Graffia il cielo
Graffia il cielo La voglia di volare. Albe d'autunno.
Cade una foglia
Cade una foglia. Getta nel ripostiglio Le infradito.
Hic sunt
Venite a prendermi qui dove non avete regno perché non avete abbastanza bottiglie e lattine e bicchieri e piatti e modi di dire e voi nemmeno modi per morire. Venite a prendermi qui sopra le gambe lunghissime che hanno a volte
Bagjigjis e cafè
Bagjigjis e cafè a trê dopo misdî di miôr a chi no 'nd è di piês no sai ce dî Bagjigjis e cafè Un sclip di lat e vin Son cinc i dêts de man Ma tal cûl al baste un Bagjigjis plui no 'nd è e al vanze
Troppi cuscini, troppo pochi
Non ho voglia di sentire la mia voce che parla come fosse un muso Di scimmia in faccia a questo telefono che non può - dice lui - accedere alla rete ora. Non soffro il letto grande quanto i troppi cuscini, o
Voinonio
Su quelle montagne, sotto, quelle montagne, Riposa un mostro grande e gibboso. La pensavo così, da piccolo, mille anni fa, E la penso così ancora adesso, anche se non vedo più la coda, o le corna. E a questa sera pesta, che non regala
Gatti, vipere, città
C'è un gatto acciambellato nel mio orecchio E una vipera che annega nel suo secchio La città intera è cresciuta Sul riverbero di una squama Le finestre grandi quanto una facciata E il caffè che bevo con la Luna Si mangia tanto zucchero quanto una borgata.
Unicità, sempre dall’oblio
Non c'è poi molto da salvare Nel baluginare Di tutte queste pozzanghere tremanti: A malapena mettono su Una idea di faccia Di fronte alle insegne dei bar O delle pizzerie. Né nelle stazioni radio pare Esserci una qualsiasi vendetta O abbandono: Sempre le stesse canzoni, pesci poveri pescati dalla riva Di fronte
Lampi dall’oblio
Sto fuori, fa freddo, mangio arachidi.Getto i gusci e il loro rumore Nel cestino del Comune, a far compagnia A rifiuti meno nobili.Non piove, bevo birra, ascolto Above.Il nero in cielo scimmiotta l'apocalisse. C'è un matrimonio, sotto un portone, da qualche parte.Entro