“Cryptofriûl” di Raffaele Serafini****

“Cryptofriûl” di Raffaele Serafini****

Okay, è successo di nuovo. Ho vinto il Premio San Simon per la quarta volta, il che significa un libro nuovo, appena pubblicato, che vedete qui accanto. Ha per titolo Cryptofriûl, e alla fine, dopo lunghe discussioni con i miei collaboratori per scegliere tra crypto-cripto-crjpto, molto di lui lo dice proprio il titolo. Crypto nel senso di misterioso, di sconosciuto. Con la y, nel senso latino della lettera, che unisce anche linguisticamente le due lingue, friulano-latino, figlia e madre. Ma è soprattutto l’idea di crypto che lega tutto quello che ho ficcato in questo libro, che pian piano ha preso forma attorno a questa idea del recupero di cose sconosciute, dimenticate o forse, chissà, anche inventate.

E come feci per Bisest, ho deciso, a meno di una settimana dalla pubblicazione ufficiale, giovedì scorso, 28 novembre, giorno di San Simon, di recensire il mio stesso libro. Non tanto per dirvi di leggerlo, o per dirvi che è bello, quanto per raccontarvi cose. Cose che leggerete solo qui, e che magari so solo io, più o meno. Quindi mettetevi comodi, dai. Ve le racconto. Anzi… datemi un attimo che mi metto comodo anche io. Metto la musica giusta (Big Red Machine), mi metto su un caffè e ficco due legni sul fuoco, cambio il lumino alla mia zucca sulla finestra. Mangerei, ma domani ho un prericovero e niet, no food for me.

Intanto, dove nasce questo libro? Nasce dall’idea di partecipare al premio, lo ammetto, ma in realtà nasce dall’idea di non essere interessato a partecipare al premio. Mi spiego. Con Bisest ero svuotato. E’ un libro che mi fa ancora male e che non riscriverei. Il mondo si è rivelato esattamente per il decadente coacervo di relazioni negative che è e non provo alcuna gioia a pensare “ecco, l’avevo scritto”. Così, ho pensato che se proprio volevo tentare di scrivere un nuovo libro, l’unica cosa che avrei fatto sarebbe stata quella di scrivere esattamente un libro a mio gusto, di quello che piace a me. E a me piacciono soprattutto due cose: i mostri e le belle storie. Ma più i mostri. Quindi, nella mia idea primigenia, c’era quella di inventare dei mostri, o meglio, degli animali criptozoologici che non ci sono. Inventarne la scheda, gli avvistamenti… all’inizio volevo addirittura creare delle pagine su wikipedia per dare origine a un fandom di fantasia possibile. Poi ho cominciato, e invece di cominciare dai mostri ho cominciato da una cosa vera. La motoruota, da un post su reddit che mi ha girato Luca. Nel 1923 un friulano ha acquistato il brevetto da un milanese per costruire una sorta di moto fatta di una enorme ruota in cui ci si sedeva dentro. E io non la conoscevo. E quando ho scoperto tantissime cose sulla motoruota, e su quel friulano (che era di Basiliano, a 4km da casa mia), e sulle cose accadute con quel mezzo che avrebbe dovuto diventare il futuro, be’… MERAVIGLIA.

E così è nato il libro. Ho preso come spunto la motoruota, e l’anno 1923, e ho lasciato perdere i mostri ma ho deciso di incentrare ugualmente la storia intorno a un animale. E poi ne è uscito un racconto lungo, con del respiro… una novella. E poi ho cominciato il mio file di excel. Eh già, lo sapete bene, ormai, che io scrivo i libri sui file di excel. L’ho chiamato “Cryptabella” e dentro ho cominciato a pensare alla struttura. Pian piano, una dietro l’altra, sono arrivate le quattro parole che mi guidano sempre: Che figata sarebbe se.

E quindi, quello che mi è arrivato, è questo.

Che figata sarebbe se ambientassi un racconto per ogni decennio del secolo scorso, dettagliatissimo, in modo da fare un percorso storico attraverso il Friuli, ma senza avvenimenti importanti, ma di costume, di modi di vivere.

Che figata sarebbe se infilassi per ogni racconto un animale raro, e con tanto di scheda zoologica che lo descriva sia dal punto di vista scientifico, ma magari anche nelle sue relazioni antropiche, o negli avvistamenti.

E che figata sarebbe se ci mettessi dentro anche i disegni. Disegni del racconto e dell’animale (12 tavole in tutto).

