"Il complotto delle mogli" di Fritz Leiber****
Prima cosa, che vi può interessare e magari potrebbe evitarvi di leggere il resto del post, per vari motivi.
Questo libro è bello e in questo momento, su ibs, è al 50% e lo portate via a 7.50euri.
Detto questo prendiamola lontana, ma breve.
Mesi fa Elvezio se ne uscì con un post, di quelle minchiate che fa lui per godersi la gente che chiacchiera e imparare delle cose da dire che poi tirerà fuori più avanti, quando la stessa gente che chiacchiera si è dimenticata le proprie chiacchiere.
Il post diceva: “Cosa pensate di Fritz Leiber?“
Al che, la mia reazione fu qualcosa di molto vicino (fucilatemi, okay) a “ma chiccazzèstoleiber?” mentre i commenti andavano dagli inchini, ai pompini digitali, passando per alcune danze di giubilo tribale dell’antico popolo degli uzzurabuzrevicansrovin.
Insomma… sono un ignorante pazzesco, me ne rendo conto.
Poi, come se non bastasse, il triestino impaginatore folle legge un Leiber, anche lui correndo a perdifiato per colmare la sua ignoranza, e se ne esce con un “capolavoro” e bla bla bla che mi hanno fatto sentire ancora più gnurant.
(e non serve che vi ci mettiate anche voi, nei commenti, a rincarare la dose eh)
Insomma, fatto sta che arriva l’ora del regalo di gombleanno dei golleghi di lavoro e siccome ormai han capito da che parte pendolo, mi hanno chiesto cosa volessi, e io ho detto Leiber.
Al che anche loro hanno detto “ma chiccazzèstoleiber?”.
Si scopre così che nelle libbrarie, di libri di Leiber (ehi, vi ho sentiti, smettetela di leggere Laiber, che è americano), è rimasto solo qualche acaro morto che vi aveva alloggiato. Bisogna farli arrivare, perché di edizioni nuove o correnti ce n’è tante quante le dita di una mona (no, non è un anagramma, e ho detto “di” non “in”.) Unica eccezione è questa ristampa della BDedizioni (che di solito si occupa di fumetti e limitrofi), che nel 2008 ha ristampato ciò che solo nel 1990 era uscito in italiano, sotto il titolo di “Ombre del male” (ma si può?!). L’uscita originale resta comunque quella del 1943, con il titolo (molto più bello) di Conjure Wife.
Insomma… comincio a capire perché non ho mai incontrato Leiber per le librerie…
Ma veniamo al libro, 246 + 9pagine completamente bianche alla fine(!), che allungano le 180 effettive. Il libro è bello, piacevole, sprintoso e soprattutto semplice.
La prima considerazione da fare riguarda proprio l’età del libro. Non siete nel ’43, siete terzo millennio, con l’unica differenza che i personaggi paiono non usare i cellulari. Il contorno della vicenda e i protagonisti, infatti, sono moderni, credibili, naturali, e quasi mai passa per la testa che gli avvenimenti avvengono cinquant’anni fa.
Un po’ è forse dovuto al gap della location. Noi siamo ancora abituati a vedere le Università americane nel modo descritto nel libro, mentre forse non sono più così da parecchi anni.
In ogni caso, la modernità è il primo pregio.
Scorrevolezza e gestione della trama ideali, secondo pregio. Tenete presente che l’ho letto in un sabato di mare, circondato da vette e muli, che ho bellamente ignorato dalla seconda metà di libro in poi.
Terzo grosso pregio, il migliore: le idee. Ho sempre apprezzato il melting pot di vecchio e nuovo, e Leiber, sia qui che nella signora delle Tenebre che ho letto pochi giorni fa, ha capito veramente come riuscire a cavare meraviglia da elementi ipersfruttati mescolati con elementi nuovi, moderni, tecnologici.
Vi faccio un esempio, così mi capite.
L’idea di incantesimo di streghe fatto a mo’ di pozione è vecchio come il cucco, giusto?
