Ancora morsi, morsi ancora

Ancora morsi, morsi ancora

Ho scoperchiato la capote ed era pieno di stelle.

E già questa frase è una poesia che inizia.

Io no, invece. Non sono poesia che inizia ma faccio la cosa per fare la cosa.

La cosa di Ancora morsi. Ma come sempre, non so farla e allora quel che verrà verrà.

Intanto le coordinate.

Coordinate umane, credo siano. Io le penso così, le ho sempre pensate così.

Le mie adesso sono complesse.

Sto ascoltando il nuovo Ministri e sono solo 31 minuti e forse c’è qualcosa che non fa per me, ma anche molte altre cose che invece sì.

Ho bevuto due Slalom grandi e non ne avevo più voglia, verso la fine. Vuol dire che l’estate è finita.

Sto aspettando la Gaza Cola, dovrebbe arrivare domani, e nel frattempo non berrò il bacardi. Servirà per fare il Gazalibre.

Ma ho un rum dei poveri e quello, tra un po’, posso anche.

E ieri è stata una giornata lunga al PS e al PS succedono sempre cose.

L’infermiera con le tasche di meraviglia.

La sala attesa allagata

La gru fuori che ci ho scritto uno haiku.

I vecchietti che hanno chilometri di tenerezza avvinghiati addosso.

E io che ho qualche riga di introduzione a un libro che non esiste, né esisterà, ma esisterà. E dove c’è anche quell’haiku.

Chissà perché poi. Ma il chissà perché, non è domanda. So la risposta, in ogni caso.

E mentre comincio questo post, penso che ho fatto la barba a metà, perché mi si è scaricato il rasoio.

E penso alla bici nuova, alle malattie che non dovrebbero esistere, a chi so che morirà prima di me, tra pochi giorni. Tra pochi mesi. Non anni.

E penso che i vampiri non esistono, ma esistono, come tutte le cose che sono e non sono.

Insomma, sono queste, più o meno, alcune delle mie cordinate umane, adesso. E come vedete ci sono i vampiri. O meglio, ci sono tra le cose che esistono e non esistono. Quelle, da me, ci sono sempre, di qualche tipo. E in ogni caso, queste, sono coordinate buone per una quasi poesia, per regalare righe e assonanze.

Ma tagliamo corto e facciamo sta cosa.

Dunque… Ho scritto. Qualche mese fa, ho scritto. Io non scrivo più, non ho più niente da dire, di mio, ma per richieste altrui, se sono amici, lo posso fare. E l’ho fatto. E l’ho fatto soprattutto perché non era questione di amici, ma perché era il Vampiro. E il vampiro, assieme al Valsecchio, ha voluto fare il curatore di un libro di racconti sui vampiri. Come potevo dirgli di no?

E così ho scritto uno dei racconti di questo libro. Con un vampiro che non è quello della transilvania. E nemmeno dei film. Un vampiro che vive nel fiume. Un fiume di sorgiva, meraviglioso. E il racconto doveva essere horror, con il sangue, e horror con un po’ di sangue, in effetti, lo è. Ma è anche una storia d’amore, forse due, una storia di male umano. A me, il racconto, piaceva. Avevo tirato via un po’ il finale a scazzo perché c’era la deadline. Una settimana prima della deadline avevo detto al Vampiro di averlo quasi finito, ma avevo scritto solo la prima pagina, o poco più. Poi però con l’editor abbiamo sistemato e la storia reggeva abbastanza. Quindi, in definitiva, se siete appassionati di horror, di vampiri, di fiume Stella, di antologie di racconti a tema… lo trovate qua, oppure lo trovate a Marginalia, a ottobre di quest’anno, da qualche parte tra gli stand.

Edit:

Bene. Avevo scritto queste righe giovedì scorso, a notte andata, ma siccome non è venuto a trovarmi nessun vampiro, mi sono addormentato sul PC. Poco male… le pubblico oggi. E ci aggiungo solo le coordinate del libro: Credevi che i vampiri fossero morti? Che il mito si fosse consumato, indebolito, dissanguato? Archetipo dell’orrore tra i più noti, narrati e abusati, il vampiro ha attraversato secoli di letteratura, cinema e immaginario popolare, fino quasi a svuotarsi. Eppure continua a mordere. Undici autori, undici storie horror originali, eterogenee, inquietanti. Il predatore della notte per eccellenza ritorna in forme inaspettate, tra atmosfere gotiche, orrori urbani, psicologie disturbate e ombre contemporanee. Zero nostalgia. Nessuna imitazione. Il mostro è antico. Ma il terrore è nuovo. Racconti di Stefano Cucinotta, Eleonora Della Gatta, Francesco Di Gangi, Flavio Dionigi, Davide Emanuele, Roberto Risso, Sara Ronco, Carlo Salvoni, Raffaele Serafini, Stefano Valbonesi e Simona Volpe, a cura di Gabriele Lattanzio e Alessio Valsecchi.

E adesso, se volete, mordetevi pure.

 

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