“Playlist” di Luca Sofri****

“Playlist” di Luca Sofri****

Dunque… posso parlavi di un libro senza averlo letto? Ovviamente sì, visto che il sito è mio e ci faccio il cats che voglio, ma mi piacerebbe darvi e darmi delle motivazioni migliori. E con questo libro le motivazioni ce le ho. E parecchie.

Ma intanto, coordinate e dei perché.

E’ giovedi, e come ogni giovedì in cui riesco a ritagliarmi dello spazio dal mondo sto ascoltando la mia (o il mio?) release radar su spotify post mezzanotte. E’ ormai un vizio, ma anche una specie di droga, visto dalla parte di chi pubblica musica, che provvede a riempire il mio realese. Questa settimana c’è roba nuova degli Archive, dei Sick Tamburo, dei Korn, di Rose Villain, di Asgeir, di Josè Gonzalez… ma anche un sacco di feat. Ho letto Sampha, Bon Iver, … insomma. C’è tanta roba, anche se nulla di galattico.

Anyway… io sto aspettando che mi chiamino dal PS per sapere se mi riportano a casa la vecchia, senza sapere in quali condizioni, mi bevo un caffè, e soprattutto, non faccio delle cose. Tipo non correggo i compiti, non preparo le lezioni per domani, non finisco il libro di haiku, non finisco di sistemare la cucina… A volte non si ha voglia di e questa è una di quelle volte in cui non ho voglia di.

Ma vi dicevo del libro che ho e che non ho nemmeno aperto e di cui, nonostante ciò, vi voglio parlare. Anzi, lo voglio usare. Usare per parlarvene. Sì, perché non è un libro da leggere, credo. Per chi, come me, è abbonato al Post e legge la newsletter sulle canzoni, che viene da e genera questo libro, le cose non sono una novità. Per altri magari sì.

Immaginiamo siate questi altri. Dunque… il libro parla di Canzoni. Canzoni belle. Canzoni belle per un qualche motivo. Anche soggettivo. Anzi, forse è sempre soggettivo. Ce ne sono 3485, in tutto, appartenenti a… boh, qualche centinaio di autori/cantanti/gruppi, rigorosamente in ordine alfabetico e con ampi indici e glossari finali, nonché una ampia intro. Devo ancora leggere tutto, e prima di farlo farò un’altra cosa. Discutere. Discutere con me stesso di questa playlist. Discutere e chiarire a me stesso la mia o le mie playlist. Credo sia uno degli utilizzi migliori che si possa fare, di un simile manuale.

Dunque… spezziamo il release radar, per ora non molto interessante, e apriami il libro più o meno a caso per cercare le canzoni belle di qualcuno che mi va, e vedere se sono anche le mie, e quali sono le mie. Lo so, non avete capito, ma capirete con gli esempi.

DEPECHE MODE

E’ un gruppone, con una discografia sconfinata, e non può che avere tante canzoni citate. Ve le dico, e mentre ve le dico le ascolto anche. Alcune sono quelle da milioni di stream, altre sono meno celebri. Dunque… I just can get enough, New life, See you, Everything Counts, Blasphemous rumours, Somebody, Shake the disease, Enjoy the silence, Walking in my shoes, Judas, One Caress, Freelove, Goodnight lovers, When the body speaks, Precious, Wrong, Ghost Again. Ecco…quelle in neretto sono anche le mie. Il divertente però è fare due cose. Una è ascoltarle e leggere il commento e scoprire se, riascoltando, rivivendo, ricogliendo la canzone possa aggiungere il neretto. Ovvero se la canzone diventi anche mia. La seconda cosa è aggiungerne altre che so già che sono mie, ma qui mancano. Commentandomele nella mente, tra l’altro. Per esempio, per i depeche, avrei da aggiungere, A question of lust, Little 15, People are people, Personal Jesus, Home.  E poi comunque ci sarebbe da riascoltare, da ricercare tra le pieghe qualche bellezza perduta… Insomma. Con un gruppo grosso e amato come questo, c’è da ragionarci ed ascoltare per giorni. Ed è un piacevole esercizio.

LIVE

Ma ve li ricordate? Io sì, ma me li ero persi, non li ho più seguiti. Con i gruppi pre internet, purtroppo, c’è una frattura. Ce ne sono parecchi che ho amato per un disco, uno soltanto, e poi non ho idea di che fine abbiano fatto. Di solito è perché non hanno fatto un cats, di decente, ma qui, in Playlist, oltre a tre canzoni del discone (I alone, Untitled, All over you) ce ne sono altri di dischi che arrivano al 2006. Eh sì, manca Lightning Crashes, che adoravo, ma a riascoltarla adesso, be’, non è che abbia poi queste grandi invenzioni. Ma è una bella canzone. Ci stava. E quindi, adesso mi tocca ascoltarmi almeno queste canzoni di questi dischi di cui nemmeno sapevo l’esistenza (Run to the water, Overcome, The river, Home, Heaven) Insomma… qui l’utilità è più sulla scoperta, che sulla discussione di playlist mentali proprie. Chissà quanti altri ricordi mi sbloccherà… (Anzi, uno lo ha già fatto: Neneh Cherry)

ZUCCHERO

Sì, non ci crederete, ma anche Zucchero ha delle canzoni belle. Ora sto ascoltando “Hai scelto me”. E vagamente mi ricordo che mi piaceva, da piccolo, quell’una o due volte che l’avevo ascoltate. Non c’è solo questa. C’è la “consapevole libidine”, c’è Madre dolcissima, Iruben me, Rispetto, Dune Mosse e addirittura Ridammi il sole (e forse di quest’ultima avrei fatto a meno). Ah, sì, ovviamente c’è Diamante, ma quella l’amiamo tutti, pur odiandola, ma amandola. Tuttavia, con Zucchero ho fatto un’altra cosa. Un tuffo nella consapevolezza. Cioè… quanto facevano schifo certe canzoni e quanto tuttavia le abbiamo ascoltate/cantate e si, ammettiamolo, piaciute. Volete dei titoli? Sicuri?

Con le mani … ve la ricordate? E… Pippo, che cazzo fai. Eh… Senza una donna. Non ti sopporto più… Nice che dice… Il diavolo in me… Mio dio… No, mio dio lo sto dicendo io, non è una canzone brutta di zucchero.  Ma potrebbe anche. Terribili.

Vabbè… la chiudo qua. E’ un lavoro lungo e vario, consultare questo librone da 700 pagine e 25euro. Ma è un lavoro bello per chi ama le canzoni, per chi ama fare le playlist, per chi come me crede che esistano “Le canzoni più belle del mondo“. Ecco… un’avvertenza. Non è un libro da consultare con un piglio critico. Tipo che ne so: manca questo autore o questo genere (tipo non c’è il rap, per dire, né tyler, né kendrick, né tupac…) o questa canzone non ci va, ci andava qull’altra… Cioè, lo potete fare, ma è da farsi con l’approccio: “Dimmi i tuoi gusti e io ti dico i miei”, ecco. E poi, in generale, segue l’idea che le canzoni hanno bisogno di un minimo di sedimentazione per acquisire bellezza e attaccarsela addosso, quindi non ci troverete le canzoni uscite da poco, per quanto magari le troviate meravigliose, e non perdete nemmeno tempo a mettere il muso perché non trovate Taylor Swift o Miley Cyrus o cose così.

E adesso vado a tentare di dormire, aspettando ambulanze e ascoltando qualche altra playlist…

 

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