Succede che a forza di dire cose…

2010-10-salam-poetry

Succede che a forza di dire cose…

Tra poco, credo, andrò a mangiare qualcosa. Ma siccome avrei mille cose “da fare”, e non mi va di farle, ho deciso che aggiorno il blog con quei post che saltano di palo in frasca… (come tutti gli altri, direte voi), e magari poi, succede che, a forza di dire cose, almeno una finisce per interessare a qualcuno.
Cominciamo con una cosa sciocca, ma bella, se la guardi con l’occhio giusto.
Guardate che bella foto colorata, qui a fianco. Sapete cosa sono?
Ve lo dico subito.
L’ho fatta stamattina, qui vicino, al piccolo centro commerciale il cui piano superiore è stato colonizzato dai cinesi. No, calma, lo so cosa vi è venuto in mente. Un bordello di oggetti di ogni sorta di prezzo e valore bassi in cui puoi tuffarti e uscirne come un luna park ficcato in un tritacarne gigante assieme a un paio di tonnellate di colla. 
No. Non è così, questo nuovo negozio di cinesi. Sono una sorta di cinesi di seconda generazione, ovvero, ti accorgi che è un negozio loro, solo perché li vedi. Altrimenti non te ne saresti mai accorto.
Ci sono un sacco di cose normali, tipo supermercato, per capirsi. Che ne so, il gel garnier, extraforte 4, all’interspar era a 3.90, mentre qui lho pagato 2.98. Ma non è di questa cosa, che volevo parlarvi, né del fatto che sono gentili, non ti rompono mai i coioni, e non si offendono, assolutamente, quando non compri una cosa. Volevo parlarvi della foto, lì, tutta colorata. 
Sono manici di scopa! 
E ce n’erano parecchi, parecchi di più… Uno scaffale intero.
E lo scaffale di fronte? 
Ma che domande: il resto delle scope!
Eccovi la foto, tanto per farvi un’idea.
Ecco, già vi sento brontolare: “Ma gelo… è da dieci minuti che ti leggo e ci stai parlando solo di cinesi che vendono scope e relativi manici… ma cos’è, un trucco per attirare pervertiti con google?
No, tranquilli.
Era solo per dirvi che ho pensato fosse una cosa bella, poter scegliere un accessorio così inutile e standardizzato come la scopa, in tutto questo assortimento. 
E’ così che dovrebbe essere la vita, capite? Noi stiamo lì, a semplificare e semplificare e semplificare… e dov’è la bellezza, la gratitudine alla giornata, se non quando riesce a portarti via una cosa che fa per te? Ma se nessuno le facesse, le cose che fanno per noi, dovremmo sempre adattarci, e saremmo meno felici. E siamo un sacco, meno felici, in questi anni. E soprattutto, pensavo, ma io quante cose che fanno per gli altri faccio? Poche, temo, comunque non è di scope e basta, che volevo parlarvi (anche perché ci sarebbe ben molto di più da dire della matita-fionda, che vi lascio qui di fianco. E’ o non è una fantastica cazzata?
Però non me la sono comprata… 3.90, mi pareva troppo. 🙂
Parliamo d’altro, dunque.
Un intermezzo musicale, per esempio.
I Litfiba nuovi, nella loro intervista, su una sola, unica cosa avevano ragione: il disco dei Black Keys è molto bello. Non innovativo, non stravolgente, ma molto bello. 
Ecco perché come intermezzo musicale vi propongo questa canzone: perché è bella!
Ascoltatela, non fate i pukkiofanti.
Torniamo a un’altra notizia. Parliamo di ePub e digitale.
Ho tre cose da dirvi, al riguardo.
La prima, diciamo così, aziendale. Edizioni XII pubblicherà tutto il catalogo delle collane Eclissi e Mezzanotte in epub e mobipocket. Chemmefrega, direte voi. Ma, non so. Mi capita ancora di leggere di editori che sputano merda sul digitale. Lasciatemi dire che mi fanno tristezza. 
Tristezza immensa. Chiunque legga in digitale e cartaceo penso che mi capisca perfettamente. Vedere questi poveri idioti tentare di arginare il mare, senza essere nemmeno scogli, mi fa pena.