E che figata sarebbe se poi, comunque, dicessi quali sono le cose vere su cui ho costruito il racconto, causando prima una meraviglia narrativa, e poi una meraviglia nel rendersi conto che nella storia c’è del vero, e anche parecchio, e uno prima non lo sapeva e ora lo sa (chiamatela pure deformazione didattica).

E che figata sarebbe se riuscissi a introdurre ogni racconto con un frammento di poesia poco conosciuta che è stata scritta proprio nell’anno della vicenda?

E che figata sarebbe se oltre a un tour storico attraverso la regione facessi anche un tour geografico, cogliendo tutta la nostra biodiversità, dai monti al mare?

E infine, che figata sarebbe se camminassi con le storie in bilico fra fantasia e realtà, fino a spingere chi legge a non voler sapere se qualcosa non è vero, per non ricevere delusioni?

Ecco. Ho cercato di scrivere queste figate e avrete già capito che sono troppe, così mi son fatto aiutare per i disegni, che sono di Lorenzo Marangone (piacetelo su ig per vedere i suoi lavori) che è anche l’autore della grafica di questo sito, e da Luca, per scrivere delle schede zoologiche formali e di taglio efficace ma scientifico, che altrimenti mi avrebbero rubato un sacco di tempo. E poi i soliti, Serena per l’editing, Gian per la copertina, gjatemarangule per l’ascolto. E poi molti ad aiutarmi per le ricerche: Astrid, Donato, Max, Maddalena… Insomma, tenete conto che con il primo racconto ho studiato per tre mesi il 1923, prima di scrivere le prime righe.

Io credo sia venuto bene. Sono riuscito a terminarlo in tempo, e ho dovuto fare di necessità virtù, nel senso che forse avrei voluto continuare anche oltre, con la cronologia, ma il periodo anni ’20 – anni ’70 ha una sua coerenza logica. Con gli anni ’80 è arrivata la regina dei media, la TV, con il suo potere di cambiare le cose reali. E io ero talmente snervato dal mondo attuale che volevo scrivere del passato. Ed è stato meglio scrivere di un passato ancora non sporcato dai media. Raccontare la meraviglia di quando la meraviglia era più facile e solida.

Ah, già, perché oltre che alla parola Crypto, è la meraviglia che speravo di metterci tra le pagine. Fosse di conoscenza, di un annullamento della dimenticanza o di una meraviglia pura di cose misteriose e bellissime, è uguale. La meraviglia doveva essere il collante di tutto il libro. E a me sembra di esserci riuscito abbastanza, nonostante le piccole imperfezioni dovute all’averlo terminato un giorno prima della consegna.

Che altro vi devo dire?

Che esiste un sacco di materiale in rete dove potete scoprire cose storiche, siano cronache, arte, costume… Mi riferisco alle riviste, agli Strolics, alle antologie, ai libri polverosi persi nelle biblioteche. Ho imparato molte cose, tuffandomi dentro un anno. A volte le coincidenze erano così tante che mi sembrava vi fosse un disegno alle spalle, non mio, a guidare la scrittura. Posso anche dirvi di qualche easter egg, a cominciare da quello in copertina, che se la osservate bene, dopo aver letto il libro, vi scoprite non solo i punti dove accadono le storie, ma anche le freccette cronologiche e le sagome degli animali, sulla carta geografica. Posso dirvi di una figata che è rimasta in nuce, ovvero dei rapporti tra i personaggi delle varie storie, qualche collegamento. Purtroppo non avevo tempo per rimetterci mano, e questa ragantela di parentele è solo abbozzata. Un lettore attento, però, di qualcuna se ne accorge.

E poi basta, dai. Il libro ovviamente è in lingua friulana, e si, lo so, se io leggessi di un libro così su qualche sito, con dentro gli animali meravigliosi, le cose meravigliose, i fatti storici meravigliosi, i personaggi meravigliosi, ecco… mi roderebbe il cool non poterlo leggere e lo vorrei nella mia lingua. E invece niente, mi spiace, è in friulano. Si compra sul sito della Socielà Filologica Friulana o insomma, se siete della zona, lo combinate, in qualche modo.

La chiudo qua. Ci ho messo anche troppo, a chiacchierare, ma sennò a che serve avere un sito di scrittore se poi quando succedono le cose di scrittore, non le dico?

Comments

  • Massimo Furlani
    5 Novembre 2021

    Bravo!
    Interessante la scrittura con l’utilizzo di Excel.
    Si potrebbe approfondire?

    reply
  • 8 Dicembre 2021
    reply

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