Venderne la pelle

Venderne la pelle

Bevo il caffè, mangio marron glacé. 
Con le mie orecchie invecchiate 
Ascolto Mazzy Star e mi taglio 
Le unghie dei piedi. 
Ho uno scaffale di Dovrei 
E uno di Avrei dovuto, 
Chiusi nella cantina del mio deserto. 
La notte non ha mai 
La stessa faccia e non smetto 
Di guardarla. 
A lungo, 
Il cerimoniere ha chiamato il mio nome. 
Ero parte dell’abito, 
Del mare mansueto di novembre, 
Delle traiettorie degli storni. 
Non ho risposto, 
Non lo faccio mai. 
Non passa autunno che non veda 
Volti attoniti nelle foglie; 
Solo così so disarmare gli inverni 
E venderne la pelle.

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