Ecco perché io sono contento di lavorare per una casa editrice che cerca di stare sull’altra sponda, cercando di nuotare, in quel mare, benché sia più difficile di quanto possa pensare.
E così, per chi vuole cominciare a provare, e per chi non l’ha ancora letto, da adesso è disponibile in ebook il romanzo di Strumm, Diario pulp. 
Non serve che vi dica che così come ho trovato geniale Pulp fiction ho trovato geniale Diario Pulp.
Ricordo ancora la grande, mitica battuta del Sellero, a Zecchinetta, tipo a pagina 15-20, che mi fece pisciare dal ridere e innamorare del libro. 
E questa era la prima cosa.
La seconda cosa è la logica del pagare gli ebook tipo 2-3-4 euro. Trovo che sia un prezzo giusto. Certo, dipende dalle pagine. Non pretendo di avre un tomo da mille pagine a 4euro, ci mancherebbe, ma un libro normale, sulle 200-250 pagine, a 3-4 euro mi sembra equo.
Adesso, per esempio, sto leggendo un ebook. 168 pagine, più parecchio lavoro dietro. Ebbene, non lho pagato, lho avuto così, con il vento. Però appena lo finisco, la prima cosa che farò è andare a pagarlo. Perché è giusto così, perché mi sento di fare così.
Forse se avessi dovuto comprarlo non l’avrei letto, no. Per pigrizia o semplicemente perchè, come molte cose belle della vita, le rimandiamo fino a dimenticarle. Brutto difetto della modernità.
Insomma, la seconda cosa era questa, anzi no, non proprio questa.
La voglio fare anche io, la cosa del mettere i racconti in epub da scaricare liberamente che si pagano dopo averli letti. Però avrei bisogno di un cane che mi dia una mano (si okay, la frase è tratta dalla foto). Devo trovare qualcuno, là fuori, che mi organizzi la sezione del blog, quella là che si chiama Gelografia. Tipo farmi quelle cose per pagare sulla mia postepay, che poi userà per acquistarmi dei libri, di cui poi parlerò sul blog. 
Anzi, se c’è qualcuno, là fuori, in grado e con voglia di, che si faccia pure avanti, che ne parliamo.
La terza cosa riguarda il Pub. Il Pub di pub.
La volete sapere una cosa bella, che non avevo calcolato? Che il pub serve ai pubber!
Cioè, tipo io entro a mettere il giudizio su un ebook che ho letto ed ecco che scopro che qualcuno ci ha inserito qualcosa, ed ecco che magari quel qualcosa mi interessa, e lo scopro, e magari me lo scarico, oppure, semplicemente, so che è lì, e più avanti me lo andrò a riprendere.
Trovo sia una cosa figa. 
O per lo meno, per me lo è.
Diffondere cose, è sempre una bella cosa.
E a proposito di diffondere. Sapete cosa sto anche ascoltando, in questi giorni?
Lana del rey. Okay… io diffido molto dei dischi che entrano nella classifica di TV sorrisi e canzoni. Diffido moltissimo dei dischi di cui si parla troppo. Però l’altra notte, in radio, ascoltavo questo concerto. Cazzo, che bella voce, mi son detto. Bella performance. Non sapevo chi era. Ho sentito quatrro canzoni, poi l’hanno pure fatta parlare. Una spocchia, ma una spocchia che non vi dico. Del tipo: “Cioè sì, perché questo è un disco bellissimo, con canzoni tutte fighe, scritte io, che poi, ce n’è pure un altro, su youtube, registrato prima, non so chi ce l’abbia messo, pure quello tutto pieno di canzoni strabelle…” e via così. 
Comunque il disco, benché molto pettinato e ben prodotto, è figo. Mi piace. Riesce sempre a mantenersi un pelo al di qua del crinale che lo tufferebbe nell’heavy rotation peccaminosa dei bimbiminkia. Vi lascio con questa canzone, che non è la mia preferita, ma è gradevole, vi rilassa, provare per credere, in macchina notturna…

