Marzo 2012

E non ti credo quando  Ti piaccio, Quando ti piacciono le mie Parole, I vestiti, Le canzoni, Le poesie, I dipinti, I regali, Le idee, Le cazzate e le mie Stronzate. Nemmeno le fantasie, no. Io credo nel Voltaren, nel caffè, Nella Nutella, Nei figli di puttana e nelle loro Madri. Credo negli sprechi e nella

Sei tu, Che vieni qui, E bussi piano, Lama e candela, La mano sul cuore sbianca e spreme. Sei tu, O eri già tu, Denti e distanza, Una smorfia nelle viscere E una nel piatto, E distorta la vista, Smorzato l'udito, Distratti i fiori E i frutti, Torni a galla sporco di fango e

Tenni un  fiammifero Per illuminarti il volto, E mi bruciò il braccio, E mi bruciò il viso. Rapii un satellite, Una fata, Un'onda del mare E te li liberai nel cuore, Ma furon perduti: Mai sazi e mai stanchi. E per calpestarti  L'ombra, Svanirono i piedi, Volarono le gambe, Par farmi strisciare, Per farmi carezza. E

I finali riposano nel sangue  E nelle ossa, Dormono per anni: Il muso nero, marcio, Un ghigno sugli artigli, Tre passi prima del risveglio. Ma noi non barcolliamo, Non badiamo alle marionette, Non ai cuscini Seminati per le strade: Siamo un trillo perenne, Ineducato, Giocondo, Imperituro, Nonostante l'inferiorità, La soggezione, Il limite che tende a un

E il sangue bolle e brucia e scotta e cuoce la pelle e le ossa nere non hanno requie e non o lo spegne il fuoco, non la lama, non il profumo del tiglio e della mandragora questo sangue che bolle