"Cortesie per gli ospiti" di Ian McEwan***

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"Cortesie per gli ospiti" di Ian McEwan***

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Stavo cominciando il post tentando di non parlavi dei cazzi miei, come faccio di solito. 
Così ho cominciato a scrivere le cose del libro. Titolo, autore, pagine…
Poi mi sono fermato. E che cazz, mi son detto, si okay, è utile ogni tanto, ma poi, in fin dei conti, serve?
Cioè, non so, voi che dite?
Se vuoi sapere qualcosa dell’edizione, del prezzo e del numero di pagine e bla bla bla ti bastano pochi secondi di ricerca e un clic, giusto?
Così ho cancellato e ho cominciato come al solito, a parlavi dei cazzi miei. Pazienza.
Se volete sapere di più su “Cortesie per gli ospiti” di McEwan, basta che fate un clic sul link. 
Io che cosa vi posso dire?
Beh, diciamo che sono al terzo McEwan, anzi, quarto.
Dopo aver letto l’amore fatale, che mi piaciuto, quella cosuccia di inventore dei sogni, che non mi è piaciuto granchè, e il buonissimo Chesil Beach, che per ora è quello che mi è piaciuto di più, sono passato a questo perché me l’ha consigliato Cybsix. 
A quanto pare lei lo trovava bello. 
Lo è? Beh, sì, aveva ragione. E’ un bel libro.
Certo, forse mi attendevo di più, lo confesso. Forse mi sarebbe piaciuto qualcosa che mi lasciasse attonito durante, la lettura, e non che cercasse di stupirmi e sorprendermi verso la fine. Non che in parte non ci sia riuscito, questo non posso dirlo, ma diciamo che mi è rimasta l’idea che questo è un buon libro, e non un ottimo libro.
Di cosa parla, tanto per cominciare. Se non vi va di leggere copiosi riassunti che si trovano in rete, tipo questo, cerco di farvela abbastanza breve. Colin e Mary, sono i personaggi principali. Una coppia strana, insolita. Due personaggi particolari. Sono due inglesi in vacanza in una località d’arte marina, e anche se non lo si dice, si intuisce che è Venezia. La città, in ogni caso, è un personaggio.
I due sono strani perché non sono sposati, non son fidanzati, fanno poco all’amore e non scopano mai. Parlano pochissimo e ti danno l’idea di essere due emo (per dirla in modo naive) intelettualoidi e viziati che, nella città caotica e chiassosa dei turisti e delle viuzze, paiono due pesci fuor d’acqua.
In tutta la prima parte ti chiede perché dovresti leggere di questi due, pur percependo che sono parecchio originali, anche se di un originale piuttosto poco interessante. 
Poi arriva Robert. Robert che è già un attore, quando arriva. C’è un’abilità di fondo, in McEwan, nel disegnare questo personaggio. E’ un mix fra un aristocratico e un buzzurro da bettola, un coatto e un colto riccone con le mani in pasta dappertutto. E’ un personaggio, ed è lui che pare ravvivare, anche se non c’è alcun rapporto diretto tra le due entità, la vita sessuale di Colin e Mary. 
Lui e sua moglie Caroline, evidentemente succube e sottomessa a Robert.
Bene, queste sono le premesse e siamo a pagina 80. Il libro ne ha 134.
Ma che noia, direte voi.
No, affatto. 
Forse, a tratti, c’è un dilungarsi su alcuni aspetti, su alcune descrizioni, su alcuni pensieri e gesti, che stanca; ma sarebbe una follia dire che questi passaggi non sono riusciti. E’ proprio un ritmo, quello che McEwan ha deciso di imporre alle pagine, e non c’è di che criticare: è stato bravo e lo ha fatto benissimo.
C’è pesantezza, nelle pagine, c’è silenzio, c’è una specie di umidità appiccicosa che toglie il fiato. C’è un senso di qualcosa che deve succedere, qualcosa di asfissiante, di pericoloso.
Poi può anche non piacere, concesso, e io in certe parti ho sbuffato, però era funzionale al resto, innegabile.
L’incrocio tra le due coppie, vero cuore del romanzo, è un momento che pare impercettibile, mentre lo leggi, ma sconvolge e accelera i fatti, subito dopo. 
E lo sai che deve succedere qualcosa, certo. Non sai cosa, ma questi quattro, ti dici, non sono a posto. 
E in questo credo stia il pregio maggiore del romanzo. Questo senso di angoscia, di oppressione, che proviene da non si sa dove, perché in fin dei conti ben poco lo giustifica, è costruito in modo da non lasciarti illeso.
E poi?
Che succede?
Beh, non ve lo dico, ovvio, ma non sono rimasto soddisfatto, dai toni scuri della chiusura. Non del tutto, per lo meno. Mi è sembrata un facile uscita, una facile conclusione. Era così delizioso quel giocare del titolo con le cortesie della città (prima), di Robert e Caroline (poi) e di nuovo della città, attraverso le persone (nelle ultime righe). Forse meritava qualcosa di più, la parte di libro che precede le ultime pagine, sia a livello di parole, che di fatti.
Per il resto McEwan mi pare scrivere come al solito, pulito e rotondo, e qui si adatta alla lentezza, anche se ammetto che non sempre gli rende, questo dilungarsi nei periodi e nei pensieri dei personaggi.
Insomma, libro che mi è piaciuto, e buona lettura. Non da estasi, ma di sicuro da buon viatico per un prossimo McEwan (o Sabato, o espiazione, direi. Voi che dite?)
Bene, ho scritto troppo, come al solito.
Baci e abbracci, amici di blogghe.

