Una povera canzone
Piove e un pentagramma accomoda sull'asfalto le prime semitone.
Un rombo, un lampo, un rantolo di cielo, forastico buio, dove dirada una povera canzone
“New York” di Will Eisner****
Questa è la terza volta che scrivo questo post. L'ho scritto già due volte, nelle ultime due week e pure con lunghezza e ampiezza di cazzate, come è mio costume, ma poi, entrambe le volte, mi sono addormentato e al
Dita umide
E poi arriva la notte: Dormiamo Cercando un cane Un corpo Un cuscino Con la mano titubante E sporca di sogni. Sappiamo solo infilare Il pollice nelle vite degli altri O lasciarci intrattenere Dai giullari O ai loro illegittimi figli. Inteneriti Divertiti Affievoliti Perdiamo carezze Sui seni dell'età E con l'indice Umido Indichiamo le bugie, Le stelle cadenti Le chiavi del
A chi
A chi ti ha morso una spalla A chi sposta la luna A chi convive con le anafore A chi s'addormenta Nelle relazioni A chi parla e non balla A chi mangia solo Cibi con la P A chi non è qui A chi ricava coi fiumi Le geografie dei
Capire
Tutto torna ancora. La banana di luna La primavera La meraviglia per l'imbrunire, E capire Questo tornare Tratta del noi e di te Che torni come la silene Le sbornie Il luppolo selvatico per la frittata Dove non c'è mai niente Da capire. E sul davanzale delle parole Che mi dicesti e non