Singhiozzi temporali

Singhiozzi temporali

Ti svegli che non ti pare d’esserti addormentato, rannicchiato, spegni prima i foo fighters e poi gli smashing. La terza sveglia non la ricordi nemmeno. Ti svegliano col caffè, di nuovo. Sei viziato. Lo bevi con gli occhi ancora chiusi. Vai in bagno a pisciare dopo aver acceso la radio e fatto partire Gallagher, che tanto assomiglia ai Beatles, a volte, o ai vecchi Oasis, che poi è lo stesso, ma scrive ancora qualche bella canzone e male non fa. Tenti di leggere un paio di pagine dei Grimm, ma ne lasci a metà una che parla di una gallina magica, perché sei troppo rinco anche per quelle. Torni nel letto, ti alzi, accendi il pc, bevi del succo di pomplemo dal cartone, ingoi della macedonia, ti ficchi davanti alla tastiera e liquidi un libro per bambini, sistemi oggetti, carte, vestiti sparsi, esci e spacchi legna. Hai le cose da fare e le alterni. Legna-blog-legna-mail-legna-blog-legna-lenti-legna… aspetti che piova ma non piove ancora. Ti manca da andare nell’altra casa a prepararti il pranzo e la legna per stasera e decidi che sono le dieci e ce la puoi fare a fare una corsa, la fai, poi la doccia, un caffè, altra macedonia, nel tempo di tutto questo hai ascoltato un paio di dischi. Durante una cagata hai finito l’altra metà dei Grimm, la favola non t’è piaciuta. Hai coccolato il gatto, il cane, spostato una gabbia. Hai ficcato in una borsa libri da restituire, una lista di cose da fare che perderai. Metti su chiavetta i file per lavorare a un lavoro mentre sei a un altro. Sei tardi, come sempre, prepari l’insalata, olive, mais, pomodori… corri di là a finire, prendi il pollo, porti la legna, guardi le viole, pensi a dove seminare i peperoncini, a cosa dipingere sul muro, stai per partire ma hai dimenticato il telefono, ripassi a prenderlo, sei più tardi ancora, mentre guidi leggi, detti messaggi, ascolti un terzo disco nuovo, a pezzi. Non è ancora mezzogiorno e ti pare di aver messo in cantiere una giornata intera. Devi comincare a lavorare e ti chiedi perché sei fatto così male, con questa smania di fare cose, dirompente, una via l’altra, e in mezzo a queste altre cento che ti sei sicuramente dimenticato. Provi a ricordarle… hai giocato a zombi tsunami, cambiato la disposizione delle icone sul telefono, scannato dei disegni… decidi che è inutile ricordarne ancora, di sicuro ce ne sono. Continuerai così fino a sera, nei buchi, per ricominciare dopo la mezzanotte, dopo aver portato a casa la donna, preparato le cose per il giorno dopo… a fare cose, farne altre, perché senza aver fatto qualcosa di tuo, ad andare a dormire, non ci riesci. E’ come arrendersi, e arrendersi e peggio che perdere, foss’anche il tempo, il tempo soltanto.

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