
"Sogni di sangue" di Lorenza Ghinelli***
Avevo letto il vecchio, celebre, pluriposseduto (no, Satana non c’entra) Divoratore, della Lorenza Ghinelli, e mi era piaciuto discretamente, suvvia. E con esso, Noemi, sempre lei, mi aveva regalato, forse qualche tempo dopo, non so, anche questo, che “tanto è corto” e che “tanto costa poco”.
E questo, che si sa, la Newton è una pronta a battere il ferro finché è saldo, mi sembra proprio una novella cavata fuori dal cassetto in modalità, “su su che hai fatto il botto con quell’altro e dobbiamo tirar fuori un buon accompagnamento”. Poi magari non è così, ma anche qui, i sogni, la fanno da padrone, e ad azzardare fantasie pare quasi che Sogni di sangue sia un lavoro preparatorio per quello più complesso e che poi sia stato rivisto per dargli diversità, ma non poi tanto.
Ma insomma, suvvia, ne parliamo domani o dopodomani, che ora ho da uscire, che è ora di cena, e di birra. Era giusto per cominciare il post.. 🙂
Vi saluto dicendovi che esce di nuovo Dulli con i suoi Afghan ma il singolo non mi esalta granché. Vado di Nick Drake, stasera.
E son passati tre giorni. Il week end, la voglia di tornare a lavorare e un sacco di altre cose. Ma lo voglio finire adesso, questo post, anche se ho solo dieci minuti. Ma basteranno.
Ho pensato, per esempio, che questa novella la metto nella piccola biblioteca che ho in classe, fatta di libri che possono star bene agli studenti. Corti, facili, tranquilli… easy. Certo, ho anche svevo e pirandello, ma i racconti e le novelle, magari, chissà, potrebbero funzionare, soprattutto se dentro ci sono i morti e un po’ di nero. E se son storie di ragazzi, adolescenti.
Qui, già vi dicevo, c’è tutto questo.
C’è un bambino, un ragazzo, che indossa dei tutori, viene chiaramente bullizzato da altri tre, due maschi e una femmina, due diciamo così, succubi del terzo, che non ha niente di buono. Troppo cattivo, troppo cresciuto, troppo tutto.
Lo sfigato coi tutori e con una madre iper protettiva e del tutto fuori di gamella si chiama Enoch. Nome che insomma… se glielo dai, qualche stranezza per la testa ce l’hai. E c’è un coccodrillo, che Enoch sogna, e quando lo sogna pare che sia nelle foghe, come nella più vecchia leggenda metropolitana. E insomma… fate due più due, metteteci il tema della vendetta e del riscatto, metteteci che qualcuno ci lascerà le penne, metteteci una refurtiva d’oro piena di malefici poteri… Come dite? Una storia non tanto credibile? Sì, è vero. E’ uno dei difetti. Un po’, forse, c’è anche troppa carne al fuoco, per queste pagine. Già il personaggio della madre, di Enoch, e del bullo uno e due, forse bastavano. La storiella d’amor tra i bulli 2 e 3 e l’innesto finale di una collaboratrice della polizia che sa una pagina esoterica più del libro avevano bisogno di maggior sviluppo.
Però alla storia si arriva, e la si legge, ed è una tipica storia mainstream per l’età stessa dei protagonisti. Quindi, suvvia, ci sta.
Ecco.
Ci ho messo otto minuti. Nove, anzi.
Ma Ne perdo un po’ a pigliare dal telefono un po’ di foto di crochi, che vi fanno solo bene.
E per non farvi mancare la colonna sonora, ascoltatevi Lorde dal vivo, al SNL... questa ne ha.
(anche se è vestita accazz)