Tacchino, Calvino, campane e limoni

Tacchino, Calvino, campane e limoni

Trovo che stare qui, a tirar manciate di sale di tanto in tanto sul tacchino, leggendo qualche riga, mescolando il soffiare furibondo dei peperoni sulla griglia al Frusciante, quello spannato degli Ataxia; con la marmellata di peperoncini e uno zampirone che arrossisce, e le campane, adesso, e la pianta di limoni che non matureranno ma son lo stesso vanitosi; con le gambe stanche, io, non i limoni, e i piedi che hanno ancora dimenticato i calzini, ecco, trovo che ci sia della meraviglia in questo, anche se non riesco a vederla bene adesso, ne la vedrò più.

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