"Carta bianca" di Carlo Lucarelli***
Lucarelli è bravo, e non ho mai capito perché ha cominciato a giocare a pallone invece di continuare a scrivere,
Come dite? Sempre meglio di Ligabue che era meglio se continuava a dipingere?
E pure di Modigliani che era meglio se andava avanti a dipingere piuttosto che rompere le palle con quel teorema fatto col Miller che proprio non riesco a capire fino in fondo.
Ah, ma non sono le stesse persone? Davvero?
Toh…
Non l’avrei mai detto. Ma vi credo, ci mancherebbe.
E vi dico perciò che Lucarelli è bravo. Carlo, intendo, quello che scrive libri molto gialli, un po’ neri e spesso con dentro la storia.
Soprattutto quella vicina.
Ricordo i due che ho letto con dentro la storia vicina,
L’isola dell’angelo caduto e L’ottava vibrazione, con grande piacere.
Erano proprio bei romanzi.
Certo… questo Carta bianca di cui vi parlo, che mi sono letto qualche settimana o giorno fa in un pomeriggio di mare, non ha il respiro del romanzo. E’ una novella, e non c’é niente di male, intendiamoci. Anzi… è una bella novella, pesata il giusto per quella misura.
Ma andiamo per ordine.
Questo è un libro che avevo preso per la biblioteca di scuola. Poi ho cambiato lavoro e me lo sono portato via. Era di quelli che mi interessava leggere.
E’ la storia di un omicidio avvenuto nel 1945.
Un omicidio nelle ultime giornate del Fascio, della Repubblica di Salò, quando i partigiani cominciano ad ammazzare i gerarchi e poi buttano le granate ai funerali. E per la rappreseglia, i fascisti hanno carta bianca, come apparentemente ce l’ha De Luca, il protagonista del racconto, commissario, insonne, poliziotto abile, un mastino, di indagare sul caso.
Anche se…
Anche se è un fascista, quello morto, e probabilmente aveva traffici. Di donne, di droga… roba della città bene. E allora vedrai che non si indaga. E invece… Ci sono intrighi, lotte intestine,anche dentro il regime, che è un regime allo sbando.
E De Luca era nella polizia dei fascisti, prima, quella politica, anche. Ma lui faceva solo il suo lavoro. Per lui era importante la verità, risolvere il caso. E lo è anche di fronte a questo omicidio, a costo di farsi buttare fuori dal questore e dl gerarca di riferimento. Ma non sarà così… Ecco. Insomma. C’è una bella fetta di storia e contorno storico, e la vicenda, persino un po’ rosa, dentro al nero, è molto funzionale al voler raccontare di questi ultimi giorni di un regime e a chi dovrà morire.
E a chi muore.
Poliziotti, per esempio. Ma anche gli ex fascisti.
Pian piano… è giusto? Sembra chiedersi al lettore. E insomma… il giallo è costruito bene, ma non è che ci interessa più di tanto scoprire il colpevole. La chiave di volta è nel contorno della vicenda e nei personaggi, alcuni emblematici. Ci sono macchiette e persone con un profilo complesso. E in entrambi i casi ci si fa domande. Si è costretti a collocarli nel lato buono o meno e non sempre si riesce a trovare il lato che gli si addice.
Insomma… alla fine, è stato piacevole leggerlo, ed è consigliatissimo per chi vuole avere una visione un po’ più da vicino su quel periodo storico, ma senza pesantezza. Certo, forse ogni tanto c’è il difetto che emergono fin troppo alcuni giudizi, come che ne so, quelli sul questore e il gerarca fascista, completamente negativi, soggiogati al regime a tal punto da essere ridicoli. ma probabilmente era davvero così.
Bene… lo rimetterò nella biblioteca dei ragazzetti, anche perché poi al De Luca, bravo poliziotto e molto umano, ti affezioni, e la fine che farà ti viene da chiederti… ma è giusto? E’ questa la giustizia?