Ottobre 2011

Stendiamo i veliA pugni e ginocchiate.Le magie,Cavate dal culo di una bugia,Puzzano più di quanto siamo disposti ad ammettere.Le cere si sciolgono, si sciolgono le dita: Cerchiamo di afferrare una manigliaPer i fianchi,Agitando i moncherini, Ma ci ha già voltato le

Stavolta è per me,Perché si arriva quando hai da direE non hai a chi ed è una costruzioneTua,Una casa muta e preziosa,Dove coltivare montagne e allevarSatelliti;I silenzi uno sopra l'altroIncollati con frasi di circostanza.Risate per tetto, assenze per porte e

Il mio dio ha in mano una lattinaVuota,Finge di fumare usando l'alaDi un angelo,O un edificio, non si vede beneDa quaggiù. Certo, ha gli occhiCuciti,Le ascelle sudate,La pancia aperta come una porta. Gli ho chiesto un'unghiaPer attraversare il mare,Ma lui voleva le

Più volume.Più code.Più curve.Più e meglio,Ché tagliare ha tante facceQuante un dadoE occhi quanti ne vorrebbe un dio.E più volume.Meno fretta.Perinei in bilico su una vetta.Venti fortiMari poco profondiE mani sporche a trattenere le ore,Senza badare ai minuti.Resta la notte,Unico

Rose di pietra:steli lunghi quanto il Monte Consùl,Il profumo uno sgorgare selvatico di ruscelli.E' qui dove vivi tu?Oppure è laggiù,Dove i cuscini hanno fame,E masticano tutta notte come placide vacche?Conosco anche i sepolcri gommosi delle arpie,Dolciastri di burro e punti

Mulino bianco coca cola e marmellata di perle.Volpe civetta pioppi e stelle.Muso verso il mare il giorno il giornale e il caffè.A chiare lettere, dove l'occhio scodinzola,E' scritto il colore della prossima nuvolaE della scarpe che porterà.