Un ragazzo e un veterano in cerca di furti facili in un cantiere abbandonati vengono da essi sorpresi. Ecco.., qui, la cosa bella, è l’idea di come un robot sia freddo eppure, pur seguente il suo programma, risulti per noi che leggiamo dotato di personalità (cattiveria, più che altro). Fa paura, pensare ai robot visti in questo modo.

E’ tutto, carissimi, fuori forse non piove e io vado a vedere la luce. 
Voi potete comprarvi WAR a 1.99 da qualunque parte vi vada, e forse, potrebbe essere l’unica critica che muovo, il prezzo potrebbe sembrare alto per 40pagine, ma invece non lo è. C’è una bella copertina, e cura ottima del prodotto, e ottimi contenuti. Se non valgono un cappuccino queste cose… 🙂 
Leggetelo!

Comments

  • Diego Cocco
    13 Aprile 2013

    Concordo, gran bel duo di racconti. E Gelo, se non lo hai già letto ti consiglio "Mondo9", sempre di Tonani. 🙂

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  • 15 Aprile 2013

    Anche io ho preferito motlo il secondo, il primo è troppo "zomboso" e mi ha lasciato un terribile senso di incompletezza.
    I poliarmoidi mi preoccupano davvero. Da dentro 😉

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    • 15 Aprile 2013

      ma forse il primo ha il difetto che hanno quello con un eccesso di "effetto sentinella" o come vuoi chiamarlo. Però qui è comunque gestito bene, e non mi ha infastidito.
      ma i poliarmoidi, sì, ne ho voluto subito uno, da mettere nelle case dei nemici!
      🙂

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