Poi che altro. Ah sì, il romanzo di Bravecharlie.
Ora, io non sono uno scrittore, ma se fossi uno scrittore, ricordatevi che vengo dall’underground.
Ho fatto le gare con gli scrittori, quelle sporche, quelle dure, quelle ingenue e come quando sei piccolo, e giochi a pallone, o a qualunque altro gioco, lo sai bene chi è quello forte. Magari ogni tanto arriva qualcuno che azzecca un racconto, okay, ti batte. Ma non te ne preoccupi. Però quello forte, da battere, lo sai chi è. E nel caso di Brave, penso che la cosa sia reciproca. E allora è con estremo piacere che vi dico che c’è un romanzo di Alfredo Mogavero (quello forte), da leggere. Non vi sto a spiegare il perché e il per come. Io di Alfredo sono un fan.
Non so ancora niente di questo romanzo.
E sarà bello.
Ma gelo, che cazzo dici, non l’hai nemmeno letto!
Non mi frega, scommetto. Mi piace scommettere.
E io scommetto su Alfredo. Alfredo scrive bene, e a volte e ha una qualità che hanno in pochi. Ha la colla per gli occhi, nelle parole.
Io lo leggerò più avanti, quando arriverà il caldo. E vi saprò dire.
E a proposito di gare, di scommesse, di amici scrittori, di concorsi.
Vi voglio dire anche una cosa che ho fatto io. Non lo faccio mai, ma a volte devi fare cose che non faresti perché la gioia di un amico è più grande della tua. Io odio, ma odio profondamente, dire ho vinto questo, mi sono piazzato in quello, ho partecipato a quest’altro. Tant’è che non faccio i concorsi. Non li faccio perché non mi serve. Però faccio le scommesse. E con un amico è piacevole scommettere. Il problema è che magari questo vuole scommettere che non sei in grado di vincere un concorso! Insomma… ho scommesso. E indovinate? Ho partecipato proprio con un racconto di quelle gare là, quelle underground, ormai di quanti, 3-4 anni fa… Te la ricordi Brave? Quella finale patta che ci è stata così cui coglioni a tutti. Ai guerrieri non si può dire “siete pari, non ha vinto nessuno”.
E allora ecco che li ho odiati, quei racconti, compreso quello della finale, che era il più brutto, scritto in un giorno, pensando alla mia amica Ilaria, che ce n’era andata da poco. Insomma… ma non vi voglio intristire. Vi voglio fare ridere. E vi assicuro che riderete, perché una delle mie difficoltà è quella scrivere la bio. Odio scrivere la bio. E odio le foto. Non ne faccio quasi mai, mi rubano l’anima, come dicevano gli indiani d’america. Però ho dovuto sceglierne una.
Ecco qui la notizia, e la relativa fotografia, che ho tentato di rendere seria…
Ebbene… E cosa c’è da ridere, direte voi? Beh, andate a cliccare in fondo al post su “Voglio leggere ancora”, e lo scoprirete, cosa c’è da ridere. Scoprirete quanto era seria quella foto.
Bene. E’ tardi, devo uscire. Vi ho tediato anche troppo.
Vi volevo dire anche che oggi sono andato in caccia dell’alieno che c’è dalle mie parti, o meglio, della sua carcassa (c’è, c’è, fidatevi, so cosa devo cercare). E vi volevo dire del puffo gigante che devo dipingere, o del cartello da fare per la partita di domani, o insomma, di tutte le altre tremila cose che ho fatto oggi. Ma per oggi vi accontentate. 
Vi saluto con un video, di Mark Lanegan, che è tornato con questa splendida canzone:

Mark Lanegan Band – Blues Funeral from Hemerson on Vimeo.