E allora facciamo sì che le pozioni, gli incantesimi, cambino col tempo, adattando la propria formula all’epoca moderna: ieri buttavi dentro il calderone occhi di lucertola e zampe di rana, oggi va gettata la batteria del cellulare e mezza chiavetta usb. Figo eh? E certo poi che sono sempre le streghe a saperle certe cose, ma le scoprono proprio perché sono molto meno stordite e scettiche degli uomini. E di piccole idee come questa ce n’è molte altre.
Tutte le donne sono streghe, quindi. Ecco l’idea portante del romanzo, che vede le streghe usare la propria magia per migliorare/difendere la posizione lavorativa/sociale del marito (e qui, in questa struttura sociale falsamente maschile, si vede il lato più obsoleto del romanzo, anche se lo si nota a malapena).
Dentro questa struttura inseriteci un buon effetto thrilling e qualche bel colpo di scena finale e otterrete…
un buon libro! E anche una buona sceneggiatura, in nuce, tant’è che ci hanno già fatto tre film.
Difetto/pregio, a voler esser tignosi, è una certa semplicioneria e strizzata d’occhio alla lettura disimpegnata e lineare, ma non so quanto questo sia connaturato al libro o quanto sia opera di una traduziona svecchiante. Certo… il fascino di un linguaggio di metà Novecento e tutti quei “brunopallido” qui non ci sono, e se da un lato è un bene for the masses, dall’altro è una perdita, che priva il libro di sfumature che invece, per esempio, in Nostra Signora delle Tenebre ho trovato.
Anche certi colpi di scena, diciamocelo, sono un po’ ingenui. Però attenzione… qui bisogna pensare di nuovo che siamo nel ’43… e non è elemento prescindibile.
Comunque, non dilunghiamoci oltre.
Il libro si gode, alla grande, e per gli amanti del fantastico è uno di quelli leggeri, che sotto sotto dicono tanto, ma ti fanno pensare di averti semplicemente raccontato una storia.
Nick
Non conoscevi Leiber.
Vergogna Gnurant.
Invece fai bene a scoprirlo con un pò d'invidia da parte mia per te che scoprirai un universo meraviglioso con Leiber.
Tra parentesi il buon Fritz era un altro amante dei gatti quindi questo dovrebbe far aumentare punti ai tuoi occhi.
marco
Il semplice fatto che esistano persone oggi che si permettono di parlare di letteratura d’immaginazione senza aver letto Leiber è la dimostrazione che la nostra civiltà è ormai allo sbando, che ci attendono le torce e gli stupri delle orde barbariche, e poi, l’oblio.
(Davide Mana)
Bravo! Hai ritardato di un pochettino l'apocalisse.
Ecco, adesso se tu avessi voglia di leggere in inglese, ci sarebbe il volume di cui parla qui, che Leiber ha senz'altro dato il suo meglio nei racconti.
Davide Mana
Conjure Wife uscì – come molta della produzione di Leiber prima di "Novilunio" – su rivista.
Gli editor delle riviste avevano delle idee molto chiare (e spesso molto storte) su cosa fosse bene e cosa fosse male per i lettori.
In particolare, è forte il sospetto che le parti più toste del testo (…) siano state edulcorate su richiesta dell'editor – cambiare il finale, ad esempio.
Al punto che il massimo del perturbante (come dicono quelli fighi) si raggiunge a metà romanzo (il rituale col gramofono, il ritorno di Tansy) e non nel finale.
Comunque, felice che un altro lettore abbia scoperto Fritz.
Come dicevo altrove, il 21° secolo si sta accorgendo finalmente di Leiber.
gelostellato
Lo so, lo so che dovrei vergognarmi… comunque ora che mi hai detto dei gatti… 🙂
i racconti mi interessano, me li segno di gusto.
@ Davide
l'edulcorazione si nota. Magari io ero un po'' preparato, a certe tematiche, e vedere virare il tono da2/3 in poi di libro l'ho percepito nettamente, però ora che me lo confermi non stento a crederci.
Anonymous
ghe glandi i tuoi golleghi!
gelostellato
in effetti sono delle desde di gazzo :)))
Anonymous
desdini…. :)))