“Conoscere il vino” di F. Scalettaris, G. Di Qual***

“Conoscere il vino” di F. Scalettaris, G. Di Qual***

Piove. Ma piove tanto. Troppo. Ed è temporale, fuori. Tanto. Troppo.

Ho fatto cose. Parecchie cose. Le giornate con parecchie cose, ogni tanto, non so se capita anche a voi, per farle finire mi devo mettere lì, con la testa, coi pensieri, e contarle, elencarle, fissarle, quelle cose.

Le mie cose si possono mettere ognuna in una sola parola. Non tutte ma quasi.

Bagno. Scuola. Cdc. Farmacia. Spesa. Vecchia. Fuoco. Galline. Cane. Doccia. Vinted. Tiragraffi. Legna. Cerotti. Crespelle. Podcast. Caffè. GazaCola. Compiti. FkaTwigs. Gattotoro. Caldaia.

Poi non so. Sicuramente altre. Molte altre, più piccole. Dalle batterie per il mouse al sistemare le medicine; dai messaggi a tiziocaia al rubare un fiore per. Non le ricordo mai tutte. Però fare la lista mi aiuta a mettere dei punti, a trovare un modo per farne altre, o almeno un altra, che sia mia.

Tipo questo post, su questo povero sito.

Perché la scorsa settimana, in una delle poche sere, ho letto questo manuale. Il sottotitole è esplicativo: Manuale a fumetti per bere con gusto. Mi è arrivato non so come e perché dal cugino di mia mamma, che me lo ha regalato. Gran regalo. E io che bevo, ma non ne so un cazzo, e che leggo graphic, ma ne so poco, ho apprezzato molto. Lenire l’ignoranza è sempre stata una tra le cure più bramate ed efficienti, per evitare le pazzie e le melanconie.

Insomma… l’ho letto con molto gusto, come dice il sottotitolo. E mi è piaciuto, sì. Di Qual, il disegnatore, è quello che ha vinto un San Simon in cui c’ero anchio e ci siamo detti qualcosa, non ricordo cosa. Credo di avere anche il suo fumetto autografato col disegnino, che mi piacque, ricordo. E qui, visto che lo sto leggendo, da mesi, ho ritrovato subito la scuola di Scott McCloud e del suo manuale. Anzi, ad essere un po’ pignolo potrei dire che è derivativo, questo manuale, se penso al manuale di McCloud.

Intendo sia per sceneggiatura e testi, ma soprattutto per scelta dello stile di segno, con un narratore (e una storia) che fa da filo rosso al manuale che ha proprio una funzione di traghettatore e sollevatore della pesantezza. Del resto stiamo mettendo un saggio in fumetto. Un contenuto fatto per dei media più seri e meno giocosi che si prende invece un media come il fumetto, non necessariamente leggero e giocoso, ma che si presta a esserlo. E fa bene. Ed è per questo che non farò il pignolo e non dirò che questo fumetto è derivativo. Perché non lo è. Se c’è un modo per mettere in maniera efficace delle saggistica nel media “comic” è propiro questo. Inutile cercare meraviglie. Inutile cercare sperimentazioni. Mettici una storia, un eroe, che leghi come una collana di perle le conoscenze, le informazioni. E costruisci la collana.

Quindi… si comincia con il nostro protagonista che va a cena e fa quello che tutti noi facciamo quando andiamo a cena e c’è da scegliere/gestire la questione del vino. Facciamo una figura di merda! Perché non sappiamo niente. Ecco. Da qui parte il viaggio, che si concluderà, dopo esser passato dalla Francia Corta a Parigi, senza scordarsi di allungare per il Collio friulano. E parecchie cose si imparano, senza troppa fatica.

Certo, la prevaricazione del testo sul segno, fisiologica, ti porta, in alcune pagine, a volare alto, con l’attenzione, e quindi automaticamente a voler retrocedere, rileggere, capire, se ti sei lasciato andare. Nulla di male. Io me lo terrò, questo fumetto, e credo ci tornerò sopra. Non è un manuale di cui vuole fare l’aspirante sommelier, capiamoci, ma è comunque un buon mezzo per, come dicevo, non essere più ignoranti e cominciare, come dice il sottotitolo, a bere con gusto. Molte cose, in effetti, a forza di andare in enoteche da fighetti, me le sono ritrovate per teoria dove avevo già scoperto la parte pratica.

E adesso, finisco il mio GazaLibre, finisco la cioccolata, mi leggo un paio di poesie di Morat, cambio disco e passo dal nuovo FKA twigs a qualcos’altro di più nostrano (Pit, alla fine, con le sue post canzoni per post democrazie) e sistemo anche questo libro, dandogli un’occhiata ulteriore. Ah, se vi dovesse interessare abbastanza (è un buon regalo per appassionati di fumetti e vino, che non amano l’attenzione richiesta dai saggi e dai testi scolastici/seriosi). E ci sono diverse buone trovate a livello grafico e di sceneggiatura che sono apprezzabili, anche se non c’è sempre perfetta fluidità da tavola a tavola.

E comunque il temporale è finito. Io ho ancora due lamponi. Mi farò un white russian. Scriverò un verso, perché una poesia intera oramai non ho più le forze. E nonostante il manuale, per oggi, di vino, nemmeno l’ombra. E nemmeno di birra, nonostante ci sia un manuale di questi due autori anche sulla birra. E direi che con il white russian, ci andranno le castagne, perché la stagione questo richiede.

Post a Comment

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.