 

Comments

  • Frank Spada
    19 Febbraio 2012

    Per come le tiene in mano sembrano vuote, ma non ci mostra come ha fatto a restar sobrio mentre gli altri… non cliccate quel che appare se non siete preparati: punitelo!

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  • 19 Febbraio 2012

    … Ok, troppe informazioni perché io riesca a ricordarle tutte xD
    Mi limito a gioire per il prossimo avvento delle Edizioni XII su ebook – prevedo che mi prenderò un kindle nelle prossime settimane, ma prima volevo leggere più recensioni sugli e-reader… sia mai, magari si scopre che nel kindle c'è un virus ammazza-neuroni che… vabè.

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    • 19 Febbraio 2012

      io mio amico pubber fithz hood è appena passato al kindle
      quello lì da 99euro
      e si trova benissimo
      quasi quasi io spero che mi rubino il mi cybook opus… 😀

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  • 19 Febbraio 2012

    Complimenti per il concorso 🙂
    A me 4 euro sembrano tanti per un libro che non ti rimane, che è solo un file. Due o tre pure pure, per un libro di 250 pagine, 4 già no: credo che il problema sia che non ci si rende conto dall'esterno del lavoro che richiede produrre un eBook. Immagino che non si tratti solo di fare "salva come" e scegliere il formato, ma l'impressione è quella.
    Il lavoro di scriverlo invece è un'altra cosa, sicuramente una fatica, ma in tanti lo fanno bene e gratis, e non ho l'abitudine mentale di considerarlo lavoro… errore mio 🙂

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    • 19 Febbraio 2012

      ma… giocoforza abbiamo una versione diversa, di bene che sia scritte 200 pagine hanno bisogno di tempo di editazione nell'ordine della decina delle ore. Se vuoi una copertina decente la paghi nell'ordine delle centinaia di euro.
      dovrebbe già bastare per far capire che vendere a tre euro una cosa di cui ci si aspetta qualche decina di vendite è già sottocosto. 🙂

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  • Frank Spada
    19 Febbraio 2012

    Gentile Leggivendola, tralascio ogni commento sul post del 16 febbraio (Il flagello…) che ha scritto sul suo blog, perché non amo polemizzare (a vuoto) avendo già chiarito il mio pensiero in difesa di coloro che scrivono solo per passione (soprattutto per gioco) e non pagano per essere pubblicati. L'ho fatto tempo fa sia a casa di una certa "lipperina" che altrove sullo stesso "giro" scale: di tutto un'erba un fascio: flagelliamo mano nella mano: se mi dai ti do.
    Ho visto che dei libri le piacciono anche le copertine, che ama leggere di tutto, la musica quando fa vibrare i tasti che se uno li possiede… no dogs, no mexicanos, no negros, but not in Motown.
    Cordiali saluti e complimenti per l'età davvero invidiabile.

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    • 19 Febbraio 2012

      … ammetto i miei limiti, ma giuro che il messaggio centrale mi sfugge.

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    • 20 Febbraio 2012

      dont worry, Frank è sempre misterioso 😉

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  • Frank Spada
    20 Febbraio 2012

    @ La Leggivendola – la curiosità non deve avere limiti, salvo quelli che noi stessi fissiamo per abbatterli – non creda a quel che dice Gelo, perché lui stesso fa lo stesso anche se non sembra.

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  • 20 Febbraio 2012

    Non vedo le cannucce.
    Di norma, le damigiane si svuotano con le cannucce.