Comments

  • 24 Giugno 2010

    Pensa che per me è uno dei migliori scrittori viventi in assoluto.
    Da Nobel intendo eh. Tipo accanto a Saramago o Roth.

    Prova a leggere "Sabato", ti prego, se non ti piace ti giuro che te lo ricompro sotto forma di giri di whisky offerti la prossima volta che ci vediamo, ok? Giurato in pubblica piazza.

    E anche Giardino di cemento…

    reply
  • 24 Giugno 2010

    beh, non è che serve 'sto giuramento
    anche perché dopo aver letto chesil beach c'erano dei pezzi che me li dovevo rileggere due tre volte solo perché non mi pareva possibile che quelle frasi sono così perfette

    tra l'altro sabato lho regalato e mi han detto che è parecchio bello
    (a proposito elena, si, devo risponderti a quella mail di sabato, lo farò, eh, lo farò.)

    quindi okay
    vada per sabato,
    il prossimo sarà quello

    ma tu l'hai letto questo?

    reply
  • 24 Giugno 2010

    Ebbravo il Gelo!
    "C'è pesantezza, nelle pagine, c'è silenzio, c'è una specie di umidità appiccicosa che toglie il fiato."
    Madosca se ci hai azzeccato!
    E' proprio quello che ricordo dato che la lettura risale a parecchi anni fa ma è questo, proprio questo che mi ha fatto innamorare di questo testo.
    Quello che per te è Chesil, per me è questo e, in fin dei conti, la costante che lega il tutto nei romanzi di questo autore è sempre questa stramaledetta perfezione narrativa. Da Nobel concordo!

    E anche il giardino di cemento, si, anche quello, che di atmosfere cupe e angoscianti ce ne sono ovunque.
    Ed Espiazione? Cacchio, penso di averlo comprato 5 anni fa, ma è là, sempre là mannaggia a me e ai libri di melllllma che leggo nel frattempo!
    Comunque McEwan anche lui, anche lui è Dio. Ovviamente dopo tu sai chi.

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  • 24 Giugno 2010

    Per me McEwan è capace di scrivere tutto, a muzzo.
    Tipo che sono sicuro che esistono 37 vecchi uzbeki che ogni anno si riuniscono in una cava alle pendici del monte Nuntuludicu e dopo brainstorming gli dicono: IAN! IAN! Tu dovrai scrivere una cosa di un bambino che inciampa in un rampicante cresciuto troppo, tipo una edera, e arriva in ritardo a scuola quel giorno, lacero e contuso e sporco, e venti anni dopo accadono cose in riverbero.

    E IAN non solo lo scrive, ma ci aggiunge anche la storia di chi ha coltivato quel rampicante e l'ha lasciato crescere troppo perché era accaduta una disgrazia che…

    Tu devi vedere cosa ti combina durante la descrizione della partita a squash in Sabato, davvero…

    Insomma, lo ammiro. E Gelo, tu sai che sono cacacazzo come pochi, quindi non è che spargo ammirazione come una Panda fumi di scarico.

    Di lui ho letto:

    Il giardino di cemento
    Bambini nel tempo
    Lettera a Berlino
    Cani neri
    L'amore fatale (ma non sono sicuro, sai, il parkinson e suo fratello alzehimer)
    Espiazione
    Sabato
    Primo amore, ultimi riti
    Fra le lenzuola e altri racconti

    Quindi non ho ancora letto tutto e sapere che non ho letto tutto mi fa andare a dormire così contento…

    reply
  • 24 Giugno 2010

    @cyb
    beh, no dai, non paragoniamoli.
    E' impossibile
    Uno è fantasia e sregolatezza,
    ma ewan è su un altro gradino
    di una scala diversa

    pensa piuttosto cosa ne uscirebbe a fonderli
    un mostro narrativo che distruggerebbe il mondo
    🙂

    però sai cosa penso,
    in questi casi
    che poi è un po' quel che dice elv,
    ovvero che se dici a Ian scrivimi una cosa come quelle di chuck
    lui ce la fa
    ma l'inverso, invece
    non ci scommetterei.

    @elv
    praticamente mi manca tutto ciò che tu hai letto
    bene
    la cosa mi incoraggia parecchio. 🙂

    ah
    dell'amore fatale è facile capire se lhai letto
    perché se è sì
    non puoi non ricordare il momneto iniziale
    la caduta dalla mongolfiera in balia del vento
    quel momento in cui resti senza fiato, a leggere di quella caduta silenziosa, con la morte in nuce.
    indimenticabile.

    reply
  • 27 Giugno 2010

    Proverò a leggere Sabato. Ho letto Chesil beach, parecchio tempo fa. Piaciuto. Ma poi mi sono arenata su Bambini nel tempo senza riuscire a finirlo. Dato che ormai scordo tutto, non so dire neanche perchè.

    reply
  • 28 Giugno 2010

    eccheccavolo
    io ne ho letti due
    e mi sa che erano i peggiori!
    l'inventore di sogni
    e Amsterdam…
    non brutti
    ma nemmeno belli
    niente di speciale
    niente di destinato a rimanere

    mah
    proverò con questo Chesil beach
    visto che ne parlate così bene
    ma per ribaltare le prime due impressioni
    deve rivelarsi proprio un capolvoro

    vedremo!

    reply
  • gelostellato
    28 Giugno 2010

    beh, l'inventore dei sogni, è piaciuto solo alla cyb
    che per me era fumata di pagine di moccia sbriciolate e mescolate a cachi andati a male 🙂

    reply
  • 6 Luglio 2010

    mi piacerebbe leggere cosa pensi de Il giardino di cemento. Io l'ho adorato, a mio parere è perfetto.

    reply
  • 6 Luglio 2010

    ma possibile che mi arriva viamail il commenti di esimon e qui non c'è?
    boh?
    giungerà.
    comunque okay
    ditelo che mi volete male
    metto in lista anche il giardino di cemento
    e sabato
    questi due, ecco.

    reply
  • Anonymous
    7 Luglio 2010

    Ciao Gelo,
    corto simpatico. L'idea mi sembra però mutuata dall'episodio "L'autostoppista" di Ai confini della realtà.
    Saluti,

    Maybe

    reply
  • 7 Luglio 2010

    l'idea è del regista
    quindi devi arrabbiarti con lui 🙂
    certo che però anche te, che commenti del corto nel post di mc ewan
    ahahahah
    Ciao!
    benvenuto da queste parti 😉

    reply

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