    I miei, di cinesi, sono professonisti mlto seri, commercianti con i baffi che mescolano le generazioni.
    Nel negozio grande lì, in fondo all strada trovi una stratificazione generazionale, con padre, moglie e figlia che parlano l'italiano e i vari cugini che hanno bisogno di un traduttore.
    L'altro negozio, più piccolo e maggiormente stipato, è composto da personaggi che abbisognano di maggiore esercizio. Stanno ancora cercando degli assorbenti quando io gli avevo chiesto delle carta da regalo.
    E comunque, nei negozietti cinese, ogni anno c'è il casting per il presepe. MIgliaia e migliaia di blister contententi bambinelli e marie e giuseppi e bui (non buoi) e ciuchini in attesa di essere acquistati.
    Nel caso non venissero adottati possono sfidarsi il natale succcessivo e rioccupare il loro posto sullo scaffale.

    La faccenda del prezzo dell'ebook è spinosa, scomoda e antipatica.
    Posso arrivare a pagarlo anche 5 euro, ma ho scoperto che ci sono realtà editoriali "cospicue" che fanno pagare l'ebook lo stesso prezzo del libro cartaceo. Alle volte accade ancje il contrario.

    Il pub di ipub è una cosa molto "aggraziata" e quindi grazie da me che, tra pannolini e puzzettoni, di tempo per cercarli ne ho davvero ben poco.

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    • 20 Febbraio 2012

      supervero, gli ebook
      ho visto gentaglia, senza far nomi, mondadori einaudi,
      vendere a prezzi assurdi libri in epub di cui oramai sono scaduti i diritti e sono gratuiti, oltre i bastioni di Orione.
      E comunque, prima o poi, il tempo porterà ragione, si spera.
      Per il resto sì
      anche io ho sempre poco tempo (e voglia) di cercare, e quindi… 🙂

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    • 24 Febbraio 2012

      E comunque, io ho anche il "bar del cinese" che fa il caffè ancora a 70 centesimi, e la pizzeria "tonda" (insomma un ristorante) che ha sì, è vero le poltrone con i dragoni, ma che produce ottimi impasti.
      Però al ristorante cinese, dove distribuiscono fittizio cibo cinese, non ci andrò mai più.
      Una doppia intossicazione, perchè singola non è bastata, ha insegnato.

      reply
    • 24 Febbraio 2012

      io invece vado sempre al cinogiappo self service a pranzo dove paghi tipo nove euri e puoi mangiare tuuuuuutto quel che vuoi, ovvero l'impossibile e sono pure tranquillo che loro la roba la pigliano alla metro e quindi mi strafondo di cibo che poveri ogni volta che mi vedono arrivare sbiancano 😀

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    • 24 Febbraio 2012

      La cina è una gran bella invenzione. almeno per noi occidentali. qui, a roma, ci sono i take away, ti fai un pacchettino, te lo porti a casa e te lo gusti in pantofole di fronte alla Tv.
      a New york è ancora meglio perché hanno anche l'anatra laccata che in italia non la fanno e tante squisitezze. Chinatown lì è una cosa seria. quando sono andata ho capito tante cose che vedevo solo nei films degli anni quaranta.

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  • 27 Febbraio 2012

    Diffido invece del ristorant cinese!
    Il ristorante giapponese vero però non può essere cino/giapponese, o cino/coreano/filippino etc.
    Che vabbhè che "sono tutti uguali" 😀 ma il 95% dei ristoranti giapponesi in circolazione sono cinesi riciclati.
    Almeno qui funzia così.
    Ho scoperto, con sommo dolore del porafogli, che se vuoi mangiare per davvero estero, o orientale, BENE devi spendere danari.
    Risparmiare sul cibo a un ristoante (ancora mi sogno il ristorante indiamo di Trastevere che sì, costò un occhio della testa ma aveva del pane e delle pietanze che… yuhm) è che come andare a mangiare da mc donald dove ancora mi sfugge l'equazione che c'è tra il cibo e l'economia dello stesso.

    Uh ho in "canna" di lettura proprio un libro di cucina 😀

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